Rischio di procedura di infrazione per l’Italia, avvisa il vicepresidente della Commissione Antonio Tajani
I primi riscontri sull’attuazione in Italia della nuova direttiva europea sui ritardati pagamenti, entrata in vigore giusto un anno fa, mettono in evidenza che la normativa comunitaria rimane ancora in larga misura disattesa nel settore dei lavori pubblici. Permangono frequenti situazioni in cui le amministrazioni pubbliche disattendono esplicitamente le regole fissate dall’Europa sulla tempestività dei pagamenti, sia per quanto riguarda i tempi di pagamento che per quanto riguarda gli eventuali indennizzi in caso di ritardo.
Si moltiplicano le prassi gravemente inique da parte delle Pubbliche Amministrazioni: circa i due terzi delle imprese segnalano che le Pubbliche Amministrazioni chiedono di accettare, in sede di contratto, tempi di pagamento superiori ai 60 giorni; la metà delle imprese indica inoltre che le Pubbliche Amministrazioni chiedono di ritardare l’emissione degli Stati di Avanzamento Lavori (S.A.L.) o dell’invio delle fatture; infine, al 17% delle imprese viene chiesto di rinunciare agli interessi di mora in caso di ritardo.
Sono queste le denunce di Ance, l’associazione degli imprenditori edili, che rileva come nonostante le misure adottate nel corso del 2013, i ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione continuano a determinare una situazione di estrema sofferenza nel settore delle costruzioni, uno dei settori più colpiti dal fenomeno in Italia. Nel secondo semestre 2013, infatti, l’82% delle imprese registra ancora ritardi nei pagamenti della P.A.
La dimensione finanziaria dei ritardi di pagamento della P.A. alle imprese che realizzano lavori pubblici rimane elevata. Dei 19 miliardi di euro vantati dalle imprese del settore, solo 6,5 miliardi risultavano pagati a fine novembre. Inoltre, considerando gli 1,5 miliardi stanziati ma non ancora pagati alle imprese, 11 miliardi di euro di ritardati pagamenti alle imprese rimangono ancora senza una soluzione.
Anche i tempi medi di pagamento nei lavori pubblici rimangono molto elevati, nonostante una leggera diminuzione ad ottobre rispetto ai valori registrati negli ultimi 2 anni. In media, le imprese che realizzano lavori pubblici sono pagate 7 mesi dopo l’emissione del SAL -146 giorni oltre i termini fissati dalla legge (75 giorni per i contratti precedenti al 2013 e 60 giorni per il contratti firmati dopo il 1° gennaio 2013)- e le punte di ritardo superano ancora i 2 anni.
Una situazione grave che ha fatto dire al vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani in un’intervista al Sole24Ore che ”tutte le informazioni che riceviamo dall’Italia sul rispetto dei nuovi tempi di pagamento sono negative’” e che “se non intervengono cambiamenti, a fine gennaio sarò costretto a fare i primi passi formali”. E’ un avvertimento pubblico a Governo e classe politica dopodiché scatta la procedura di infrazione.
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