Tre stazioni collegate da cabine vetrate rotanti, piloni di sostegno alti fino a 102 metri e forme studiate per resistere alle intense raffiche di vento. Sky Way, la nuova funivia del Monte Bianco è un vero gioiello di tecnologia e ingegneria dove finestre e facciate sono in grado di resistere a condizioni climatiche estreme.
La nuova funivia del Monte Bianco in soli 19 minuti di viaggio permette di salire fino a 3.466 metri. Include tre stazioni dalle caratteristiche tecnologiche e di design davvero uniche – Pontal d’Entrèves, Pavillon du Mont Fréty e Punta Helbronner. L’articolo completo a firma Alberto Schoenstein è stato pubblicato su Nuova Finestra di novembre 418 e il pdf è disponibile in gallery.
L’elevata altitudine e la sua complessità sono ciò che rendono la nuova funivia, firmata dall’architetto Carlo Cillara Rossi (Studio Progetti – Genova), una costruzione straordinaria. Le strutture in acciaio sono state progettate da Holzer & Bertagnolli Engineering mentre l’opera ha visto impegnate in ATI diverse aziende: ATB Semat Steel Works (capofila) ATB Riva Calzoni e AZA Aghito Zambonini. L’impianto a fune, invece, è opera della Doppelmayr Italia, in affiancamento alla “Cordèe Mont Blanc”, che ha unito in consorzio tutte le aziende che hanno realizzato i lavori. Durante la progettazione, particolare attenzione è stata data non solo alle difficili condizioni climatiche a cui la struttura è quotidianamente sottoposta, ma anche all’impatto ambientale dell’intero impianto, sia dal punto di vista paesaggistico che di sostenibilità energetica.
L’alluminio, l’acciaio e il vetro sono i grandi attori di questa costruzione, realizzata con materiali ad alte prestazioni capaci da un lato di contenere al massimo le dispersioni energetiche e dall’altro di assicurare un involucro dall’elevata trasparenza. La volontà di rendere la montagna protagonista, infatti, ha orientato le scelte progettuali verso un ampio utilizzo di superfici vetrate altamente isolanti, che permettono ai fruitori di sentirsi costantemente parte integrante dell’intorno, anche durante i momenti di sosta. AZA – Aghito Zambonini Spa si è occupata dell’ingegnerizzazione del progetto delle facciate e dei serramenti progettati per resistere a temperature fino a -35 °C e a raffiche di vento in grado di toccare i 170 km/h. Per la posa in opera delle soluzioni, il particolare contesto paesaggistico ha richiesto la necessità di lavorare in quota, in condizioni meteorologiche spesso avverse.
Ad esempio a Pavillon du Mont Fréty, la stazione intermedia, le ampie specchiature che compenetrano i volumi racchiudono infatti un vero e proprio polo turistico, provvisto di spazi appositamente attrezzati per l’accoglienza e il ristoro del pubblico. Il progetto architettonico si inserisce armoniosamente nell’ambiente e soddisfa i più alti livelli di ospitalità. Anche qui, sono stati utilizzati sistemi di facciata personalizzati Schüco FW 50+ SI con dimensioni di 4500 x 900 mm e valori Ucw pari a 1,0 W/m2K e le prestazioni energetiche sono sostenute da serramenti realizzati con Schüco AWS 75 e porte Schüco ADS 75.
Punta Helbronner, la stazione di monte, è un capolavoro di ingegneria e design. Nella progettazione l’idea è stata quella di riproporre l’aspetto delle vette e nel contempo quello dei cristalli di quarzo tipici del Monte Bianco Il risultato è spettacolare e ha permesso di innalzare una spettacolare terrazza panoramica, reale punto di arrivo per i numerosi turisti. La facciata è realizzata con profili Schüco FW 50+ SI personalizzati, che consentono una straordinaria vista a 360° del Monte Bianco permettendo di unire estetica ed efficienza energetica. Il valore Ucw della facciata è di 0,8 W/m2K.
“Le maggiori difficoltà incontrate nel percorso progettuale ed ingegneristico – sottolinea Gianluca Bortot, responsabile tecnico di AZA Aghito Zambonini Spa – sono state l’omogeneizzazione delle geometrie esecutive tra elementi di carpenteria ed involucro e la risoluzione metodica dei molti punti critici analizzati termicamente con rigore, a salvaguardia di un involucro architettonico estremamente prestazionale. Infine, ma non ultimo per importanza, l’installazione da parte di squadre di maestranze altamente qualificate con permanenza in quota in condizioni climatiche davvero impegnative, nonostante la maggior parte dei lavori siano comunque avvenuti tra maggio e settembre, quando il clima è decisamente più favorevole”.
Una difficoltà confermata da Aurelio Piano, project manager di AZA Aghito Zambonini Spa che sottolinea “È un’opera ingegneristica di assoluta rilevanza mondiale. Vetro e acciaio sonno predominanti nelle strutture, con grandi aree panoramiche nelle tre stazioni e cabine rotanti per godere della visione a 360° di tutte le zone attraversate. AZA Spa è stata impegnata nella realizzazione delle facciate ventilate, dei serramenti, delle vetrate, e di frangisole, parapetti, rivestimenti e sistema fotovoltaico”. Le vetrazioni sono per lo più costituite da tripli vetri Interpane AGC così composti: 10 mm Planibel Lowe Iplus E su Clearvision in pos. 2 temperato, HST MFG – 20 mm Aria 100% – 6 mm Planibel chiaro Temperato HST MFG – 20 mm Aria 100% – 55.1 Stratophone Low-e Iplus E su Clearvision + Planibel Clearvision in pos 5. La maggior parte delle vetrazioni è stata realizzate da VetroG e è stata richiesta una particolare cura durante il trasporto e il montaggio per i noti motivi legati alla pressione atmosferica in altitudine. In quota la stazione Helbronner ha vetrate con vetri tripli da 68/70 mm. Una singola vetrazione ha un peso di circa 500 kg. Per resistere agli agenti naturali (siamo a 3466 metri di altitudine) e limitare al minimo le dispersioni termiche e di consumo energetico, sono stati impiegati soluzioni ad alto isolamento, ampie superfici fotovoltaiche e sistemi di riscaldamento con pompe di calore, al fine di avvicinare l’impianto allo standard di Zero Energy Building.
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