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Marcatura CE porte interne tagliafuoco in acciaio. Rigone, Unicmi: così non va

Il direttore tecnico dell’associazione dell’involucro e dei serramenti metallici rileva “l’anomalìa” determinata dalla pubblicazione dell’EAD sul tagliafuoco in Gazzetta Ufficiale europea.

Se è vero che dal 13 ottobre scorso solo le porte interne tagliafuoco in acciaio possono essere marcate CE (vedi news) si determina una pesante anomalìa sul mercato delle porte tagliafuoco in tutta Europa privilegiando un materiale a danno degli altri ovvero alluminio e legno.

Questo, come noto, grazie alla pubblicazione del documento di valutazione europea (EAD-European Assessment Document) che è la base su cui gli enti notificati definiti TAB (sono un numero molto ristretto, di solito ma non sempre sono enti di stato come ITAB, CSTB, DiBT…) possono redigere una ETA-European Technical Assessment con conseguente DoP-Dichiarazione di Prestazione e marcatura CE.

Gli EAD, che sono specifiche tecniche europee, e quindi gli ETA consentono l’immissione sul mercato di prodotti da costruzione non coperti da norme armonizzate come per l’appunto le porte interne tagliafuoco e/o tagliafumo in acciaio.

E per comprendere che la posta in gioco sia notevole basti considerare che gran parte delle porte pedonali tagliafuoco sono porte interne (si dice il 90% del mercato). Da anni si attende una norma sulle porte interne che tarda ad arrivare mentre quella, la EN 16034, sulle porte a caratteristiche di resistenza al fuoco e/o di controllo dei fumi è pronta da tempo permettendo di già la marcatura delle porte esterne tagliafuoco e/o tagliafumo (quindi porte coperte dalla EN 14351-1) dal 1° novembre 2016 con periodo di coesistenza fino al 1° novembre 2019.

Non ci sta il prof. ing. Paolo Rigone, direttore tecnico di Unicmi, a quella designazione di materiale “acciaio” contenuta nell’EAD pubblicato il 13 ottobre, pur contando tra i propri associati chi produce facciate e serramenti in acciaio. E l’alluminio? E il legno?

Così ci scrive il prof. Rigone: “Vorrei segnalare che il fatto che l’EAD sia solo riferito alle porte in acciaio è, per certi versi, penalizzante nei confronti dei produttori di porte resistenti al fuoco in altro materiale, quindi alluminio in primo luogo e anche legno.

Da questo punto di vista è quanto mai singolare il comportamento della Commissione Europea che, da un lato, rallenta l’entrata in vigore della EN 16034 – non essendo ancora stata approvata e pubblicata la EN 14351-2 – adducendo che la mancanza della pubblicazione di tutte e due le norme di prodotto (EN 14351-1 e 2) potrebbe creare confusione ai produttori ed allo stesso tempo inserisce in Gazzetta il riferimento all’EAD che, però, vale solo per le porte in acciaio”.

Certamente -è il nostro commento – chi ha redatto l’EAD ha privilegiato di fatto un materiale piuttosto che un altro con conseguenze non piccole sul mercato. Siamo di fronte a un atto di palese ingiustizia, che arreca danni e di tradimento dello spirito della normazione che si vuole al di sopra degli interessi delle parti perpetrato da chi si vorrebbe super partes.

(eb)

Paolo Rigone, direttore tecnico Unicmi