E’ firmato da Coop Himme(l)bau il nuovo Musée des Confluences, un astronave di vetro e acciaio ubicata nell’estremo lembo di terra, dove il fiume Saône si getta nel Rodano.
Realizzato in un angolo di città abbandonato da fabbriche e magazzini una ventina di anni fa e che ora sta rinascendo come quartiere votato ai servizi, alla cultura e al divertimento, il Musée des Confluences è stato ribattezzato dagli stessi architetti che l’hanno concepito: “nuvola trasparente della conoscenza”.
La trasparenza del vetro è fondamentale, stabilendo un continuo dialogo fra interno ed esterno. La stessa dinamicità contraddistingue le sale espositive: ambienti ampi e liberi si alternano a contenitori tematici, basandosi anche sui due livelli della doppia altezza delle stanze. Il Musée des Confluences, che è stato realizzato dal main contractor internazionale Permasteelisa, avrà costi di gestione stimati attorno ai 18 milioni di euro, si attendono dai 400 ai 600 mila visitatori all’anno. Molte parti dell’edificio sono liberamente accessibili, come la terrazza panoramica verso le acque dei due fiumi che si incontrano. Al suo interno, prossimamente è prevista l’apertura del bistellato chef Guy Lassausaie.
Concepito come “Museo della scienza”, la monumentale struttura ha però assunto il ruolo di centro multidisciplinare, attento a promuovere le evoluzioni della tecnica, della biologia e dell’etica, con lo scopo di divulgarle ad un pubblico più ampio, in particolare ai giovani.
A riempire gli spazi liberi della stessa zona sono arrivati prima la sede della regione Rodano-Alpi progettata da Christian de Portzamparc, poi l’avveniristico Cube Orange, infine il nuovo ponte tranviario Raymond Barre che collega Confluence a Gerland, altra zona in pieno fermento. (mt)
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