Segnali positivi dal settore edile a marzo 2017. Calano del 9,6% rispetto al 2016 i ritardi gravi, solo un’impresa su dieci fatica a saldare i debiti con i fornitori. Più in salute il comparto degli installatori. Lo afferma il rapporto di Cribis sui pagamenti delle imprese edili
Secondo i dati diffusi dallo Studio Pagamenti, aggiornato a fine marzo 2017, realizzato da Cribis, la società del Gruppo Crif specializzata nelle business information, che ha studiato i comportamenti di pagamento delle imprese edili italiane arrivano buone notizie dal settore edile, in ripresa dopo le grandi difficoltà degli ultimi anni.
A fine marzo 2017 infatti il 41,1% delle 708.700 imprese analizzate ha saldato i fornitori alla scadenza, contro una media italiana del 35,6%. Ma il segnale più positivo arriva dal calo dei ritardi gravi – uno dei principali indicatori dello stato di salute di una impresa – diminuiti del 9,6% rispetto ad un anno fa. Rispetto al 2016 è inoltre aumentata del 2,2% la puntualità, tutti segnali di ripresa del settore. A marzo 2017 invece i pagamenti entro il mese di ritardo sono pari al 48,5%, i ritardi gravi toccano invece quota 10,4%
Rispetto al 2010 invece il confronto è più severo e evidenzia le problematiche che le imprese edili hanno dovuto affrontare negli ultimi anni: i pagamenti puntuali infatti rispetto a 7 anni fa sono calati del 2,2%, mentre i ritardi oltre il mese dal termine prestabilito con i fornitori sono aumentati del 108%.
Entrando nel dettaglio dei pagamenti, è il comparto degli installatori a godere di maggior salute, con una puntualità del 42,8%. Segue la costruzione degli edifici con il 37,3%. Male invece l’edilizia specializzata con solo il 31,8% di pagamenti virtuosi a fronte di un 11,8%% di gravi ritardi. Rispetto invece al 2010 è proprio l’edilizia specializzata a esibire dati più rassicuranti. I pagamenti alla scadenza sono infatti cresciuti del 5,5%, mentre i ritardi gravi del 73,5%. Situazione opposta per la costruzione di edifici, la cui puntualità in questi ultimi anni è calata dell’11,6%, così come i ritardi gravi sono cresciuti del 142,6%.
“Dai dati del nostro Osservatorio emergono segnali positivi, primo tra tutti il calo del 9,6% dei ritardi gravi in un anno. Solo un’impresa su dieci è dunque a rischio di gravi ritardi nei pagamenti. Ci sono ancora spazi di miglioramento ma siamo sulla buona strada” – commenta Marco Preti, ad di Cribis. “Le aziende edili hanno affrontato la crisi concentrandosi soprattutto sulla ricerca di nuovi mercati e sulla ridefinizione delle strategie di gestione della clientela. In particolare, le aziende che hanno ottenuto le migliori performance sono quelle che hanno utilizzato la gestione del credito come uno dei parametri di segmentazione della clientela, in sinergia con le esigenze e gli obiettivi commerciali. La puntualità dei pagamenti è quindi diventata uno degli elementi chiave per ottimizzare i flussi di cassa e individuare i clienti da fidelizzare e su cui investire. I piccoli segnali di miglioramento rispetto allo scorso anno non devono però fare abbassare la guardia. A ciò si aggiunge, l’esigenza di continuare a considerare la capacità di generare cassa come uno degli obiettivi finanziari più importanti in quanto sarà sempre più complesso per le aziende finanziarsi a breve termine” – conclude Marco Preti.
Nel nord est risiedo le imprese edili più puntuali, con una quota di pagamenti virtuosi del 52,4% e pagamenti oltre il mese di ritardo del 6,3%. Segue il nord ovest con imprese puntuali nel 46,2% dei casi, il centro con il 38,7%. Critica la situazione nel sud e isole: solo 24,5% gli imprenditori virtuosi, ben il 16% i cattivi pagatori.
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