Si è tenuta nei giorni scorsi una riunione del Comitato di indirizzo strategico per il mondo delle costruzioni.
Presieduto da Sergio Fabio Brivio, vicepresidente UNI, il Comitato raggruppa i principali attori della filiera e svolge funzioni di indirizzo e di coordinamento delle strategie normative nazionali in questo settore senza dubbio strategico per il Paese (nonostante il periodo di crisi, da un punto di vista meramente economico su scala nazionale il peso del settore edilizio è superiore al 10% del PIL).
Alla riunione hanno partecipato associazioni di impresa, rappresentanti delle professioni e delle Istituzioni, enti federati all’UNI: tutti accomunati dalla volontà di avviare un percorso di lavoro che si prospetta intenso, dati i numerosi temi che vanno via via imponendosi con sempre maggiore insistenza.
Diversi i punti all’ordine del giorno, alcuni dei quali hanno consentito di affrontare questioni, di ordine sia teorico che pratico, in questo momento decisive per il mondo delle costruzioni e che hanno permesso di impostare le necessarie linee di intervento.
Tra gli argomenti affrontati, un capitolo a parte va senz’altro dedicato al complesso tema della qualità del processo produttivo. Il presidente Brivio, partendo da quello che è il “prodotto da costruzione” per antonomasia cioè il mattone, ha stimolato la riflessione sul fatto che esso, pur nelle sue caratteristiche fondamentali, non è fine a se stesso ma è da considerare parte organica di un sistema più ampio e che, come tale, aiuta ad assolvere – senza esaurirle in sé – funzioni e prestazioni dell’edilizia. Così anche la normazione tecnica che, ben lungi da essere un fine in sé, è un elemento che dà l’opportunità di perseguire un interesse comune di filiera.
Proprio sulla scia di questa riflessione, il presidente UNI Piero Torretta ha ricordato come l’esistenza di norme, ancorché condivise, sia condizione necessaria ma non sufficiente al perseguimento della qualità nel processo produttivo. Quest’ultima infatti può scaturire solo da un percorso articolato che vede indissolubilmente legati tra loro normazione, accreditamento e certificazione.
Il sistema della normazione tecnica è comunque uno strumento assai potente di cui l’intero settore delle costruzioni deve saper usufruire intelligentemente. La sua efficacia sta infatti proprio nel processo di condivisione da cui scaturisce, che ne fa uno strumento più adeguato a risolvere i problemi rispetto alla semplice imposizione di regole. Da qui l’importanza stessa del Comitato quale sede naturale di coinvolgimento e confronto di tutti gli stakeholder della filiera (industria, istituzioni, consumatori, professioni).
Ma il grande tema al centro delle riflessioni del Comitato costruzioni è stato soprattutto il BIM (Building Information Modelling) e in senso più ampio l’introduzione dell’Information Technology nel comparto edilizio.
Pietro Baratono, rappresentante del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha sottolineato che se da un lato il panorama nazionale è caratterizzato in certa misura da una sovra-regolamentazione, dall’altro manca una visione d’insieme del processo costruttivo, in cui vi sia efficace integrazione tra programmazione, progettazione, esecuzione e manutenzione. In questo senso l’introduzione dell’IT nelle costruzioni dovrebbe rappresentare un importante elemento di rinnovamento.
In qualità di membro dello European BIM Task Group – gruppo che nell’ambito della Commissione europea ha l’obiettivo di definire una strategia comunitaria in materia di BIM anche sulla base delle best practice esistenti nei vari Paesi membri – Baratono ha proposto il conferimento di uno specifico mandato al CEN per l’elaborazione di un quadro normativo europeo di riferimento.
Il BIM si viene a configurare come una vera rivoluzione nel mondo delle costruzioni. Esso è un vero e proprio modello di raccolta, utilizzo e gestione delle informazioni di qualunque natura (geometrica, tecnologica, prestazionale, funzionale, ecc.) di qualunque “oggetto” del processo costruttivo nella sua accezione più ampia (prodotto, processo, servizio, operatore). In questo senso, nella sua attuale linea di sviluppo e date le sue enormi potenzialità, il BIM – secondo Alberto Pavan, Coordinatore del GL UNI “Codificazione dei prodotti e dei processi costruttivi in edilizia” nonché professore al Politecnico di Milano – potrà addirittura evolversi in un più comprensivo IM, cioè Information Management.
Non si tratta quindi solo di una rivoluzione tecnologica, ma anche metodologica che ha tra l’altro subito una forte accelerazione da quando la Gran Bretagna ha imposto il BIM negli appalti pubblici a partire dal 2016.
Anche la normazione tecnica è dunque chiamata a uno sforzo importante per aiutare a introdurre in maniera efficace questo modello nell’ordinamento nazionale.
Il ruolo che UNI si sta ritagliando in questo ambito, anche a livello europeo, è tutt’altro che marginale. Non a caso in occasione del 4th European Standardization Summit organizzato dal CEN a Riga nel prossimo mese di giugno, ad UNI è stato assegnato il compito di coordinare la sessione sul tema “Building design and management”, che sarà focalizzata su due argomenti chiave quali il BIM e gli Eurocodici.
Un’occasione importante in vista del quale il Comitato costruzioni ha fornito spunti di indubbio interesse.
(comunicato stampa)
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere