Cronaca di un evento: industriali e artigiani, esponenti di associazioni, esperti tecnologi discutono della posa dei serramenti e varano il Marchio Posa Qualità serramenti
Non capita tutti i giorni che una Tavola rotonda sia occasione per lanciare un Marchio ritenuto da da tutto il settore serramenti importante. È successo invece al Forum Serramenti di Verona dove è stato lanciato il Marchio Posa Qualità Serramenti grazie a un accordo raggiunto poco prima dietro le quinte dell’hotel che ospitava l’evento (vedi news).
Riflessioni sull’Indagine dell’Osservatorio
Esca perfetta per affrontare il tema della posa in opera sono stati i risultati dell’indagine svolta dall’Osservatorio Serramenti 2017-18, in gran parte dedicata proprio alla posa. I dati, enunciati poco prima da Marco Zanon e Alberto Schoenstein, sono stati analizzati in sequenza da Roberto Galli (EdilegnoArredo/FederlegnoArredo), Pietro Gimelli (Unicmi), Roberto Minciotti (Maico), Marco Rossi (Anfit), Mauro Sellari (CNA Produzione, responsabile Toscana), Giovanni Battista Sarnico (Confartigianato Legno), Antonio Zuffellato (Berner Italia). Una composizione assolutamente straordinaria che ha visto fianco a fianco i personaggi delle Associazioni che raccolgono gran parte del settore serramenti, uomini del legno (Galli e Sarnico), del pvc (Rossi), dell’alluminio (Sellari) ma anche industriali come Galli e Rossi e artigiani come Sarnico e Sellari e tecnici esperti di posa nonché normatori come Minciotti e Zuffellato.
Dall’Indagine emerge un quadro chiaro e soddisfacente dell’importanza e del valore economico della posa in opera per produttori e rivenditori di infissi: “Una fotografia del momento attuale”, dichiara Galli di EdilegnoArredo/FederlegnoArredo, “soprattutto per il settore legno che vive un periodo di crisi, e che comunque ha stimolato le aziende a fare investimenti e creare miglioramenti e innovazioni”. Ne conviene anche Sarnico, in qualità di rappresentante della Confederazione dell’Artigianato che sottolinea come il settore legno abbia sofferto più di altri anche a seguito della modifica del settore dell’involucro edilizio che ha promosso altri prodotti. “Tuttavia”, afferma con speranza, “il mercato sta dando segnali positivi e la normativa di riferimento sta andando nella direzione del consolidamento di questi risultati”.
Per Minciotti di Maico, “sebbene ci sia una forte propensione del mercato al momento, mi è sembrato che da parte dei rispondenti all’Indagine ci sia un po’ di confusione sull’interpretazione del termine ‘posa qualificata’. Ognuno sembra dargli un significato diverso, e quindi urge chiarezza”. Anche Rossi, vicepresidente di Anfit, sottolinea la necessità di chiarimenti ed evidenzia soprattutto la tendenza di molti operatori a riconoscere come assoluta l’esperienza sul campo, senza tener conto del cambiamento del quadro normativo e del fatto che l’edilizia ma anche i prodotti e le tecnologie di posa sono cambiati.
Zuffellato di Berner, a conferma dei dati confortanti emersi sulla necessità di lavorare meglio sulla posa, suggerisce alle aziende di rinnovare il proprio sistema di vendita: “Non vendere il serramento come prodotto finito ma vendere ‘serramento con il sistema di posa’. Questa sarà la sfida dei prossimi anni”.
Emerge un forte interesse da parte del mondo produttivo italiano sulla certificazione della posa, valore riconosciuto anche dai clienti finali. L’unico dubbio lo solleva Sellari di CNA Produzione: “Non vorrei che le normative in essere non producano ulteriore burocrazia per le nostre aziende già gravate da quintali di carta. Bene quindi le norme e i regolamenti ma va detto un chiaro no alla burocrazia!”. Adagio adagio, per approssimazioni successive, ci si avvicina al momento atteso.
Nasce il Marchio Posa Qualità
E cosi, di fronte a una platea sempre più interessata e a questo punto con il fiato sospeso (la cosa era largamente attesa nell’aria), sollecitato dal moderatore Ennio Braicovich, Pietro Gimelli, direttore di Unicmi, dichiara pubblicamente la nascita del Marchio Posa Qualità Serramenti a nome di gran parte delle Associazioni di settore: “Un gran lavoro che nasce dall’idea di far convergere gli sforzi di tutti gli operatori in un unico Marchio di qualità della posa. Sarà condiviso da tutto il sistema. Coinvolgerà tutti i materiali di tutte le associazioni. Sarà promosso massicciamente in modo uniforme e univoco presso tutti i consumatori e rappresenterà un reale riferimento per le attività di posa.”
