Un incendio scoppiato ieri pomeriggio alla periferia sud di Milano, zona Famagosta, distrugge in poche ore un moderno edificio di quindici piani, alto 70 metri. Cinquanta famiglie hanno dovuto evacuare. Per fortuna non si possono lamentare vittime, al momento. La prudenza è d’obbligo perché l’incendio è proseguito tutta la notte. Naturalmente è troppo presto per identificare le cause e le circostanze dell’incendio. Sotto accusa però sono stati posti immediatamente il rivestimento esterno, il cappotto isolante e i materiali utilizzati che avrebbe dovuto essere a prova di incendio e che non si sono dimostrati tali.
Altro fatto segnalato immediatamente è che si tratta di un edificio moderno che ha solo qualche anno di vita, come mostra la foto riprodotta qui accanto tratta da Gogle Maps. Avrebbe dovuto essere progettato e costruito secondo le più moderne tecniche di sicurezza antincendio, nelle facciate esterne e nei rivestimenti a cappotto.
Incendio rapido, sotto accusa il rivestimento
Il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, dichiara all’Ansa: “L’innesco del rogo è da accertare ma sembrerebbe che la veloce propagazione delle fiamme sia legata al cappotto termico dell’edificio, il rivestimento esterno dell’edificio”.
In effetti, le immagini (foto Ansa) mostrano una struttura metallica esterna totalmente nuda, sprovvista di ogni elemento di tamponamento, volatilizzato come neve al sole. Altroché materiali ignifughi obbligatori per legge!
Da anni, 2013, il Ministero dell’Interno ha pubblicato una Guida per la determinazione dei “Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili”. In essa si fissano i requisiti di resistenza al fuoco e di reazione al fuoco di materiali e componenti di facciata. Tuttavia la sua applicazione rimane volontaria.
Il caso di Londra
L’incendio del palazzo milanese richiama alla mente immediatamente quello della Grenfell Tower di Londra. Nel giugno 2017 un incendio, pare dovuto a un frigorifero difettoso, si era propagato al rivestimento esterno dell’edificio che era stato sottoposto poco prima a un intervento di riqualificazione. In poche ore aveva avvolto a torcia l’intero complesso di 24 piani. Il risultato fu drammatico: un’ottantina i morti.
Sotto accusa i materiali del rivestimento
Allora la causa scatenante fu individuata nella qualità del rivestimento costituito da pannelli in alluminio e polietilene, di tipo altamente combustibile. L’incendio londinese ha posto urgenti interrogativi a tutta la filiera dell’edilizia a cominciare dalle modalità di progettazione e costruzione, dalle sicurezze antincendio in edifici a torre, dall’impiego di materiali ad elevata combustibilità, dai controlli sul costruito, dalle modalità di affidamento delle opere e di scelta di materiali e componenti a una filiera molto frammentata.
Rivestimenti, cappotto e Superbonus 110%
Il caso di Milano farà discutere molto nei prossimi giorni poiché il rivestimento a cappotto è l’intervento più diffuso nei lavori di riqualificazione energetica degli edifici condotto sotto il Superbous 110%. Di sicuro condomini e amministratori condominiali si allerteranno subito a richiedere a progettisti e fornitori la documentazione appropriata sull’utilizzo di materiali incombustibili in facciata.
Foto in alto: fonte Rai
a cura di Ennio Braicovich
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