Uno scenario altamente volatile rende impossibile ogni previsione certa. Le indicazioni dalla conferenza di fine anno di CSIL per i mercati internazionali e l’economia italiana
Economia mondiale in crescita ma aumentano i segnali di rallentamento. Anche il clima di fiducia dei consumatori sui mercati mondiali è in discesa mentre crescono in ogni dove i segnali di incertezza: conflitto commerciale USA-Cina, l’economia cinese e quella statunitense, Brexit, Unione europea in crisi, per non parlare dell’Italia. Praticamente impossibile fare previsioni di medio e lungo periodo anche per gli economisti più esperti e navigati. E se l’Italia vive un momento delicato con l’economia che non va bene, una sorpresa potrebbe giungere dalla nostra edilizia.
Questo è in grande sintesi il messaggio che esce dalla tradizionale conferenza di fine anno di CSIL, istituto indipendente di ricerca economica e di consulenza per lo sviluppo, di Milano. Un appuntamento che seguiamo sempre con grande attenzione.
Il focus, come sempre, è sulla presentazione delle edizioni 2018 di due Rapporti: il World Furniture Outlook 2019 e il Rapporto di Previsione sul Settore del Mobile in Italia, 2019-2021 tratteggiate rispettivamente da Alessandra Tracogna e Sara Colautti, senior partner CSIL A dipingere lo scenario macroeconomico internazionale è stata Stefania Tomasini di Prometeia. Il tutto sotto il coordinamento di Paola Govoni, responsabile comunicazione dell’istituto nonché senior partner CSIL.
Il compito più duro è stato certamente quello affidato a Tommasini che non a caso non ha presentato una relazione ma solo dei flash su questo o quell’aspetto. Il 2017 è stato un anno di crescita generale dell’economia mondiale. Il 2018 e il 2019 vedono ancora crescita ma in rallentamento. Molte le incertezze in giro. Il mercato USA dopo 8 anni di espansione comincia a flettere. Primi a esserne colpiti sono l’Europa e l’Italia.
Il nostro paese, per tante ragioni, sta soffrendo in misura superiore a tutti gli altri. Per noi si è aperto un periodo orribile in cui può succedere di tutto. Molto dipenderà dal dialogo tra UE e il nostro governo. Non sappiamo come verrà modificata la legge di Bilancio 2019. I tempi sono stretti. Già l’aumento dei tassi di interesse sui titoli pubblici, se perdura per il 2019, ci costerà 5 miliardi di euro annullando parte dell’effetto espansivo della manovra.
Peraltro negli ultimi 8 mesi le famiglie hanno perso tra il 7 e 10% della loro ricchezza finanziaria. E già da giugno si avverte un rallentamento dei consumi di mobili da parte delle famiglie italiane.
In tale frangente non allegro, dopo 10 anni di crisi, con sorpresa emergono positivi segnali per l’edilizia, affermano Tommasini e Colautti. Sono segnali tutti concordi nell’indicare una crescita del settore.
Un dato che era emerso anche tre settimane fa dalla relazione del prof. Carmine Garzia all’Assemblea generale di Unicmi (vedi news) e che è confortante, sempre che la politica sia saggia. Il che non ci deve far dimenticare che tutta l’edilizia, il settore dei serramenti, facciate, chiusure e vetri non fa eccezioni, è ancora sotto del 30-35% rispetto ai valori pre-crisi. Se ci sarà una crescita, anche minima, bene ma il panorama attorno è desolante.
Se lo ricordi bene chi vorrebbe rimodulare verso il basso l’ecobonus con il cosiddetto Nuovo Decreto Edifici previsto dalla legge di Bilancio 2018 che introduce dei massimali di costo al metro quadrato per gli infissi.
(eb)
In allegato il comunicato stampa su Scenari e Previsioni per il settore del mobile nel 2019-2021
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