Si tratta in pratica di tre Marchi: progettazione del nodo di posa, la posa dei serramenti e l’assicurazione della posa per il cliente. Presupposti imprescindibili del Marchio saranno i corsi di formazione per la progettazione dei nodi e per la posa, accompagnati dalle qualifiche necessarie come il Durc e i Corsi di Sicurezza. Il Marchio di Posa sarà collegato a una copertura assicurativa di 10 anni, se il serramentista si farà firmare un contratto di manutenzione biennale. In questo modo viene coinvolta tutta la filiera.
“Questo marchio ci darà la serenità che si tratta della scelta giusta perché finalmente per mandare un posatore in cantiere non basteranno solo il Durc o un qualsiasi corso di sicurezza”, apprezza Galli.
Sarà una certificazione alla portata degli artigiani? si chiede Sellari. La domanda è un po’ fatta ad arte perché l’esponente di CNA Produzione conosce già la risposta avendo egli partecipato alle trattative di corridoio. Si guarda attorno, crea l’attesa e quindi risponde in tono entusiastico ribadendo quanto il Marchio (o i Marchi) sulla posa fosse quello che da tempo stavano cercando e che mancava. “Troppo spesso la nostra concorrenza è fatta da persone che si improvvisano dalla mattina alla sera”, conviene deciso.
Apprezzamenti e commenti positivi da parte di tutti i relatori e dell’audience, anche da parte di chi era un po’ perplesso. Per Rossi si tratta di un evento storico: “E’ la prima volta che tutte le Associazioni si trovano concordi su un progetto. Una cosa su cui abbiamo molto lavorato è la progettazione della posa che può essere mirata e sarà quel valore aggiunto, commerciale oltre che tecnico, che serve a valorizzare ogni singola commessa”.
Anche Sarnico considera il Marchio “la risposta di cui il mondo del lavoro ha bisogno per rispondere a tutti gli operatori, progettisti e committenti che ci chiedono commesse.” Non ultima la possibilità di misurarsi concretamente sulle prestazioni, sull’aspetto acustico e quello energetico ma anche e soprattutto la garanzia di verifiche dei lavori effettuati in cantiere. Insomma, “una risposta al processo come unico modo che abbiamo per riuscire a vincere nel mondo del lavoro e a dare continuità al nostro motore di impresa” sempre secondo Sarnico.
Anche dal punto di vista tecnico questo Marchio rappresenta un momento atteso da tempo: “Che sia un label o una norma, poco importa”, chiosa Minciotti. “Unificare il concetto fa solo bene al mercato. Al consumatore servirà il label, ma la norma sarà utile per il professionista. Il prossimo anno uscirà una coppia di norme che andranno a dare contenuto a una parola troppo utilizzata e abusata: qualificazione”.
Infine, Zuffellato, riferendosi all’impegno della sua azienda, dichiara come il Marchio “rappresenti un passo avanti perché finalmente ci premia di tutti gli sforzi e degli investimenti fatti per testare i prodotti e per tutto quello che stiamo investendo sull’operazione”.
Tutti, relatori e pubblico, dunque, concordi nel sottolineare l’importanza dell’accordo siglato proprio in occasione del Forum Serramenti veronese come patrimonio indiscusso del costruttore e del rivenditore di serramenti e di tutta la filiera.
Infine, il 65%
Per concludere il giro di interventi della Tavola rotonda, una nota sull’importanza che un Marchio così importante, unito alla qualifica degli operatori della posa possa risultare ancor più utile nel riconoscere e mantenere valido il bonus fiscale del 65% e le detrazioni che premiano i serramenti ad alta valenza energetica. “La potenza di un Marchio come questo serve anche per affrontare le Istituzioni in maniera più forte e decisa con la speranza che possa essere compresa”, afferma tra il consenso generale Minciotti.
“Come Anfit”, interviene Rossi, “porteremo la nostra esperienza accumulata in questi anni e, al pari degli altri associati, parteciperemo volentieri al progetto, sostenendolo”. E se poi “vorranno darci il 50% ce lo terremo stretto, consci di un lavoro ben fatto e premiante” sussurra Gimelli, senza dimenticare, espresso tra la solidarietà generale, l’auspicio conclusivo di Sellari a proposito delle detrazioni fiscali: “Occorre fare in modo, non so come, che quello che gli italiani spendono rimanga il più possibile nella nostra nazione”. Gira e rigira, in sottofondo il caparbio modello francese RGE continua a far discutere e può fare scuola.
(ldp)
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