L’anno si apre con la pubblicazione della Legge di Bilancio 2025 in Gazzetta Ufficiale e il definitivo taglio ai Bonus ma cosa ci aspetta per i prossimi 12 mesi?
Come preannunciato i bonus edilizi calano nel 2025 e in generale per il prossimo triennio; secondo un’analisi di Banca d’Italia pare che i costi di costruzione degli edifici residenziali in Italia siano aumentano dal 2012 del 20%. Sarà un anno non facile per le aziende che dovranno impegnarsi al massimo per mantenere l’equilibrio.
Legge di Bilancio 2025: novità e paletti per i bonus edilizi
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre 2024 della Legge 207/2024 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027) sono stati prorogati, ma ridimensionati e limitati, alcuni bonus edilizi.
Per Ecobonus, Bonus ristrutturazioni e Sismabonus, che restano in vigore fino al 2027, l’aliquota per le spese sostenute nel 2025 sarà: del 50% solo per i proprietari o per i titolari di diritti reali per interventi sull’abitazione principale, e del 36%, per gli interventi eseguiti su unità immobiliari non abitazioni principali. Per le spese sostenute nel 2026 e 2027 le detrazioni scenderanno rispettivamente al 36% e al 30%.
Le medesime percentuali spettano anche per la detrazione per gli interventi di riqualificazione edilizia, fino a un ammontare complessivo delle spese non superiore a 96mila euro per unità immobiliare (con esclusione per gli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili).
Il Superbonus, che dal 1° gennaio è sceso dal 70% al 65%, diventa meno accessibile. La normativa prevede alcune barriere all’ingresso. È infatti necessario aver presentato la CILA entro il 15 ottobre 2024 e, nel caso di interventi realizzati su edifici condominiali, che entro la stessa data sia stata assunta la delibera di approvazione degli stessi. L’importo massimo detraibile dipenderà dal reddito complessivo e dal numero di figli a carico.
Viene inoltre riconosciuta la possibilità di ripartire in 10 quote annuali le spese sostenute nel 2023.
Infine, per avere una mappatura sempre più aggiornata e realistica del patrimonio immobiliare italiano l’Agenzia delle Entrate si prepara, per la prima volta, a dare attuazione alle norme della legge di Bilancio dello scorso anno che le consentono di effettuare riscontri (si parla di circa 500mila abitazioni) per verificare se chi ha avviato una pratica di Superbonus e ha ceduto il credito ha presentato la variazione catastale.
L’effetto del Superbonus sui costi delle costruzioni: +20%
Secondo un’analisi promossa dalla Banca d’Italia, che ha studiato il nesso tra il Superbonus e l’andamento dei costi di costruzione degli edifici residenziali in Italia, i costi sono saliti in tre anni di circa il 20%.
Lo studio empirico evidenzia che gli incentivi avrebbero contribuito per circa metà dell’aumento tra settembre 2021, alla vigilia del ciclo inflazionistico nell’area dell’euro e proprio insieme all’avvio del programma Superbonus, e dicembre 2023.
Tuttavia, in Italia l’incremento è stato inferiore rispetto ad altri paesi UE, in quanto la dinamica del costo del lavoro nel settore delle costruzioni è stata relativamente stabile e le carenze di offerta sono state meno gravi.
Un anno di transizione per il settore legno-arredo
Lo scenario per il comparto legno-arredo non sembra cambiare di molto nell’anno appena iniziato rispetto al 2024. Il presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin riferisce che “quasi il 60% del campione prevede stazionarietà dei margini, il 14% riduzione e il 28% aumento”.
Il panorama internazionale non è mutato, ancora in corso i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, le tensioni tra Stati Uniti e Cina, e la crisi della Germania.
Il 2025 si è aperto inoltre con il depotenziamento dei bonus fiscali legati alla casa e con l’aumento dei prezzi del gas e delle materie prime, dei trasporti e della logistica che potrebbero portare a un’importante crescita dei costi di produzione mettendo a rischio la competitività del settore.
Feltrin crede quindi che “il 2025 sarà ancora un anno di transizione” e non esclude che “quest’anno potremo vedere qualche miglioramento dei fatturati, ma ci sono voci di costo che aumentano e le marginalità soffriranno. Perciò dovremo essere bravi a mantenere i conti in equilibrio”.
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