Per la facciata della T-Mobile Arena di Las Vegas detto il Diamante nel deserto su progetto dello studio statunitense Populous sono stati curvati a freddo sul circa 2.790 metri quadrati di vetro isolante.
“Diamante del deserto”, è questo il nome scelto dallo studio architettonico Populous di Kansas City per l'arena polifunzionale inaugurata nel 2016 con una capacità massima di 20.000 spettatori che complessivamente è costata 375 milioni di dollari. “Il progetto dinamico racconta la storia della città di Las Vegas e di tutte le sue influenze contraddittorie”, sottolinea lo studio Populous.
Dal lato ovest dell'arena si vedono il deserto del Mojave e le Spring Mountain, mentre il lato opposto è rivolto direttamente verso il Las Vegas Boulevard, il cuore pulsante della città sia di giorno che di notte. L'ampia facciata ellittica in vetro, circa 800 m2 è rivestita con un pannello di LED semitrasparente per la riproduzione di video, è completata dal notevole involucro realizzato con fogli metallici curvi, la cui struttura a mosaico rispecchia i colori e le rocce sedimentarie del deserto.
Come spesso accade, anche nel caso di questa facciata in vetro il percorso dalla progettazione fino alla possibilità tecnica ed economica di realizzazione è stato lungo. Decisivo per la riuscita del progetto è stato il lungo lavoro di squadra di tutti gli specialisti, dall'architetto, al costruttore dei rivestimenti metallici della facciata Crown Corr Inc, Old Castle Engineering Products (facciata continua), la vetreria J.E. Berkowitz (JEB), il produttore del vetro Guardian, lo specialista di sigillanti Dow Corning, il fornitore del sistema di distanziatori Edgetech/Quanex, i pannelli isolanti Centria, i led in facciata Daktronics PSX e il general contractor Hunt-Penta Joint Venture .
JE Berkowitz e Edgetech/Quanex hanno realizzato insieme già numerosi progetti; in Europa ad esempio il tetto di vetro ad arco di oltre 12.500 m2 che sovrasta lo storico mercato coperto Gostiny Dvor di Mosca.
Vetrerie come JE Berkowitz possono raggiungere la flessibilità e la redditività necessarie solo attraverso la più ampia automatizzazione della produzione. Alternare la produzione di vetro curvo a quella del vetro piano non rappresenta alcun problema con i distanziatori Super Spacer.
La forma di catino della facciata comporta numerosi raggi di curvatura del vetro e diverse misure. A differenza dei vetri piani, per i vetri curvi non sono noti i valori di resistenza alla pressione, alla trazione e alla curvatura. Poiché la curvatura del vetro influisce sulla rigidezza alla flessione e quindi sui carichi climatici sul vetro isolante, preliminarmente sono stati calcolati e testati i raggi di curvatura minimi, gli angoli di piegatura massimi e le tolleranze di montaggio necessarie. Si è trattato di un'impresa colossale, considerando i circa 2.500 pannelli di vetro isolante di forma trapezoidale che alla fine sono state curvate a freddo direttamente in cantiere. Rivestimento, struttura, dimensione e soprattutto spessore del vetro nonché elasticità del bordo sono stati i principali parametri del prodotto da sottoporre a ottimizzazione. La decisione di optare per il vetro curvato a freddo è dipesa quasi esclusivamente da motivazioni economiche. A freddo il vetro viene curvato esclusivamente in modo meccanico e nel caso della T-Mobile Arena pressato in telai in alluminio anodizzati incolore. Naturalmente le forze meccaniche necessarie per tenere le unità di vetro isolante curvate nel telaio si applicano in modo permanente anche sui bordi. Accanto al materiale di sigillatura corretto, il ruolo più importante in questo contesto spetta al distanziatore che deve sigillare in modo ermetico gli interstizi tra i vetri per decenni.Oltre agli aspetti economici, la caratteristica funzionale è stata la motivazione principale dell'impiego del Super Spacer nella facciata della T-Mobile Arena. Un ulteriore vantaggio è dato dalle eccellenti caratteristiche isolanti del sistema a bordo caldo del Super Spacer che così contribuisce alle proprietà termiche dell'intero edificio realizzato secondo lo standard LEED Gold.
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