Normativa

Ancora su g e TL. Diritto di replica a Broglio

Il responsabile della normativa di Confartigianato Imprese per i serramenti controreplica all’ing. Marcello Penati di K-Line

g e TL oppure alla francese gw e TLw? Un dibattito che potrebbe sembrare sofistico ma che è invece molto serio. Riassumo per i lettori. La redazione pubblica una notizia su una finestra K-Line prodotta dal Gruppo francese Liebot. Nota che tra le caratteristiche tecniche di prodotto vi sono due grandezze, gw e TLw, non utilizzate in Italia nè nel resto d’Europa dove si utilizzano le grandezze g e TL senza il w che sta per window. La redazione chiede quindi  chiarimenti all’ing. Marcello Penati di K-Line il quale spiega che cosa siano (vedi news). La notizia non sfugge a Samuele Broglio (vedi news) che accusa lo Stato francese di aver violato il Regolamento n. 305/2011 introducendo nella legislazione energetica nazionale i due coefficienti gw e TLw e quindi obbligando i produttori francesi ad adottare grandezze che non compaiono nella normativa europea di prodotto e creando di fatto una nuova barriera normativa. A Broglio replica Penati (vedi news) affermando che in Italia K-Line usa le grandezze europee g e TL.

Ora la conclusione del dibattito a due, peraltro molto interessante,  con una stoccata finale del responsabile della normativa per i serramenti di Confartigianato Imprese. Il dibattito si chiude in una situazione di par condicio ringraziando qui la redazione i due ‘duellanti’ che in punta di normativa hanno fatto apprendere tante cose nuove. (eb)


Ho letto la dichiarazione dell’ing. Penati ed apprezzo la sua spiegazione; per inciso pure io dal punto di vista personale ritengo che i valori di “g” e “TL” dichiarati sulla sola base del solo valore vetro siano poco rappresentativi della reale prestazione del prodotto ed inoltre penalizzino dal punto di vista dell’immagine commerciale quei prodotti che, essendo frutto di una ricerca avanzata, si differenziano dal prodotto più tradizionale e si caratterizzano per prestazioni decisamente più estremizzate dal punto di vista della massimizzazione tanto del passaggio di luminosità quanto degli apporti di energia solare (magari in questo sono però un po’partigiano, avendo la mia azienda in catalogo uno dei minimali più estremi oggi presenti sul mercato).

Francamente concordo con l’ing.Penati nel momento nel quale fa notare che, in materia di g e TL  (ma lo stesso accadrebbe se si parlasse di Uw e pure di Rw), i valori del solo vetro siano nettamente favorevoli al produttore, in quanto il valore integrato con quello della parte opaca risulta ovviamente più penalizzante. Per inciso infine, personalmente ritengo fondamentalmente un po’assurdo pure il cosiddetto Decreto Requisiti Minimi, nel quale si fissa erga omnes un valore massimo “g” di 0,35 per tutti gli orientamenti escluso Nord senza fare alcuna differenziazione di zone climatiche, dimenticando che l’Italia nella sua multiformità geografica comprende sì comuni come Lampedusa (568 gradi-giorno) nei quali la climatizzazione estiva è fondamentale e predominante, ma anche altri comuni come Sestriere (5.165 gradi-giorno) o gli altri numerosi comuni italiani con un numero di gradi-giorno allegramente sopra i 4.000 nei quali forse il problema dell’eccessivo apporto calorico estivo è da considerare secondario e marginale a fronte della necessità di massimizzare l’apporto invernale.

Tutto ciò dal punto di vista personale, ma….

Ma a prescindere dalle visioni personali, ci sono dei dati di fatto oggettivi che non possono essere ignorati e che, a rischio di apparire pedante mi sento in obbligo di puntualizzare in quanto ahimè “dura lex sed lex” e quindi tutti dobbiamo, ci piaccia o no, rispettare le stesse leggi.
In Europa vige il Regolamento Prodotti da Costruzione, il quale tra le altre cose statuisce senza ombra di dubbio che “Quando un prodotto da costruzione rientra nell’ambito di applicazione di una norma armonizzata……., le informazioni, sotto qualsiasi forma, sulla sua prestazione in relazione alle caratteristiche essenziali, come definite nella specifica tecnica armonizzata applicabile, possono essere fornite solo se comprese e specificate nella dichiarazione di prestazione…..” (Art.4 comma 2) e che “…..a decorrere dalla fine del periodo di coesistenza la norma armonizzata è l’unico strumento usato per redigere una dichiarazione di prestazione relativa ad un prodotto da costruzione che rientra nel suo ambito di applicazione. Al termine del periodo di coesistenza le norme nazionali contrastanti sono ritirate e gli Stati membri pongono termine alla validità di tutte le disposizioni nazionali contrastanti.” (Art.17 comma 5)

