L’Indice di Disagio Imprenditoriale stila una classifica negativa e più sfavorevole per le regioni del Mezzogiorno. Bene il Trentino Alto Adige, ma anche l’Abruzzo.
L’Indice di Disagio Imprenditoriale, realizzato da centri studi di mercato di Fondazione Impresa e giunto nel 2014 alla sua terza edizione, stila una classifica negativa e più sfavorevole per le regioni del Mezzogiorno. Bene il Trentino Alto Adige, ma anche l’Abruzzo.
Secondo questa classifica, costruita sulle difficoltà che incontrano gli imprenditori nel fare impresa e valutata attraverso un mix di 12 indicatori, 6 delle 8 regioni del Mezzogiorno occupano i primi 7 posti mentre le 8 regioni del Nord si collocano nella parte bassa della classifica (insieme alla sorpresa Abruzzo) che indica minore disagio.
I risultati che emergono non sono tuttavia così scontati e da un approfondimento dell’analisi, emergono alcune specificità sia a livello di classifica (Indice di Disagio Imprenditoriale 2014) che di dinamica temporale in confronto con quanto emerso nell’analisi dello scorso anno (Indice 2013).
Le prime variazioni significative si possono ritrovare in cima alla classifica del Disagio Imprenditoriale 2014 che vede l’Umbria risalire al 2° posto a pochi punti dalla Sicilia (63,5 vs 64,5). Rispetto all’indice costruito nell’anno precedente le variazioni più sensibili riguardano, in positivo, la Toscana e l’Abruzzo. Si tratta, in entrambi i casi, di sensibili miglioramenti.
Sempre nelle parti alte della classifica “negativa“ del Disagio Imprenditoriale 2014 si nota un rimescolamento dei posizionamenti delle regioni del Mezzogiorno tant’è che Campania e Sardegna (che l’anno scorso andavano a podio dopo la stabile Sicilia) scendono al quarto e al sesto posto guadagnando, nel primo caso, due posizioni e nel secondo caso tre posizioni.
Ne fa invece “le spese” la Basilicata che balza sul gradino più basso del podio con un punteggio di poco inferiore ai 60 (59,9). Le variazioni più significative riguardano, in positivo, la Toscana e l’Abruzzo. Si tratta, in entrambi i casi, di sensibili miglioramenti: la regione del Centro passa al 17° posto (ovvero nella parte “meno cattiva” della classifica del Disagio Imprenditoriale) guadagnando 5 posizioni mentre la regione del Sud d’Italia scende al 15° posto, un ranking migliore rispetto a quanto fatto registrare da importanti regioni del Nord come Lombardia, Emilia Romagna e Veneto che invece peggiorano.
Per gli imprenditori della Lombardia e dell’Emilia Romagna peggiora il contesto imprenditoriale.
Inoltre, secondo la classifica stilata da Fondazione Impresa sulla base di 12 indicatori, il Trentino-Alto Adige presenta il tasso di “disagio imprenditoriale” più basso con 26,4% punti, ossia pari sostanzialmente alla metà della media italiana, distanziando notevolmente la penultima classificata Valle d’Aosta.
A garantire il primato sono soprattutto l’alto tasso di sopravvivenza delle imprese, la recessione meno pesante e i bassi tassi di interesse, categorie in cui il Trentino-Alto Adige si conferma la regione in assoluto migliore, e tra i migliori in “procedure consensuali”, “banda larga”, “fallimenti” e “credit crunch”.
Ulrich Stofner, direttore di BLS, Business Location Südtirol – Alto Adige, commenta: “Questi nuovi risultati non fanno altro che mettere ancora in luce l’impegno costante della Provincia di Bolzano verso aziende e startup. C’è interesse verso il nostro territorio. I finanziamenti alle imprese, la presenza di un ecosistema fondato su ricerca e sviluppo e l’esistenza di un network, di cui BLS fa parte, nato in funzione di garantire supporto agli imprenditori, hanno trasformato l’Alto Adige in un luogo ideale per fare business”.
Da gennaio a maggio 2014 sono 1.586 le nuove aziende che si sono iscritte al Registro delle Imprese della provincia di Bolzano, che così conta oggi 57.799 realtà imprenditoriali. La posizione geografica rappresenta un naturale incentivo ad insediarsi in Alto Adige, ponte strategico verso i paesi a Nord che si trasformano in mercati di interesse necessari per la crescita imprenditoriale. Il valore dell’export altoatesino da gennaio a giugno 2014 si attesta infatti su 991.797 migliaia di euro, di cui quasi un terzo rappresentato dalle esportazioni verso la Germania, seguite dal commercio estero verso Austria, Francia e Svizzera.
In allegato l’intero Studio 2014.
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