Un’indagine di ACMI rivela l’identità professionale dei professionisti delle porte tagliafuoco e su via d’esodo
Chi sono gli installatori e manutentori di porte tagliafuoco certificati secondo la UNI 11473 e inseriti nei registri di Accredia? Qual è la loro attività prevalente? Ce lo rivela un’indagine eseguita da Acmi, l’associazione delle chiusure tecniche, su un campione di 200 professionisti certificati che hanno partecipato ai corsi di formazione che hanno condotto alla certificazione da parte dell’ente accreditato Rina. Il campione è decisamente rilevante perché attualmente gli installatori e manutentori certificati sono ad oggi 1680. A condurre l’indagine è stato l’ing. Gianrico Delfino, specialista di chiusure tecniche, formatore e responsabile della Divisione Antincendio di Acmi, l’associazione di riferimento dei costruttori di porte tagliafuoco.
Spiega Delfino: “Grazie all’indagine che è nata sulla base dell’attività di formazione che svolgiamo e che ha fino ad oggi condotto alla certificazione, in collaborazione con SRC-formazione antincendio, oltre 200 professionisti, possiamo disporre di alcuni rilevanti dati statistici che gettano luce sull’attività professionale prevalente dei soggetti certificati secondo la UNI 11473”.
L’identità degli installatori e manutentori certificati
Il 44% degli installatori e manutentori di porte tagliafuoco certificati dichiara di avere come attività principale la “posa e manutenzione di porte”. A ridosso, con il 38%, seguono le aziende di “manutenzione generale antincendio”, quindi aziende che curano la manutenzione di estintori, idranti e di altre attrezzature antincendio e che si sono allargate sul fronte dei serramenti, includendo anche la manutenzione delle porte tagliafuoco e porte sulle vie di fuga. I fabbri e i serramentisti costituiscono il 16% del campione. Infine, un 2% degli operatori certificati dichiara di fare altre attività.
Quanto alla provenienza geografica del campione, l’ing. Delfino rileva che: “La stragrande maggioranza proviene da Lombardia e Veneto, che solo risultate le aree più sensibili alla certificazione mentre così non si può dire per altre regioni importanti e vicine come Piemonte, Emilia Romagna e Toscana”.
Altro dato da rilevare è la crescita delle attività formative in materia di porte tagliafuoco e vie di fuga. Il dato è da collegare all’inserimento della norma UNI 11473 tra le norme di riferimento all’interno del nuovo Codice Prevenzione Incendi pubblicato a fine ottobre (vedi news). Un inserimento da lungo tempo sostenuto con impegno da Acmi.
Un’ultima considerazione riguarda il numero dei potenziali installatori e manutentori di porte tagliafuoco e di vie di fuga. Essi sono diverse decine di migliaia potendo essere ricondotti a operatori, interni ed esterni, di aziende di produzione di serramenti, di rivendita di porte e finestre, di aziende di manutenzione antincendio e di operatori edili. Gli installatori e manutentori di porte tagliafuoco attualmente certificati secondo la UNI 11473 sono di fatto ancora una minoranza rispetto al resto del mercato dei manutentori. Forse occorrerebbe sviluppare una campagna di promozione di un’attività professionale meritevole di essere meglio conosciuta almeno dal gran mondo dell’edilizia.
Foto: doc. Duemmeservice
a cura di Ennio Braicovich
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere