Gli aumenti delle materie prime si susseguono investendo profili, alluminio e poliammide, guarnizioni, accessori, vetri…Un'inchiesta sul mondo della poliammide, elemento essenziale per i serramenti in alluminio a taglio termico, ne mette in luce le problematiche ma anche i possibili sviluppi
Continuano gli aumenti delle materie prime. L’industria del serramento è già da diverse settimane in allarme: acciaio, alluminio, materie plastiche hanno raggiunto quotazioni mai viste. Vedi la lamiera e le travi in acciaio che hanno subito aumenti del 130-140% rispetto a un anno fa, vedi l’aumento dell’alluminio che ha sfondato settimana scorsa quota 2500$/tonnellata, una quotazione mai raggiunta negli ultimi 20 anni. E con premi che hanno toccato i 950$.
Anche il vetro si sta rincarando e rarefacendo. Le materie plastiche seguono lo stesso trend (vedi news). Tra le materie plastiche, spicca per importanza la poliammide, in sigla PA, assolutamente vitale per l‘economia dei serramenti in alluminio. Grazie alla legislazione energetica in Italia e in Europa praticamente i serramenti “freddi” in alluminio, stanno scomparendo lasciando il posto ai serramenti termoisolati, realizzati a partire da profili compositi alluminio-poliammide. Laddove le barrette in poliammide dai 10-12 mm iniziali degli anni ottanta sono passate ai 44 mm e oltre dei serramenti di punta di oggi.
E come tutte le materie plastiche anche la poliammide oggi è nel pieno tourbillon degli aumenti di prezzo e delle carenze di materiale.
Inquadra il problema Guido Faré di Technoform, produttore di barrette in PA, nonché presidente di Unicmi, l’associazione del serramento metallico: “Tutta la supply chain, la catena di fornitura del mondo, si è impastata. Tutti gli attori sono in situazione di forza maggiore da 4 mesi, in pratica una situazione emergenziale, dovuta al forte squilibrio di domanda e offerta determinato dalla forte ripresa in Cina e da quella successiva degli Usa. Poi, sono intervenuti altri fattori: manutenzioni improvvise degli impianti, il gelo nel Texas che ha bloccato tre impianti, alcuni incidenti…Le materie plastiche sono salite alle stelle anche per il fortissimo assorbimento da parte del settore medicale in tutto il mondo. Il polietilene è raddoppiato. E anche la poliammide ha subito aumenti. Il mercato spot delle materie prime è sparito. Oggi è importante avere disponibilità di materia prima e il fattore prezzo diventa secondario.
Per quanto ci riguarda noi stiamo lavorando come matti. Ora siamo a una crescita a doppia cifra nel primo trimestre di quest’anno rispetto al 2019. C’è una crescita esagerata del mercato interno del serramento, e non è ancora partito il 110%. I nostri tempi di consegna si sono allungati di molto. Comunque, se pensavamo inizialmente che la crisi delle materie plastiche sarebbe finita con l’estate ora abbiamo spostato la scadenza all’inizio dell’autunno”.
Aggiunge Daniele Saibene, general manager insulbar® di Ensinger Italia: “Si è verificata una coincidenza straordinaria di fattori quali l’attuale difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e l’impennata di vendite nella filiera del serramento in alluminio a partire dall’ultimo trimestre 2020 in funzione degli attuali incentivi fiscali e in vista dell’Ecobonus 110% che ancora non è partito. Tutto questo in piena pandemia.
Penso che questa situazione porterà nei prossimi mesi ad una ulteriore crescita dei volumi di vendita e contemporaneamente ad una crescita dei prezzi dei vari componenti del serramento. Nello specifico e per quanto ci riguarda la poliammide tenderà ancora a crescere spinta anche dalla speculazione dei vari produttori su scala mondiale e vista la crescita frenetica ed esponenziale della domanda.”
Certamente, rileviamo noi, i serramentisti che lavorano con contratti che durano a lungo nel tempo sono rimasti spiazzati di fronte agli aumenti dell’alluminio, delle materie plastiche come le gomme e la PA, degli accessori e dei vetri.
