Colpa di Cina e Usa e di tanti altri fattori il legname da opera cresce, cresce.
Anche il legno non si sottrae al fenomeno che sta investendo le altre materie prime, come visto nei giorni scorsi per l’alluminio e l’acciaio in edilizia e in serramentistica. Alla web-conference “Caro materiali e approvvigionamenti: visione di mercato” di Assolegno di qualche giorno fa si denunciava: “Il costo del legname da opera è aumentato del 60-70% rispetto alle contrattazioni commerciali di settembre 2020 mentre negli ultimi 70 anni la superficie forestale italiana è triplicata, passando da 5.6 milioni di ettari del 1956) a 11.1 del 2015), occupando in termini percentuali il 38% della superficie nazionale”.
Per cogliere il sentiment attuale del mondo del legno basta scorrere i titoli del sito specializzato fordaq. Ne scegliamo uno recentissimo: “I prezzi del legno impazziscono: «colpa» di Stati Uniti e Cina (e le aziende italiane soffrono) Rassegniamoci a pagare nei prossimi mesi mobilieri, falegnami, carpentieri e parchettisti di più di quanto abbiamo fatto finora…”
Cina a parte, negli Usa l’industria delle costruzioni è ripartita alla grande a febbraio (si ringraziano i vaccini). Ma da almeno un anno, grazie al blocco del legname canadese attuato da Trump, l’industria statunitense importava e tuttora importa forti quantità di legname dall’Europa. Il che ha sottoposto a pressione il mercato del vecchio continente.
Ora la crisi investe anche i pallets, prodotto semplice ma che ha un impiego universale utile, per non dire indispensabile, al trasporto di tutte le merci, e che sembrano “spariti”. Qualche giorno la FEFPEB, la Federazione europea del settore, affermava che un ulteriore aumento dei prezzi dei pallets era inevitabile.
Certamente colpisce il fatto che il legno è materia abbondante sul territorio nazionale e noi lo si importa in quantità impressionanti.
E i prezzi del legno per serramenti?
Anche qui, come fatto per le filiere dei serramenti in alluminio e in acciaio (così sarà domani per il pvc), abbiamo sentito il polso del mercato grazie alla testimonianza di tre imprenditori del settore: Marco Pavanello dell’omonima azienda di Rovigo, Franco Tenzon alla testa di Uniform e Andrea Vitali di PBFinestre e di PBPlast.
Marco Pavanello si dice “fortunato” (si schernisce un attimino, ovviamente non si tratta di fortuna) per aver “una forte scorta che ci consente di arrivare fino a maggio/giugno. Nessun fornitore oggi ci sa dire che prezzi ci saranno in quel momento”.
I prezzi? incalziamo. Replica: “Diciamo che il pino finger joint, che è il legno che usiamo per la maggiore, lo abbiamo sempre pagato circa 3.1€ al ml. Ora stimiamo di acquistarlo la prossima volta tra i 3.8€ e i 4.2€ al ml”. Quindi, tra il +20 e il +30% circa.
E le altre essenze? Pavanello: “Noi usiamo pino e abete al 90%. Prima utilizzavamo il rovere, ma con i nuovi limiti di trasmittanza termica in vigore dal 6 ottobre 2020 non ci sta più dentro se non adottando il triplo vetro. Invece al posto del rovere proponiamo sempre il pino giuntato impiallacciato rovere. Usiamo molto l’okoumè per gli scuri. E anche quello è aumentato di un 10/12%.
Ma non c’è solo il legno a crescere di prezzo: “Ovviamente è aumentato tutto. Quindi anche la vernice, per esempio, che continua a lievitare. Noi abbiamo già subito due aumenti in 3 mesi di circa 3/4% l’uno. E i produttori ora parlano di accettazione degli ordini con riserva per non generare fenomeno di accaparramento”.
Parlano i numeri del legno: aumenti di prezzo su più fronti
Franco Tenzon di Uniform, produttore di sistemi per serramenti in legno e legno-alluminio e di persiane in alluminio, ci offre un quadro estremamente dettagliato e preciso del fenomeno prezzi per il legno a metà aprile:
“Per le conifere registriamo un aumento circa 20% per il pino lamellare FJ che si è posizionato da 450 a 550 euro/mq. L’abete si rivelato più stabile, da 500 a 550 euro, con un aumento di circa il 10%. Il larice, con materia prima siberiana trasformata in Cina, da 1000 dollari è salito a 1120 cui occorre aggiungere 160 di noli, il che me lo porta a 1280 dollari. Insomma: + 25%.”
