Progettato da Steve E. Blatz e Antonio Pio Saracino, il padiglione di Marzorati Ronchetti, Vetreria Bazzanese e Zordan per un Fuorisalone a Milano sarà visibile a partire dal prossimo 20 giugno presso la Fondazione Cuoa di Altavilla Vicentina.
Marzorati Ronchetti, Vetreria Bazzanese e Zordan hanno unito le loro esperienze nella lavorazione dei materiali per realizzare Black Hole, un’opera concepita dagli architetti Steve E. Blatz e Antonio Pio Saracino per l’occasione di un Fuorisalone a Milano.
“E’ stato un momento importante, sottolinea Maurizio Zordan, ad di Marzorati Ronchetti e del Gruppo Zordan, per tutti noi e un’occasione per valorizzare le capacità, i talenti e l’artigianalità italiana presentando un’opera dove ogni pezzo è unico e ogni dettaglio studiato e adattato alle esigenze del progetto. Il coordinamento tecnico tra i professionisti (architetti, costruttori, fornitori) ha permesso di mettere insieme il know how delle singole aziende e di programmare le lavorazioni tenendo conto anche delle modifiche sul progetto iniziale in seguito alla verifica tecnica sui limiti di alcuni materiali.”
Dopo Milano, il Black Hole sarà visibile dal 20 giugno presso la Fondazione Cuoa di Altavilla Vicentina.
L’architetto newyorkese Steve E. Blatz e l’architetto italiano Antonio Pio Saracino,così raccontano l’idea che ha generato il progetto.
“Abbiamo voluto creare l’immagine di un buco nero, che assorbe energia incurvando e dando forma allo spazio attorno a sé, come metafora del tema della manifestazione. La sfida progettuale consisteva nell’uso di tre diversi materiali, perciò abbiamo cercato una soluzione architettonica che potesse celebrare ciascuno di essi, attraverso una propria funzione all’interno della costruzione – un piccolo padiglione a torre nel quale ogni componente è parte del tutto. La copertura è formata da lastre sovrapposte, distanziate fra loro, con fori di forma irregolare rivestiti da lamine d’acciaio che danno la sensazione di un vortice. Questa cavità sembra attrarre a sé il pavimento in legno, che si deforma creando una seduta circolare. In accordo con questa tensione “gravitazionale”, le sabbiature sulle vetrate laterali ne modificano la trasparenza verso l’esterno, favorendo il raccoglimento. L’insieme stimolerà i visitatori a sedersi, indirizzando lo sguardo verso l’alto, verso il vuoto, per caricarsi di nuova energia”.
Il padiglione (base 6 per 6 metri, altezza 5,5 metri) poggia su un basamento in legno accessibile su due lati opposti mediante rampe che ne facilitano l’ingresso. E’ composto da una fascia in vetro e una struttura superiore formata da 12 dischi a sezione circolare spaziati irregolarmente in altezza e sorretti da quattro pilastri in acciaio.
Alla base della struttura, sopra la pedana in legno, si trova l’Oculus, un elemento circolare dal quale, sedendosi, si potrà alzare la vista al cielo guardando attraverso le 12 aperture irregolari all’interno dei dischi. Questi ultimi sono rivestiti in legno e bordati, sia all’esterno che all’interno, in acciaio inox super-mirror.
I due lati non accessibili del basamento sono delimitati da vetri curvi sabbiati che ospitano internamente i corpi illuminanti.
Le lastre in vetro curvo, realizzate dalla Vetreria Bazzanese, seguono una parte dello sviluppo circolare della struttura e sono alloggiate all’interno di due canali a pavimento e a soffitto. Il progetto architettonico prevede un effetto superficiale di trasparenza alternato ad un trattamento di sabbiatura di diverse gradazioni (dal 10% al 100%) su fasce orizzontali a intervalli irregolari. Ogni sviluppo vetrato è formato da vetri stratificati curvati 6+6 1,52 per una lunghezza totale di circa 8 metri.
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