Che cosa succede in un’azienda artigiana alle prese con Superbonus, Bonus Casa ed Ecobonus?Ce lo spiega con vivacità e competenza un’imprenditrice del settore serramenti in legno
Ottavia Nava è alla guida, assieme al fratello Vincenzo, di un’azienda artigiana brianzola, la Carozzi Serramenti che con 10 dipendenti produce serramenti in legno e legno-alluminio. Con grande vivacità e competenza ci racconta la propria esperienza in materia di Superbonus, Ecobonus e Bonus Casa. Grossomodo oggi i lavori ad Ecobonus si ritagliano il 70% del giro d’affari della Carozzi Serramenti di Viganò (Lecco) mentre le commesse sotto il Superbonus colgono il restante 30%. L’occasione del 110% è colta dai proprietari di ville, ma niente sconto in fattura alla Carozzi Serramenti per loro. Al più Ottavia Nava li accompagna alla filiale di una banca locale in modo che “facciano loro” la cessione del credito. E i prezzi dei prezzari DEI e simili? L’imprenditrice è secca: mi sono rifiutata di aprire il DEI, è un affare in capo ai progettisti e agli asseveratori.
Quanto ai lavori da Ecobonus lo sconto in fattura è utilizzato dal 100% dei clienti che acquistano infissi. Un vero e proprio plebiscito, anche nella ricca Brianza. Per questi interventi che oramai sono soggetti all’Allegato I del DM 6 agosto 2020 i limiti di prezzo al metro quadro incidono in modo particolare sui prodotti di pregio. Non manca nelle parole di Ottavia Nava un accenno critico all’Allegato I per la mancanza di chiarezza che noi abbiamo denunciato più volte. Il caso, non ancora risolto, della posa in opera è davvero eclatante.
Tra le proposte di Ottavia Nava
Tra le idee di miglioramento del sistema delle detrazioni, l’imprenditrice propone una IVA secca al 12% per i lavori di mantenzione che permetterebbe di sgravare le aziende dal carico burocratico dei calcoli di IVA per i beni significativi e non. Una follìa tutta italiana. E lancia l’idea di dare più respiro temporale al Superbonus 110% (considerato ottima iniziativa!) e di prorogare lo sconto in fattura, molto apprezzato dalla clientela. E poi, sottolinea con energia, le leggi devono essere più chiare.
IVA al 5,5% sì..ma in Francia
Quanto all’IVA, resta per noi un “mistero” il fatto che fin dagli anni novanta lo Stato francese assicura ai proprietari di una unità immobiliare una IVA ridotta (TVA au taux réduit) al 5,5% per tutti i lavori edilizi di miglioramento, trasformazione e manutenzione. Una aliquota che viene ulteriormente ridotta al 2,1% per chi è proprietario nelle isole della Guadalupa, Martinica e La Reunion. Per chi non ci credesse segnaliamo il sito ad hoc dell’Amministrazione francese (dove l’informazione può essere letta anche in inglese per chi non conoscesse la lingua di Voltaire). L’aliquota ridotta è stata richiesta dallo Stato oltralpino all’Unione europea per alcuni settori dove è elevato il tasso di economia grigia. Ovviamente non si tratta di un mistero. Lo Stato francese ha fatto valere le sue prerogative sui tavoli di Bruxelles. Quanto a noi la nostra Amministrazione ha preferito inerpicarsi sui terreni scoscesi dei “beni significativi” che hanno fatto impazzire industriali e artigiani, clommercialisti e clienti finali nonché gli stessi funzionari dell’Agenzia delle Entrate. Più semplice, no? dice con candore Ottavia Nava.
Detrazioni fiscali, che ne pensano gli operatori?
L’intervista fa parte di una serie di incontri con imprenditori del settore in vista del riassetto delle detrazioni fiscali per i lavori in edilizia. In precedenza:
Detrazioni fiscali. Da semplificare, dice Francesco Mangione
Mercato e Detrazioni in edilizia secondo il produttore Rossi
Detrazioni e mercato secondo Luis Oberrauch, Finstral
Superbonus ed Ecobonus. La revisione secondo Roberto Galli
Mercato dei serramenti, prezzi e detrazioni secondo Brignach
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