Normativa

Gratuità delle norme armonizzate. Franza: “Una proposta assolutamente giustificata”

Così il normatore commenta la risoluzione a larghissima maggioranza con cui il CEN/TC 33 chiede alla Commissione di adoperarsi per la gratuità delle norme armonizzate. Oggi, quando le acquistiamo, paghiamo le norme almeno quattro volte.

E’ contento Roberto Franza che la proposta di rendere gratuite le norme armonizzate sia passata a larghissima maggioranza alla riunione plenaria del CEN/TC 33, il Comitato tecnico che redige le norme per i settori delle porte, finestre, schermi, ferramenta, chiusure e facciate continue (vedi news). 

E’ un po’ meno soddisfatto per la formulazione del testo fatto circolare da parte della segreteria del Comitato tecnico e sottolinea: “La proposta iniziale, alla quale i partecipanti avevano aderito durante il dibattito, chiedeva che il TC33 inviasse a CEN-CCMC e alla Commissione Europea (per tramite della sua DG Grow) la richiesta di intraprendere urgentemente le dovute azioni per mettere a disposizione gratuitamente i product standard ai fabbricanti europei”.

Una richiesta assolutamente giustificata perché la Commissione europea più volte ha richiesto negli ultimi anni “modifiche e aggiustamenti” delle norme armonizzate. L’obiettivo della Commissione era ed è quello di rendere i product standard conformi il più possibile al dettato del nuovo quadro legislativo europeo.

Così molte norme, è notorio, sono state bloccate e rimangono bloccate perché ritenute infrangere l’art. 27 del Regolamento Prodotti da Costruzione n. 305/2011 che prevede che solo la Commissione ha il potere di stabilire le classi di prestazione e i valori di soglia. Altre norme sono state riviste e, una volta ritenute conformi al legislative framework, si è potuto vederne pubblicati i riferimenti nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea permettendo ai produttori di applicare le norme, di redigere la dichiarazione di prestazione, applicare la marcatura CE e immettere i prodotti sul mercato.

Mette in luce il normatore: “Considerando che tutto ciò che è legge, e le norme armonizzate sono legge, viene messo gratuitamente a disposizione dei cittadini Europei risulta “bizzarro” e non giustificabile il fatto che norme, che più e più volte sono state dichiarate parte integrante del corpo legislativo Europeo, vengano messe a disposizione solo a pagamento”.  Ma c’è di più, aggiunge Franza: “A tutto questo va aggiunta la considerazione che i costi dello sviluppo di queste norme sono completamente pagati dall'industria Europea sia in termini di spese vive sia in termini di ore di lavoro del proprio personale”.

Di fatto le norme armonizzate sono state già pagate almeno due volte: con le erogazioni che la Commissione devolve al CEN per il lavoro effettuato (cioè le norme stesse)  e che provengono dalle tasse dei cittadini e delle industrie dell’Unione e con il tempo e il denaro di Associazioni, Enti notificati e Industrie che partecipano ai lavori di normazione. A ciò possiamo aggiungere i finanziamenti pubblici erogati dallo Stato italiano, e quindi con le tasse di imprese e cittadini italiani, all'UNI, come ammette l'ente normatore sul suo sito.

C’è forse una buona ragione per pagarle una quarta volta finanziando gli enti normatori nazionali con l'acquisto delle singole norme?

(eb)