Il discorso mi pare chiaro ed inequivocabile, ed in buona sostanza significa che:

• non si possono fornire informazioni prestazionali su di un prodotto in materia di caratteristiche presenti nella Norma Armonizzata al di fuori della Dichiarazione di Prestazione
• la Norma Armonizzata (e quindi tutte le clausole in essa contenute) è l’unico documento utilizzabile per redigere una dichiarazione di prestazione
• a fronte di Norma Armonizzata gli Stati membri eliminano tutte le disposizioni nazionali (leggi, norme, regolamenri ecc…) che possano contrastare con la Norma

Ora nel caso specifico le caratteristiche g e TL  delle finestre e porte pedonali per esterno sono caratteristiche essenziali in quanto derivanti da Mandato (M101) e fanno parte della Norma Armonizzata al punto 4.13, e quindi, applicando correttamente il Regolamento:

• queste caratteristiche possono essere dichiarate solo ed unicamente nella Dichiarazione di Prestazione
• esse possono essere determinate solo ed unicamente mediante le modalità operative descritte in Norma
• ciò deve valere senza eccezioni in tutta Europa

Ribadisco quindi ciò che ho scritto nel mio precedente intervento; in materia di prodotti coperti da Norma Armonizzata le uniche caratteristiche che possono essere dichiarate sono quelle di cui a detta Norma, quindi nel caso specifico caratteristiche quali una “gw” differente come modalità di determinazione rispetto alla “g” prevista nella EN 14351-1 (o se per questo una “TLw” parimenti differente dalla “TL” normalizzata) non hanno alcun diritto di esistere all’interno dell’Unione Europea e questo a prescindere dalla loro validità tecnica o dalla loro maggiore utilità per il mercato. Poco importa inoltre che la norma sia in fase di revisione; la revisione esiste, al mero livello di bozza e quindi ancora passabile di revisione lungo i vari gradi di approvazione, solo ed unicamente a livello di Enti Normatori, ma fino a quando essa non sarà approvata dal CEN, ed ancora più importante non sarà approvata dalla Commissione Europea e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, essa non dovrà esistere per il mercato e non dovrà essere utilizzata né come base di valutazione né come giustificativo per azioni discordanti con la Norma Armonizzata oggi vigente.
Quindi delle due l’una (tertium non datur,come dicevano i Romani, ossia una terza via non è ammessa): o il pedice “w” dopo le caratteristiche g e TL è una mera espressione formale, e quindi è inutile, o è il segno di una non aderenza al dettato normativo vigente, e quindi è illegittimo.

Mi spiace di dover essere così netto e di apparire magari polemico, ma ritengo che il mercato sia già sin troppo caotico ed impreciso così com’è, e che quindi non ci sia alcun bisogno di aggiungere caos a caos ed imprecisione ad imprecisione ignorando, eludendo o travisando la normazione armonizzata che, per quanto sia imperfetta, è sicuramente il miglior sbaglio che siamo riusciti ad inventare. Certo, la Norma sui serramenti è in fase di revisione, cosa questa che dimostra come essa sia considerata non perfetta nemmeno dai suoi estensori, ma ritengo che questo sia il destino di tutte le norme dal tempo dei tempi. Ciò però non autorizza a crearsi una “self made standardization” basandola solamente sulla propria visione delle cose, in quanto ciò significherebbe sostituire all’imprecisione della Norma l’arbitrio del singolo e quindi creare una situazione assolutamente non auspicabile.

In merito all’offerta fatta dall’ing.Penati di offrire il suo contributo e quello dei suoi collaboratori al miglioramento della normativa, non sta a me accettarlo o rigettarlo in quanto io non sono nulla più di un ingranaggio in mondo normativo assai più grande di me. Ricordo solo che, a patto di rispettare le regole democratiche che lo ispirano, il mondo normativo è aperto a chiunque voglia entrarvi e che da quel che mi risulta UNI non ha mai negato la possibilità a nessun soggetto che rispetti i suoi regolamenti di partecipare alla redazione delle norme del settore di sua competenza.

Samuele Broglio, Confartigianato Imprese