I parlamentari di Fratelli d’Italia Emanuele Prisco e Gaetano Nastri: “il Ministro Di Maio si attivi con urgenza. Le nostre Pmi non hanno la forza di sopportare il peso di un tale provvedimento”.
Anche Fratelli dItalia si muove contro l’articolo 10. Si allarga così il fronte della protesta contro lo sconto in fattura previsto dall’articolo del Decreto Crescita che oramai va da sinistra a destra passando anche per il Movimento 5 Stelle che sta tentando un recupero in extremis lanciando un disegno di legge per tamponare le falle che si sono aperte con l’infausto provvedimento.
I parlamentari di Fratelli dItalia Emanuele Prisco e Gaetano Nastri scrivono al Mise: “Il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio si attivi urgentemente per abrogare l’articolo 10 del Decreto Crescita che ha introdotto lo sconto in fattura per l’Ecobonus e il Sismabonus, perché’ occorre impedire un danno evidente al nostro tessuto economico prevalentemente costituito da Pmi incapaci di sostenere un onere finanziario così gravoso».
E aggiungono i due parlamentari di Fratelli dItalia: «L’articolo 10 rappresenta una rovina per artigiani e piccole imprese. Considerando che non esistono scorciatoie, l’unica soluzione per evitare che le ditte siano costrette ad anticipare un contributo pubblico facendo da bancomat allo Stato, è l’abrogazione della misura. Nell’intento, seppur condivisibile, di riconoscere a chi opera ristrutturazioni in regime di Ecobonus e Sismabonus una fruizione immediata dell’agevolazione fiscale tramite sconto in fattura, la normativa pone tuttavia l’onere finanziario dell’operazione a carico di produttori e fornitori, arrecando un duro colpo ai nostri imprenditori. Nessun fornitore si accollerebbe mai né il credito né gli oneri finanziari e i relativi rischi dell’operazione dato che in linea di massima, eccezion fatta per i grandi gruppi, pochissimi hanno le capacità per assorbire il credito di imposta riversato dai clienti”.
“Le nostre Pmi – concludono i due esponenti di Fratelli dItalia – non hanno la forza di sopportare il peso di un tale provvedimento. Al contrario rischiano di perdere un ulteriore segmento di mercato già fortemente eroso dalle multiutilities che hanno grandi capacità economiche e possono vantare rilevanti crediti di imposta da compensare».
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