A fine aprile salgono a oltre 155 mila gli interventi Superbonus asseverati per un totale di investimenti pari a 27,4 miliardi mentre non cessano le polemiche per le dichiarazioni di Mario Draghi sul provvedimento
Galoppano in maniera costante, in numero, volumi e valore, gli interventi superbonus così come registrati a fine aprile e comunicati da Enea.
Come mostra in maniera esemplare la curva in home page, il numero degli interventi asseverati cresce oltre 155 mila con una bella progressione dell’11,9% rispetto ai dati di fine marzo. Analoga progressione evidenziano i dati relativi agli investimenti che compiono un bel balzo del 13% raggiungendo una quota cumulativa, s’intende, pari a 27,4 miliardi di euro. Cifra che per l’erario si amplia fino a 30,2 miliardi.
Interventi Superbonus e tipologie edilizie
Le singole tipologie edilizie – condomini, edifici unifamiliari e unità immobiliari funzionalmente indipendenti – mostrano simili tassi di crescita per gli investimenti: rispettivamente 14%, 13% e 12%. Quanto alla ripartizione degli investimenti, i condomini si ritagliano il 49% del totale. Seguono gli edifici unifamiliari con il 34% e le unità immobiliari funzionalmente indipendenti con il restante 17%. Le cifre si invertono per le tipologie edilizie asseverate. Gli edifici unifamiliari primeggiano rappresentando oltre la metà degli immobili asseverati (53%). Seguono le unità immobiliari funzionalmente indipendenti con il 32% e quindi i condomini con il 15%.
Gli investimenti medi
Quanto agli investimenti medi per tipologia edilizia asseverata (vedi qui sotto), i condomini emergono con 511 mila euro. Seguono gli edifici unifamiliari con 112 mila e le unità immobiliari funzionalmente indipendenti con 97 mila.
Globalmente i comportamenti emersi sono sostanzialmente costanti salvo differenze non significative. Vedremo se lo slittamento del sal 30% da fine giugno a fine settembre per le unifamiliari preannunciato nel DL Aiuti provocherà delle variazioni comportamentali.
Polemiche sugli interventi Superbonus
L’occasione è perfetta per dar conto delle reazioni alle dichiarazioni corrosive di Mario Draghi sul Superbonus. Al di là di quelle comprensibilissime dei pentastellati punti sul vivo, vi sono da registrare numerose altre reazioni. Eccone qualcuna.
CNA, ad esempio, non ha apprezzato molto le dichiarazioni del premier dicendosi delusa e sorpresa: “Sorprende in particolare la continua messa in discussione degli incentivi all’edilizia che sono parte integrante della programmazione della politica economica approvata dal Governo e dal Parlamento attraverso il DEF e la Legge di Bilancio. Si alimenta così un clima di incertezza, anche per le continue modifiche normative, che scoraggia la propensione agli investimenti, proprio mentre la congiuntura mostra preoccupanti segnali di debolezza”.
Sulla stessa falsariga, ma più duro, il presidente di Ance Gabriele Buia: “Migliaia di famiglie e imprese col fiato sospeso per capire che fine farà una misura rinnovata dal Governo, ma oggetto di continui ripensamenti e correzioni che ne minano l’efficacia. Cittadini e imprese sono preoccupati per questo clima di incertezza che regna intorno al Superbonus 110. Si rischia di bloccare migliaia di lavori già partiti o in procinto di partire, creare enormi contenziosi e di far fallire centinaia di operatori. Non è possibile rimettere continuamente in discussione norme già in vigore: ci dicano una volta per tutte cosa si intende fare di questa misura”.
Per le società di ingegneria si esprime Gabriele Scicolone, presidente Oice: “Dal punto di vista dei progettisti, che hanno responsabilità straordinarie e senza precedenti all’interno delle attività connesse all’attuazione del Superbonus, lancio un grido di allarme forte e chiaro. Occorre certezza delle regole e soluzione ai tanti problemi applicativi che stiamo incontrando e che, al di là del tema dell’aumento dei materiali, rendono critica e al limite del collasso la posizione di tutti i soggetti coinvolti.”
a cura di Ennio Braicovich
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