E due richieste al Governo: ristabilire subito il meccanismo di cessione del credito e controlli efficaci per prevenire e perseguire le truffe
Forte mobilitazione da parte di Confartigianato all’insegna di “via la norma che blocca la cessione dei credito”. E promuove una serie di azioni per rivedere l’articolo 28 del Sostegni ter mentre il mondo della politica si agita alla ricerca di soluzioni (vedi qui) come sta cercando di fare il M5S e FdI che attacca duramente il governo. E Draghi che, informano i giornali, andrebbe avanti sulla strada intrapresa.
La mobilitazione
Introdotto per evitare le frodi nell’utilizzo dei bonus edilizia e riqualificazione energetica, l’articolo 28 limita ad una sola cessione il trasferimento dei crediti fiscali.
La situazione, denuncia Confartigianato, è particolarmente pesante per quelle imprese che hanno garantito ai cittadini di poter fruire delle agevolazioni, attraverso lo sconto in fattura o l’acquisizione del credito direttamente dal consumatore. Esse ora si trovano con la difficoltà, se non l’impossibilità, di cedere a loro volta il credito, con negative ripercussioni sui flussi di cassa, sulla programmazione dell’attività aziendale e sulla tenuta occupazionale.
Almeno due cessioni
La Confederazione ha chiesto al Parlamento e al Governo di sbloccare la cessione dei crediti per non bloccare la crescita e il lavoro delle imprese. Il presidente Granelli ha scritto a Draghi domandando lo stralcio dell’articolo 28. E in via subordinata la possibilità di effettuare almeno due cessioni verso soggetti della filiera e cessioni, senza limiti numerici, verso enti creditizi e in generale soggetti vigilati. La mobilitazione ora si intensifica con iniziative di denuncia e sensibilizzazione in tutta Italia. Vedi le lettere di protesta inviate dalle associazioni provinciali a presidenti di Regione e ai prefetti di tutta Italia
10 motivi per correggere l’art.28
In un manifesto diffuso dal Sistema Confartigianato ai rappresentanti delle istituzioni di riferimento su tutto il territorio, sono indicati i 10 motivi per correggere la norma e prevedere controlli efficaci contro le truffe. Eccoli:
-i cambi in corsa delle regole disorientano le imprese
-la stabilità normativa indispensabile per consumatori e imprenditori
-il mercato già bloccato dall’effetto annuncio
-tutta la filiera compromessa
-non solo danni economici. In gioco anche la reputazione delle imprese
-a rischio liquidità e programmi di sviluppo delle imprese
-colpiti gli operatori onesti e responsabili
-aumenta la sfiducia verso un efficace strumento per la transizione green
-rallenta la corsa verso gli obiettivi UE di risparmio ed efficienza energetica
-l’accesso agli incentivi diventa elitario.
a cura di EB
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere