
“Mίμησις” (mìmesis): parola greca che significa genericamente “imitazione”, ma che negli anni si è evoluta sino a dar vita al verbo mimetizzare.
La collezione Nodoor di Effebiquattro ha proprio questa capacità: quella di mimetizzarsi con le pareti della stanza in cui viene installata, tanto da sembrare un tutt’uno con essa, ma senza perdere la sua funzione: quella di rendere la porta un elemento d’arredo che vada oltre una superficie e quattro angoli.
Appartenente alla tipologia delle porte rasomuro, Nodoor passa inosservata e si fonde con la parete sino a scomparire, resa riconoscibile solo dalla maniglia (anche le cerniere sono a scomparsa), ma non per questo abdica al suo essere al tempo stesso elemento di passaggio e separazione.
Nodoor infatti si nasconde apparentemente alla vista (sia con apertura tradizionale sia nella versione a scomparsa), poiché è in grado di replicare i colori e le finiture delle pareti. Così dona dona fascino all’ambiente e sorprende chiunque si fermi a osservarla. Tutto questo senza rinunciare all’innovazione, che accomuna tutte le porte di Effebiquattro: isolamento acustico (grado di fonoassorbenza 28dB), cerniere invisibili regolabili sui tre assi e serratura magnetica.
Ampia anche la gamma delle finiture: oltre alla versione laccata (tono su tono), Nodoor è prevista anche in diverse essenze si frassino o rovere spazzolato.
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