Fumata nera dopo la riunione, a Bruxelles, del CEN/TC 33, Convenors Group « Doors, windows, shutters, building hardware and curtain walling» con i servizi della Commissione che teme (per sé) i fulmini della Corte di Giustizia europea.
Sono oramai centinaia le norme EN, soprattutto per i prodotti da costruzione, che sono bloccate dai legali della Commissione europea e che non diventeranno mai norme armonizzate (dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea). Un danno enorme per l’industria delle costruzioni, per le piccole e medie imprese, per i clienti e per le imprese di costruzione. Nonostante che la Commissione abbia promesso da tempo di voler snellire il processo di armonizzazione.
Il caso più eclatante per il settore serramenti è quello della norma EN 145351-2 per le porte interne che investe sia le porte interne che tantissimo il settore delle porte tagliafuoco (in buona parte porte interne). Ma poi c’è la EN 13830 sulle facciate continue che è pronta da anni e poi ancora la EN 16361 sulle porte automatiche, la EN 13241 su porte industriale, commerciali e da garage e cancelli, la EN 13659 sugli oscuranti e le veneziane esterne, la EN 13561 sulle tende esterne… Sono 6 le norme candidate alla armonizzazione e 14 quelle già armonizzate ma revisionate (e quindi in attesa di una nuova armonizzazione). In totale 20 norme del CEN TC 33. Globalmente solo nel settore prodotti da costruzione fino a poco tempo fa erano 130 le norme in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Ora sono molto di più. Parrebbe, ma mancano cifre ufficiali della Commissione, che siano 280 le norme bloccate, la stragrande maggioranza appartenenti al settore costruzioni.
La situazione è precipitata con la bocciatura, si fa per dire, della EN 14351-2 da parte dei servizi legali della Commissione a metà ottobre (vedi news) che scrissero una durissima lettera firmata da Fulvia Raffaelli a Eurowindoor, EDSF, European Aluminium e SBS accusando il TC 33 di parecchie violazioni del Regolamento n. 305/2011. Dietro la durezza si poteva però cogliere l’imbarazzo di una Commissione che per anni ha approvato le norme EN rendendole armonizzate senza leggerle bene sotto l’aspetto legale.
Per risolvere questa situazione in un confronto schietto tra Commissione e il TC 33 si è riunito il 19 novembre a Bruxelles, presso la sede di CPE-Construction Products Europe, il Convenors group del CEN TC 33 « Doors, windows, shutters, building hardware and curtain walling» presieduto dal chairman Frédéric Wielezynski. Da una parte i convenors dei vari TC, i rappresentanti di vari enti e associazioni europee direttamente coinvolte dalle tematiche del TC 33 (European Aluminium, EDSF, Eppa, Arge, Eurowindoor, SBS, CPE) e dall’altra gli inviati della Commissione: Gonçalo Ascensao del CCMC, PM Construction, Tapani Mikkeli dell’EC/Grow/C.1 e Giancarlo Bedotti, EC Consultant. Tra gli italiani del TC 33 o dalla parte del CEN TC 33: Paolo Rigone, convenor del WG6 Curtain Wall, Samuele Broglio, membro del board di SBS e Guido Sabatini della European Aluminium.
Il risultato? Nulla da fare. L’avvocato Tapani Mikkeli è stato irremovibile. Tutta la produzione del CEN TC33 è legalmente sbagliata: serramenti, chiusure, tende, cancelli, relativa ferramenta, facciate continue. Le norme EN del TC 33 così come sono, anche se vendute in tutta l’Unione da anni, come la EN 14351-2 e altre, e non verranno mai pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. E così pure le norme degli altri TC del CEN che si occupano di prodotti da costruzione. Il motivo? Così come sono state scritte finora, le norme EN non rispettano pienamente il Regolamento prodotti da costruzione n. 305/2011 e non possono diventare norme armonizzate. Queste devono essere esaustive all’insegna della certezza del diritto. Se la Commissione le pubblicasse in GUUE verrebbe a sua volta condannata dalla Corte di Giustizia europea. Da anni la suprema Corte ha chiarito con la sentenza del James Elliott Case (vedi news) che le norme armonizzate sono parte della legislazione europea e quindi devono essere complete sotto i profili tecnico e legale.
A difesa del lavoro dei normatori v’è da dire che mai la Commissione ha redatto una linea guida su come scrivere le norme EN in linea con il Regolamento. Nè tantomeno la direzione del CEN ha avuto il minimo dubbio su come si scrivono le norme EN.
Le vie di uscita per le norme EN
Come se ne esce? Riscrivendo le norme EN da zero, tenendo conto fin dall’inizio del Regolamento CPR e richiedendo le cosidette “standardisation request”, cioè le richieste di normazione che viene ricevuta in bozza dalla Commissione la quale le valuta e, se le ritiene valide, emette i relativi mandati per gli ESO-European Standardisation Organisations, tra cui il CEN. Questo in breve. In realtà i passaggi burocratici sono tanti e lunghi.
Spiega Paolo Rigone, convenor del WG6, non proprio lieto per la fumata nera di Bruxelles: “Per risolvere questa impasse, possiamo ipotizzare di partire con uno studio, ovvero con un TC pilota che appronti le norme così come le vuole la Commissione. Quindi, potremmo sviluppare a gennaio 2020 una bozza di standardisation request che potrebbe diventare il documento definitivo da presentare alla Commissione nella primavera del 2021. Su questa base le prime norme in linea con il CPR potrebbero apparire nel 2025!”.
In effetti il cronoprogramma del CEN TC33, da poco rifatto, prevede come approval date delle nuove norme il primo semestre del 2025. Poi da lì alla pubblicazione in GUUE magari passeranno anni.
A Rigone fa eco un pessimista Samuele Broglio di SBS, la federazione europea delle piccole e medie imprese che da tempo denuncia il blocco delle norme EN (vedi): “Dopo tanti anni di lavoro i tempi per una norma armonizzata si sono allungati a dismisura. Personalmente non la vedo bene. Per di più i lavori delle ‘nuove”norme si intersecano con quelli di revisione del Regolamento CPR che dovrebbero iniziare a breve per terminare entro due-tre anni. E i legali della Commissione ci hanno capire che le “nuove” norme dovranno rispettare il nuovo Regolamento Prodotti da Costruzione. Siamo all’ assurdo. E come se ti facessero l’esame di scuola guida con il futuro Codice della Strada che ancora non c’è!”
Una delle ipotesi alternative che vengono ventilate è di bloccare tutti i lavori del CEN TC 33 fino alla revisione del CPR. Quasi una dimissione collettiva. Rigone: “Certamente di fronte a questa situazione ti vien voglia di dimetterti chiedendo ai legali UE di scrivere loro le norme. Se vogliamo, l’unica cosa positiva e seria del lavoro di normazione europea è l’armonizzazione delle norme di prova e di valutazione di prodotto. Per il resto il mercato unico è un sogno”.
Per le tante associazioni e le aziende che hanno pagato di tasca propria i normatori, i normatori stessi che hanno partecipato ai lavori per norme ora bloccate il danno è enorme.
Riflette Broglio: “Non tutto il lavoro è perduto. Nel caso della EN 14351-2 che è operativa da un paio d’anni senza essere armonizzata, essa può essere inserita senza problemi in un contratto e fare da riferimento, anche se le porte interne non potranno essere marcate CE”. Qualcosa del genere succede da tempo con la EN 13830 per le facciate continue. Da anni per le facciate continue si utilizza nei contratti la versione più recente della norma del 2015 ma per la marcatura CE si usa la versione del 2005.
“La verità –continua l’esponente di SBS – è che ricominciamo da zero. Hanno trovato il modo di parcheggiarci per anni con la nuova standardisation request. La Commissione europea ha istituzionalizzato l’agonia. Contro quello che diceva mio padre quando affermava che l’agonia è sempre una fase transitoria. Qui abbiamo norme che ci vincolano, norme oramai così vecchie che non ci permettono di fare quello che dovremmo fare. Diventa difficile anche giustificare in casa quando ti chiedono “ma che cosa hai fatto a Bruxelles in tutti questi anni?” Come lo spiego a mia madre e a mio fratello, che sono i miei soci in azienda, che questo è il risultato?
a cura di Ennio Braicovich
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