“Tuttavia, ribadisce Saibene, sono positivo guardando al futuro della nostra filiera e nel settore edile considerata la prospettiva in cui ci si trovava di fronte esattamente un anno fa. Se l’anno scorso si facevano i conti con le ripercussioni economiche e la crisi del settore (aprile e maggio 2020 senza alcun fatturato n.d.r.) oggi siamo ottimisti nel pensare che questo trend di crescita, seppur rallentando un po’, continuerà nel medio termine”.
Rallentare …le vendite
Questa congiuntura sta provocando fenomeni paradossali come quelli messi in luce da Valentino Fresia di Fresia Alluminio: “Tutti questi aumenti, in questa fase di mercato molto tonica, caratterizzata da un’elevata domanda di serramenti in alluminio, ci stanno costringendo a bloccare addirittura i venditori e a non vendere a chi non è cliente stabile. Anche per noi è importante essere sicuri di avere il materiale sia esso alluminio che PA, e poco importa il prezzo. Tanto i fornitori sono giunti al punto di non citare più i prezzi.”
Grazie alle leggi energetiche e all’ecobonus, come si diceva all’inizio, il mercato dei serramenti in alluminio è totalmente stravolto rispetto a quello del 2008, anno che segnò la punta massima di vendite di infissi in alluminio, in gran parte freddi.
Riflette Gianluca Buscaroli, direttore tecnico Profilati Spa: “I profili freddi non esistono quasi più. A causa della pressione delle finestre in pvc, i sistemi in alluminio si spostati verso la media e l’alta gamma di prodotto per prestazioni termiche e per dimensioni minimal. Tutto ciò ha significato un aumento dell’incidenza della poliammide che può raggiungere il 20-30% del costo del profilo in funzione, ovviamente, del grado di sofisticatezza del sistema. Insomma, per competere e stare sul mercato oggi consumiamo più poliammide e utilizziamo barrette più sofisticate e costose”.
Un altro direttore tecnico di un gammista dell’alluminio, che si confida a patto di rimanere anonimo, ci rivela: “Quest’anno abbiamo subito e subiremo diversi aumenti sulle barrette: 4% a gennaio e 5-6% a giugno. Ci hanno già preannunciato un +5% per settembre. I fornitori hanno introdotto una revisione prezzi trimestrale. La verità è che oggi noi stiamo cercando dei materiali performanti e diversi dalla poliammide. Stiamo puntando sull’ABS che ha prestazioni termiche migliori, anche se richiede che l’accoppiamento dei due gusci interno ed esterno vada fatto dopo la verniciatura, il che non è semplice per tutti. Lo utilizzeremo dove vi sono richieste esasperate di “termicità”. L’ABS può anche permettere di recuperare sistemi di un recente passato laddove la PA non performa a sufficienza per le prestazioni oggi richieste”.
Nuove materie per il taglio termico?
Sulle alternative alla poliammide per il taglio termico dell’alluminio lavora Paolo Ferro di Techline, braccio commerciale di AlfaSolare, produttore di San Marino. “Noi – dichiara – lavoriamo con un’ampia gamma di materie plastiche come PA, Noryl, ABS, PVC, EPDM. Oggi il quadro è disastroso. L’EPDM non c’è più. L’ABS è sparito in tutto il mondo. Vi sono gravi carenze per la poliammide. Quindi carenze, prezzi alle stelle e, terza aggravante: abbiamo un carico di lavoro enorme, non solo in Italia ma in tutta Europa. Di sicuro la tendenza dominante è la ricerca di nuovi materiali per il taglio termico, o di combinazioni di materiali, a causa dell’abbassamento continuo dei valori Uw delle finestre. Siamo tutti alla ricerca di soluzioni innovative anche per le geometrie dei sistemi, per ottenere valori più bassi di Uf e per ridurre contemporaneamente le dimensioni dei serramenti, se possibile”.
Nuovi concepts di taglio termico per i serramenti in alluminio avanzano. Nel frattempo, occorre fare letteralmente conto con gli aumenti dei prezzi.
Immagine in alto: Doc. Ensinger
a cura di Ennio Braicovich
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