Inaugurata ufficialmente la nuova sede di Banca Intesa San Paolo a Torino, il grattacielo ad elevata efficienza energetica progettato da Renzo Piano con le facciate firmate da Permasteelisa
Intesa Sanpaolo ha inaugurato il grattacielo di Torino, all’incrocio tra corso Vittorio Emanuele II e corso Inghilterra, nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria alta velocità di Porta Susa e i primi visitatori, a cinque anni dall’inizio lavori (vedi news), sono potuti salire sulla torre e guardare la città da una nuova prospettiva. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del sindaco Chiamparino e della dirigenza della banca.
La banca ha commissionato l’opera per ospitare più razionalmente i suoi uffici centrali in un’unica sede e ne ha fatto un segno concreto del suo legame storico con Torino, prevedendo ampi spazi fruibili dalla comunità.
Lo studio Renzo Piano RPBW ha progettato un edificio che ha definito “luminescente quasi come il ghiaccio”, grazie a una serie di lamelle in vetro che, in armonia con le montagne innevate sullo sfondo, rendono le superfici cangianti in funzione della luce naturale.
“E’ un edificio che respira –sottolinea l’architetto Renzo Piano – un edificio che ha una doppia pelle, vivo, attivo e intelligente e restituisce alla città quello che gli ha dato”.
E’ il primo grattacielo di Torino con 38 piani fuori terra e 6 piani interrati. La torre, occupa una superficie di 7.000 metri quadrati ed e alta 166 metri, poco meno della Mole Antonelliana. Due volumi di pari dimensioni attestano in particolare la fruibilità pubblica del grattacielo: quello alla base della torre con la hall trasparente e l’auditorium a configurazione variabile che può diventare una sala conferenze, concerto o espositiva in funzione dell’evento e quello sulla sommità con la serra bioclimatica.
Alcuni dei 44 piani dell’edificio (38 fuori terra), collegati da 17 ascensori, sono aperti alla fruizione pubblica, a conferma di un legame storico tra banca e territorio, che risale al 1563, e che oggi si rinnova e si innova.
L’opera, nel suo complesso, ha richiesto un investimento di circa mezzo miliardo di euro, di cui 2,5 milioni per la riqualificazione del Giardino Grosa, l’area verde pubblica situata tra il grattacielo e il Palazzo di Giustizia di Torino.
Nel nuovo centro direzionale trovano spazio gli uffici di presidenza e le sale per gli organi di amministrazione, le strutture centrali della Banca dei Territori, il Risk Management, i Crediti, il Personale e le aule per la formazione, la Intesa Sanpaolo Group Services, l’Internal Auditing, Intesa Sanpaolo Assicura e alcuni altri uffici della banca. Il trentunesimo piano sarà interamente occupato dal Centro per l’Innovazione, con allestimenti tecnologici funzionali alla ricerca e al lavoro interdisciplinare che questa struttura svolge. Contestualmente Intesa Sanpaolo dismetterà le sedi non di proprietà a Torino, razionalizzando la gestione immobiliare e la mobilità dei dipendenti. Il grattacielo è dotato di tre piani di parcheggi interrati per un totale di 320 posti auto, 100 posti moto, 100 stalli esterni per le biciclette ed è raggiungibile in treno e con i principali mezzi di trasporto pubblici, metropolitana compresa. Il nuovo centro direzionale di Intesa Sanpaolo comprende una mensa e un asilo nido.
I piani destinati a uffici – 27 in tutto, collegati nella facciata a sud da una scala vetrata che ha anche funzione di “giardino d’inverno” – sono ampi spazi aperti per 80-100 persone, allestiti con tavoli da quattro postazioni estendibili a sei, sale riunioni e zone di ristoro e per incontri informali; il tutto per facilitare l’interazione, la mobilità e il lavoro di gruppo. Tutti i dipendenti avranno in dotazione pc portatili, docking station e collegamento wi-fi. Gli spazi aperti alla fruizione pubblica comprendono l’auditorium sospeso, la serra bioclimatica con le annesse aree di ristoro posizionate sulla sommità della torre e la filiale della banca a cui si accede dal piano terra. La sala polivalente da 364 posti con sedie a scomparsa, trasformabile in poco tempo in sala per concerti o sala conferenze, è collocata alla base della torre e, essendo sospesa, è completamente priva di strutture di sostegno verticali che ostacolino la visione e la permeabilità nei confronti della città.
Tale soluzione è resa possibile da una concezione costruttiva senza precedenti: sei megacolonne posizionate lungo il perimetro e una doppia trave reticolare a copertura dell’auditorium. Il transfer riceve i carichi dai piani soprastanti, compreso quello dell’auditorium, che di fatto risulta appeso alla torre, e li trasferisce alle megacolonne, le quali, a loro volta, li scaricano alla fondazione. Quest’ultima è stata realizzata con un getto record mondiale di 12.800 metri cubi di calcestruzzo garantito da un flusso continuo di autobetoniere. La sommità della torre, raggiungibile in circa 30 secondi d’ascensore, ospita la serra bioclimatica con alberi d’alto fusto, che occupa tre piani dell’edificio e permette di godere di una vista a 360 gradi sulla città. In questo spazio sono altresì previsti un ristorante, una sala polivalente e una caffetteria. Il Consiglio di Amministrazione della banca ha approvato il progetto per la costruzione del nuovo centro direzionale nel 2006, in seguito ad una gara alla quale parteciparono sei dei più qualificati studi di architettura al mondo. Vinse la proposta presentata dalla Renzo Piano RPBW, per le sue caratteristiche di innovazione architettonica, sostenibilità ambientale e integrazione ottimale tra spazi destinati al lavoro e spazi aperti al pubblico.
Ad integrazione e supporto dei lavori di costruzione della torre, è stato sviluppato un modello tridimensionale completo e dettagliato della struttura, con il preciso obiettivo di esplorare nuove potenzialità del BIM – “Building Information Modeling” al servizio delle attività assegnate alla direzione lavori strutturale.
La realizzazione dell’edificio è stata affidata al gruppo Rizzani de Eccher, consociatosi con la Implenia Italia, entrambe con sede a Udine, imprese tra i maggiori operatori del settore. I lavori di costruzione hanno visto all’opera una media di 500 operai e tecnici di diversa nazionalità, impegnati su tre turni. 3 Il Politecnico di Torino, in collaborazione con Intesa Sanpaolo e la Camera di Commercio di Torino, ha dedicato al grattacielo il Master di secondo livello sulla Progettazione e Costruzione di Edifici di grande Altezza, che ha permesso a 35 studenti universitari di compiere un percorso formativo unico, in aula e sul campo, coniugando materie politecniche, finanziarie, economiche e amministrative.
Sotto il profilo della sostenibilità energetica, il grattacielo Intesa Sanpaolo certificato in classe A otterrà una certificazione secondo il protocollo LEED (Leadership in Energy and Enviromental Design) grazie all’ottimale recupero, controllo e contenimento dei consumi energetici complessivi. L’edificio è alimentato con energia proveniente da fonte idroelettrica e da 1.600 metri quadrati di pannelli fotovoltaici installati sulla facciata sud; inoltre l’80% dei corpi illuminanti è a led. In condizioni di funzionamento normale il grattacielo non ha emissioni inquinanti.
Nelle parti est e ovest dell’edificio due pareti vetrate distanti circa 2,5 metri formano la cosiddetta “doppia pelle”, una facciata “attiva”, tra le più grandi al mondo, gestita da un sistema centralizzato che regola l’apertura e la chiusura delle lamelle. Una rete di sensori rileva le differenti condizioni climatiche giornaliere e stagionali, massimizzando l’utilizzo della luce solare per il riscaldamento degli ambienti e dissipando il calore grazie alla ventilazione dell’intercapedine e alla protezione offerta dalle schermature solari mobili inserite tra le due vetrate. Il sistema di riscaldamento e raffreddamento a pompa di calore non fa uso di gas e sfrutta l’energia termica dell’acqua di falda. L’acqua piovana, raccolta in speciali pozzetti, alimenta sia la rete di irrigazione delle aree verdi sia le cassette di risciacquo dei bagni. Il sistema di illuminazione interno regola l’intensità delle sorgenti in funzione della quantità di luce naturale e della presenza di persone. I sistemi terminali a pannelli radianti sospesi a soffitto e microforati utilizzati per la climatizzazione consentono di eliminare il rumore della ventilazione meccanica forzata e di ottenere un ottimo comfort ambientale.
Tecnelit ha realizzato la progettazione costruttiva e la costruzione di tutti gli impianti tecnologici (consorzio). Impianto di climatizzazione geotermico con 18 pozzi di emungimento e restituzione in falda 5 gruppi frigoriferi acqua/acqua in pompa di calore per la produzione contemporanea di fluidi caldi e freddi 6.300 kW di potenza termica 7.000 kW di potenza frigorifera sottocentrali termofrigere e UTA al 6° e 34° piano fuori terra 20.000 kVA trasformazione MT/BT in due cabine di trasformazione 6.000 kVA alimentazione di riserva da 4 gruppi elettrogeni 4.000 kVA alimentazione di continuità da 4 UPS da 800 kVA più UPS ai piani 170 KWp impianto fotovoltaico sulla facciata sud 16.000 corpi illuminanti a LED 18.500 mq pannelli radianti a soffitto.
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