E le latifoglie? domandiamo. Replica il presidente di Uniform: “Il tavolame di rovere americano passa da 1100 a 1400, ovvero circa +30%. Idem per il lamellare che sale da 1600/1700 a 2100/2200. Più contenuto il mogano okumè lista intera che è salito da 740 a 890 segnando un + 20%. Peraltro come nota di cronaca, ti segnalo che il mio produttore di mogano, uno veramente importante, non risponde più al telefono. E’ sparito dalla circolazione e fa dire di essere andato in Estremo Oriente”.
Altro tema dolente sono i noli. Sempre Tenzon: “In situazioni normali il nolo varia da 1600 a 2000 dollari. Oggi siamo a 7000 dollari ma era salito oltre i 9000 dollari. Una pazzìa!”
Quali, dunque, le attese, le tendenze e le speranze?
“Da 4/5 mesi il mercato opera fuori da ogni logica. E’ difficile prevedere aumenti ulteriori: ora la produzione è bassa rispetto alla domanda. A settembre, sempre se saranno consegnati tutti gli ordini, il gioco tra domanda e offerta si dovrebbe riequilibrare ”.
Ma, allora, la materia prima c’è o non c’è? chiediamo. La riposta è: “Ora in effetti manca la materia prima. Faccio fatica a trovare legno e, se lo trovo, rischio di pagarlo di più dei prezzi che citavo prima. Probabilmente, è una mia ipotesi, è un effetto della strategia delle forestali che tagliano meno per far salire i prezzi. La paura di restare senza materiale ha fatto crescere artificialmente la domanda. Ora siamo all’interno di un momento speculativo. Così i clienti fanno ordini a fornitori con i quali non hanno mai lavorato e acquistano a un prezzo più elevato. Ipotizzo: se arrivasse tutto il materiale ordinato, la domanda si calmerebbe immediatamente. ”.
Tutto sommato però, prezzi a parte, la situazione non va male perché alla fine Tenzon si sbottona svelando di essere a un +40% di fatturato rispetto a un anno fa. Lo scorso anno Uniform era sui 40 milioni. I nuovi prodotti (vedi il Magis40) e le importanti commesse inglesi per 18 milioni di sterline per cantieri seguiti direttamente, stanno dando più che soddisfazione.
Oltre il legno, tutto aumenta
L’elenco degli aumenti che ci snocciola Andrea Vitali è impressionante offrendoci un’ampia visione del fenomeno a tutto campo, direi. Vitali è alla testa di un gruppo marchigiano che comprende PBFinestre e PBPlast (ex Domoplast), una recente acquisizione, e una vetreria, Esi Glass, della rete Climalit. La produzione comprende serramenti in legno, legno-alluminio e pvc e naturalmente le vetrate isolanti. L’azienda lavora parecchio (30% del fatturato) con l’estero con cantieri diretti. In Italia punta sul franchising.
“L’ultima novità – ci dice Vitali – è l’aumento del vetro che cresciuto dal 7 al 9%. E’ recentissimo, e pure si accompagna alla carenza del materiale vetro. L’aumento segue quello dei profili in alluminio che sono saliti mediamente del 30%: ora anche lì abbiamo ritardi nelle consegne. Poi, ci sono gli aumenti della ferramenta, delle guarnizioni, tutto sommato abbastanza contenuti. Per ora. Il pvc è in crescita del 2% ma anche lì le consegne potrebbero ritardare. I rinforzi in ferro sono aumentati a doppia cifra. Il legno, pure esso è aumentato, ma per fortuna i vecchi contratti stanno reggendo. Noi lo importiamo direttamente”.
Le ragioni di tutti questi movimenti? “Per me – afferma il presidente del Gruppo PB – molto è dovuto alle chiusure di tanti impianti in molti settori industriali che si sono susseguiti dal 2008 in qua. Ora ne paghiamo le conseguenze”.
Ripercussioni sui prezzi finali dei prodotti serramenti? Replica: ”Per ora abbiamo applicato un aumento del 5%, il che mi pare una mossa ragionevole ed accettabile a copertura dei nuovi costi”.
Il mercato, invece? Vitali, prudente, considera“Pare tirare. I cantieri da Superbonus devono ancora apparire. Mi sembra tutto fermo da quel versante. Bene invece l’‘ecobonus e il bonus facciate il quale sta innescando, a sorpresa, anche la sostituzione dei serramenti”.
Prossime puntate del viaggio tra i prezzi di materie prime, semilavorati e componenti:
-le materie plastiche;
-il pvc per serramenti;
-gli accessori per serramenti
Precedenti puntate:
–Prezzi di metallo, plastiche e legno alle stelle
–Alluminio in piena crescita. Nelle applicazioni e… nei prezzi
–Serramenti in alluminio con il vento in poppa e …minaccia prezzi
–Acciaio. Quanto sarà inarrestabile la corsa verso l’alto?
–Prezzi dell’acciaio in edilizia e nella serramentistica. Che succede?
a cura di Ennio Braicovich
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