Ecco perché 130 norme – tra cui alcune del settore facciate, oscuranti e serramenti -sono bloccate dai servizi giuridici della Commissione e non riescono a diventare norme armonizzate. Lo spiega un esperto che interviene senza peli sulla lingua pur desiderando rimanere anonimo.
130 norme circa frutto di duri anni di lavoro di esperti normatori di tutta Europa (e a spese delle loro organizzazioni o aziende di appartenenza) sono bloccate a Bruxelles e non riescono ad approdare alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. E’ quanto sta capitando alla EN 14351-2 sulle porte interne (vedi news) con grave danno per l’industria, l’edilizia e i committenti.
Ricordiamo che la pubblicazione sulla GUUE è indispensabile. Infatti senza la pubblicazione dei riferimenti della norma in un apposto elenco che di solito viene pubblicato un paio di volte all’anno, la norma non può essere applicata come norma armonizzata quindi non può essere applicata ai fini della marcatura CE. Il risultato finale è che se la norma è nuova essa non può essere applicata come norma armonizzata. Se la norma in questione è la revisione di una norma precedente già armonizzata, gli operatori dell’industria si troveranno ad operare con una specie di strabismo normativo: ai fini operativi essi applicheranno la norma più recente e non ancora armonizzata mentre ai fini della marcatura CE essi utilizzeranno la norma precedente.
Nell’ elenco delle norme armonizzate cui accennavamo prima (vedi qui l’ultima edizione) compaiono il riferimento e il titolo della norma, la data di entrata in vigore della norma in quanto norma armonizzata, la data di scadenza del periodo di coesistenza e quindi di inizio della obbligatorietà della marcatura CE.
Il caso del blocco della EN 14351-2 di cui abbiamo dato conto l’altro giorno ha suscitato una notevole impressione anche se siamo ancora in periodo agostano sia tra i produttori di serramenti che tra i produttori di porte tagliafuoco e sulle vie di fughe (che notoriamente sono quasi sempre porte interne). Naturalmente ha creato un clima di disappunto, sconcerto, rabbia ed amarezza tra chi era pronto ad applicare la marcatura CE. Il blocco di questa e altre 129 norme come EN 13830 sulle facciate continue, la EN 13656 sulle chiusure oscuranti ecc getta discredito all’intero processo normativo, penalizza chi è in regola o vuole mettersi in regola e favorisce i pigri, i ritardatari, i furbi. In questo quadro c’è anche chi se la ride ben contento del rinvio delle norme a data da destinarsi.
Qui interviene un esperto normatore che lavora a livello sia italiano che europeo che ci spiega che cosa succede all’interno del CEN e tra CEN e Commisione. Lo fa sotto garanzia di’anonimato visto che correntemente deve confrontarsi con i giuristi e i tecnici dei servizi della Commissione. Egli, lo chiameremo Normator, ci offre una visione dal di dentro di quello che succede tra CEN TC33 e Commissione e che nessuno ha mai avuto il coraggio di pubblicare. Purtroppo le notizie non sono belle e tantomeno le prospettive. A oggi. Ma è meglio saperlo che far finta di niente. (eb)
Norme. Che cosa succede a Bruxelles?
Oggi a livello di normazione sui prodotti da costruzione a Bruxelles c’è una gran confusione nella quale ormai nessuno più capisce nulla di ciò che fa.
In pratica:
· Al CEN scriviamo norme in continuazione, dovendo tenere presente sia il CPR il Regolamento n. 305/2011, che la realtà della materia (mica possiamo scrivere una Norma che è perfettamente legale ma con il prodotto non c’entra niente, o sbaglio??)
· La Commissione ce la boccia e ci dice cosa cambiare
· Noi la cambiamo, sempre nei limiti del possibile
· La Commissione ce la ri-boccia
· Noi la ri-cambiamo
· Loro ce la ri-bocciano
… e via dicendo in una situazione che sembra ormai uscita da una commedia dei fratelli Marx.
Ora, o al CEN siamo di colpo diventati tutti scemi (negli anni passati di norme non ne abbiamo scritte poche e simili situazioni paradossali non le ho mai viste) o in Commissione sono impazziti di colpo. Oppure- cosa che ritengo più probabile- la macchina Europa si è rotta ed i casini che vediamo nelle norme sono solo un riflesso di un’Unione che ormai non serve più per i suoi cittadini ma in realtà si autoalimenta di riti burocratici fini a sé stessi.
La cosa peggiora di anno in anno sempre sullo stesso solco, ossia si dice: “Noi siamo la Commissione e non ci importa come sia la realtà (ossia, come è fatta una finestra, cosa serve per tesare una porta, quali sono le caratteristiche di una chiusura tagliafuoco ecc…), la realtà deve allinearsi alla legge da noi scritta ed alle nostre interpretazioni. E’ un po’ come pretendere che se nel Regolamento si scrive che la gravità è negativa gli oggetti dovranno cadere verso l’alto e se cadono in basso è illegale. Punto e basta”.
Così non si va da nessuna parte, credetemi.
Il peggio poi è che i grandi censori dell’operato altrui quando devono fare qualcosa loro…beh lasciamo perdere dato che:
· Gli Atti Delegati pur promessi a raffica (primo trimestre del 2018, poi secondo, poi entro fine 2018, poi primo semestre del 2019, poi chi cavolo lo sa) mai arrivano;
· Si prefigurano documenti ad hoc per spiegare “how to solve” ed “how to do” e poi non li vede mai nessuno;
· Si promettono pubblicazioni data l’inconsistenza dei rilievi (è capitato per la EN 13659) e poi a distanza di 4 anni nulla si vede e manco si comunica il perché non si pubblica;
Ripeto, secondo me il “giocattolo Europa” si è rotto e nessuno sa più come aggiustarlo.
Normator
P.S.: quindi, quando sento parlare di “procedure di infrazione per deficit o debito” oppure sento santificare i Beati “3% deficit PIL” o “60% debito PIL”, che esistono solo in Europa, mi chiedo “ma se sono gli stessi “geni” che lo fanno mica sarà una c….ata??”
a cura di Ennio Braicovich
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