La quasi totalità dei prodotti industriali importati, finestre comprese, deve essere accompagnata da certificazione di conformità rilasciata da tre organismi: il francese Bureau Veritas, il tedesco TUV Rheinland e lo spagnolo ApplusFomento.
Se il Marocco poteva essere una delle mete delle vostre esportazioni è bene sapere che dal 1° febbraio il governo marocchino, e in particolare il Ministero dell’industria, del commercio e dell’economia verde e digitale ha introdotto delle regolamentazioni restrittive alle importazioni di tantissimi prodotti industriali. Ad essere compresi sono parecchi prodotti da costruzione come cemento, guaine impermeabilizzanti, ceramiche, rubinetterie, prodotti sanitari, pannelli in legno, tubi in materia plastica, vetri per edilizia, e finestre in legno e in metallo (quelle in pvc curiosamente non vi compaiono).
Tutti i prodotti elencati in una lunghissima lista (vedi allegato) di 9 pagine, per essere importati in Marocco, dovranno essere accompagnati da certificati di conformità rilasciati nel Paese di origine del prodotto stesso da uno dei tre organismi di ispezione e certificazione selezionati dal governo marocchino: il francese Bureau Veritas, il tedesco TUV Rheinland e lo spagnolo ApplusFomento. Il che non ci pare essere un gran successo per la tutela del Made in Italy.
Lo segnala ai propri soci Finco, la Federazione delle Industrie Prodotti e Opere per le Costruzioni, allertata da un’azienda che si è trovata di fronte alla barriera “doganale” di nuovo tipo. All’ingresso nel Paese, la merce dovrà essere accompagnata, oltre che dalla consueta documentazione necessaria per l’espletamento delle pratiche doganali, anche dal certificato di conformità e dall’indicazione della società o del laboratorio che l’ha emesso. Il costo del certificato dovrebbe variare dallo 0,25% allo 0,45% del valore della spedizione. Saranno dispensate dall’obbligo di certificazione di conformità le imprese che importano merce per trasformarla in prodotto finito in Marocco. Per tali prodotti la certificazione verrà effettuata nel Paese al termine del ciclo produttivo.
Azioni sono in corso per includere anche almeno un organismo italiano di ispezione e certificazione all’interno della lista degli enti accreditati dal governo marocchino.
Il Marocco è un paese che offre stabilità politica, crescita economica decisamente interessante e forti legami con una buona parte dei paesi dell’Africa. Un paio d’anni fa il progetto CaseItaly aveva fatto tappa alla fiera SIB di Casablanca per promuovere il Made Italy nel mondo delle costruzioni (vedi news).
I nuovi controlli introdotti sui prodotti importati trovano una ragion d’essere nell’accresciuta sorveglianza del mercato da parte delle autorità marocchine originata dalla scarsa qualità di una parte dei beni importati dall’Asia, dalla Turchia alla Cina.
Per ulteriori informazioni può essere utile la pagina dedicata alla sorveglianza del mercato del Ministero dell’Industria marocchino (clicca qui).
a cura di Ennio Braicovich
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