Sul mercato dei serramenti 2019-2020 interviene Unicmi con un documento frutto dell’Ufficio Studi Economici di presieduto dal prof. Carmine Garzia ed è stato presentato all'Assemblea generale dell'associazione del 23 novembre 2018 (vedi news)
Sul mercato dei serramenti 2019-2020 interviene Unicmi con un documento frutto dell’Ufficio Studi Economici di presieduto dal prof. Carmine Garzia ed è stato presentato all’Assemblea generale dell’associazione del 23 novembre 2018 (vedi news).
La foto di copertina e la prima delle due foto dell’articolo sono tratte da infissaper.it In allegato le slide della relazione.
Tutti i dati di mercato confermano una ripresa degli investimenti nel settore delle costruzioni, indipendentemente dalle previsioni del PIL (soggette negli ultimi mesi a diverse revisioni al ribasso da parte della Commissione Europea) il settore delle costruzioni dovrebbe crescere dell’1,8% nel 2018 e dell’1,7% nel 2019.
Nel residenziale la crescita sarà trainata dalle ristrutturazioni, tuttavia continuerà anche un’interessante ripresa del nuovo, come evidenziato dalla notevole ripresa che si è registrata nei permessi a costruire.
Il comparto più dinamico, almeno a livello di tassi di crescita sarà quello del non residenziale, ed in particolare quello delle nuove costruzioni destinate al terziario avanzato e gli edifici pubblici. Nel non residenziale la ripresa vale circa 650 milioni di nuovi investimenti solo nel 2019, nel residenziale la crescita vale 1,8 miliardi di euro di nuovi investimenti nel 2019.
Per effetto della crescita degli investimenti nelle costruzioni la domanda di serramenti crescerà di 100 milioni sia nel 2018 sia nel 2019. Nel 2018 la domanda di serramenti e facciate sarà di 4,67 miliardi di Euro, di cui 2,85 nel segmento residenziale e 1,72 miliardi nel segmento non residenziale, che include una domanda di circa 500 milioni di Euro di facciate. Nel 2019 la domanda complessiva raggiugerà i 4,75 miliardi di Euro.
Nel 2018 il mercato dei serramenti si ripartisce, in termini di quote (in valore/fatturato) tra: alluminio (37%), PVC (31%) e legno (32%), il PVC continua a crescere, grazie soprattutto alla capacità di penetrare nel mercato della sostituzione residenziale, l’alluminio tiene le quote nel 2018, ma mostra un trend neutro/lievemente negativo, il legno continua a perdere quote con un trend marcatamente negativo. Questi trend sono confermarti anche dai nostri modelli previsionali per il periodo 2019-2020.
Per i serramenti metallici il trend crescita continua nel 2018 con un tasso del 4% che potrebbe essere confermato nel 2019 nell’ambito di una forbice di crescita tra il 3% e il 4%, per le facciate continue la tendenza di crescita per il 2018 è del 5%, per il 2019 la forbice attesa di crescita va dal 4% al 5,5%.
Tutte le previsioni effettuate considerano un possibile rallentamento della crescita economica, tuttavia non considerano gli effetti di una crisi finanziaria, come quella vissuta dall’Italia nel 2011. Le turbolenze finanziarie e l’eventuale rialzo dello spread avrebbero effetti drammatici sulla crescita del settore delle costruzioni e sulla domanda di serramenti e facciate.
Un maggior costo dell’indebitamento frenerebbe le nuove iniziative immobiliari, con effetti sulla crescita nel comparto del nuovo, in particolare nelle costruzioni non residenziali.
Il costo del denaro influenzerebbe le spese per investimenti delle famiglie con effetti negativi sulle compravendite di abitazioni nuove ed usate (e quindi sul segmento delle ristrutturazioni edili).
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Infine, il rallentamento generale dell’economia spingerebbe al ribasso anche i consumi delle famiglie con effetti negativi sul mercato della sostituzione degli infissi. Gli incentivi fiscali genereranno una domanda di oltre 1,6 mld di Euro di serramenti nel 2018, un valore che dovrebbe essere sostanzialmente confermato nel 2019, se resterà l’attuale schema di incentivazione.
L’eventuale rimodulazione degli incentivi fiscali, con l’inserimento di un limite per i prezzi a metro quadro, produrrebbe effetti estremamente negativi sulla domanda. Il tetto di prezzo proposto dal ministero (370 euro al mq, comprensivo dei costi d’installazione, IVA esclusa) è largamente inferiore al prezzo medio registrato attualmente nell’ambito degli interventi di sostituzione degli infissi (a cui si applicano le detrazioni) che si attesta (basandosi sull’analisi dei dati ENEA) a 750 euro al mq (serramenti installati, IVA esclusa), per cui questo spingerebbe una parte dei consumatori a rivedere la propria spesa spostandosi su prodotti più economici, nel contempo una parte dei consumatori rinuncerebbe alla sostituzione.
Conoscendo la ripartizione del mercato tra consumatori premium e mass market UNICMI ha sviluppato una stima precisa di quello che potrebbe essere l’effetto della rimodulazione degli incentivi, ovvero una perdita di domanda di 386 miliardi euro, pari a circa il 23% del mercato. Questa stima va considerata prudenziale, tuttavia non tiene conto degli effetti di un rallentamento generale dell’economia, con una contrazione della spesa per consumi e investimenti delle famiglie, che produrrebbe una contrazione di ameno 1/3 del mercato incentivato.
Nelle infrastrutture continua un trend di sostanziale stagnazione determinato dalla mancanza di nuovi investimenti pubblici in nuove infrastrutture e nella manutenzione edile, questo si riflette sulla domanda di carpenterie e costruzioni metalliche che crescerà dell’1,5% nel 2018, e dell’1,8% nel 2019. Il mercato crescerà per meno di 50 milioni in due anni, anche se il miglioramento delle performance economiche dovrebbe consentire un consolidamento delle aziende del comparto. Un piano di investimenti pubblici consentirebbe una reale ripresa del mercato e darebbe nuova linfa alle aziende, consentendo di esprimere il loro potenziale realizzativo.
Le aziende del settore
Tutti i dati economici e finanziari delle aziende produttrici di finestre, dei costruttori di facciate continue e delle aziende che costruiscono carpenterie in metallo (relativi al bilancio 2017, l’ultimo disponibile) sono in netto miglioramento ed evidenziano che la fase più critica delle crisi si è chiusa. Migliorano sia i margini commerciali (ROS), sia la redditività del capitale investito (ROIC). La redditività delle carpenterie è stata interessata da una lieve diminuzione nel 2016 e una successiva ripresa nel 2017; la redditività commerciale e degli investimenti ha, comunque, valori più alti rispetto a quella dei produttori di facciate e i serramentisti per via dell’uscita dal mercato di alcuni operatori non redditizi e particolarmente indebitati.
La struttura finanziaria è interessata da notevoli miglioramenti: permangono solo alcune criticità che interessato i costruttori di facciate e che sono determinate da specifiche situazioni di crisi che hanno coinvolto alcune aziende particolarmente esposte sul mercato internazionale.
Dal lato della produttività, si osserva un aumento dei ricavi per addetto per le carpenterie nel 2016 e nel 2017. I serramentisti sono caratterizzati dalla sostanziale stabilità dei valori con un lieve trend in aumento nel lungo periodo. I produttori di facciate hanno ricavi per addetto più alti rispetto i serramentisti, anche se si osserva un trend in lieve diminuzione dal 2015 in poi.
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