Riceviamo e volentieri ospitiamo la presa di posizione di Samuele Broglio, produttore di serramenti, normatore italiano ed europeo e CTP-Consulente Tecnico di Parte in merito alla nota sentenza della Corte di Giustizia europea che ritiene le norme armonizzate EN parte integrante del diritto europeo (vedi news). Le norme En sono quelle i cui riferimenti sono pubblicati in maniera periodica dalla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.
Il tema della cogenza delle norme EN si intreccia strettamente con quello della loro gratuità, battaglia di lungo corso di esperti normatori come Roberto Franza (vedi news) ma anche nostra.
(eb)
A fronte della sentenza della Suprema Corte Europea, a chi opera nel settore dei serramenti da molti anni, segue convegni e corsi da almeno un decennio e legge da tempo immemore le riviste di settore verrà sicuramente da dire “E chi se ne stupisce, era logico e risaputo”; vero e logico, ma a certi livelli, incredibilmente, non è così.
Infatti, la risoluzione dello scorso anno presa del CEN/TC33, che richiedeva la messa a disposizione gratuita delle Norme Armonizzate (vedi news), in certi ambienti è stata accolta con freddezza se non con fastidio, mentre autorevoli soggetti si sono prodigati e continuano a prodigarsi nel diffondere il “Verbo” della normazione volontaria.
Ora, per quanto una sentenza come quella della Suprema Corte riportata in questo sito non possa di per sé cambiare le cose d’imperio, mi pare che essa potrebbe e dovrebbe far sorgere qualche fondato dubbio nella mente di coloro che vogliono, a tutti i costi ,che documenti in base ai quali si può venire sanzionati siano comunque da considerare volontari, e quindi debbano essere acquistati e pagati da parte dei soggetti sanzionabili per poterne venire a conoscenza e quindi per poter cercare di evitare le predette sanzioni.
Certamente la situazione è confusa e contraddittoria che più non si potrebbe ed ahimè getta ulteriori e non necessarie ombre sull’efficienza ed efficacia di funzionamento di una Comunità Europea che si dimostra ogni giorno sempre più lontana dalla realtà dei suoi cittadini.
Ricapitolando.,.
Per quanto riguarda il nostro settore (come sempre, semplificando al massimo) ad oggi le cose stanno così:
· la Commissione, con il lodevole proposito di unificare il mercato comunitario e di dare regole uguali a tutti gli Stati, e quindi di riflesso a tutti i cittadini e le imprese europee, ha emanato la Direttiva (prima ) ed il Regolamento (poi), all’interno dei quali è prevista l’emanazione di Norme come documenti attuativi dell’atto legislativo; in base a quanto scritto in Direttiva/Regolamento la Marcatura CE deve venire apposta nel rispetto delle previste Norme (con qualche piccola deroga, possibile solo per le microimprese e/o in caso di prodotti unici o con destinazioni particolari) e la mancanza di tale Marcatura determina di per sé la non idoneità all’immissione sul mercato del prodotto rendendone obbligatori richiamo e ritiro dal mercato stesso
· il CEN riceve preciso Mandato dalla Commissione per la scrittura delle predette Norme, ed in caso di non rispondenza a Mandato si vede rigettare il documento e deve obbligatoriamente o “convincere” la Commissione della sua bontà oppure provvedere alla sua rielaborazione al fine di allinearsi ai desiderata dalla Commissione; già di per sé questo piccolo particolare dimostra come le Norme Armonizzate siano senza se e senza ma dei documenti strettamente legati alla legislazione comunitaria;
· la Commissione Europea, a fronte di una Norma che risponda correttamente al Mandato, pubblica i riferimenti di predetta Norma sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea; dato che la Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea non serve a pubblicare documenti volontari ma a rendere pubblici per l’appunto i documenti ufficiali (e sennò perché si chiamerebbe “ufficiale”??) dovrebbero sorgere ulteriori dubbi in merito alla volontarietà delle Norme i cui riferimenti sono in essa pubblicati;
· nel frattempo molti Stati Europei, tra i quali l’Italia, stanno emanando leggi e/o decreti relativi al controllo del mercato ed alle sanzioni aggiuntive (ossia oltre al richiamo/ritiro già previste dal Regolamento) da comminare a coloro che non marchino CE nel rispetto delle Norme di riferimento (vedi DL 106);
· come già detto precedentemente la Corte di Giustizia Europea, seppur con alcuni distinguo relativi al fatto che un Giudice può utilizzare anche metodi di prova differenti da quelli riportati in Norma nella ricerca della verità processuale, ha di recente statuito che le Norme Armonizzate pubblicate in Gazzetta Ufficiale sono in tutto e per tutto parte del Diritto dell’Unione;
· naturalmente, per semplificare le cose ai comuni mortali, il CEN, gli Enti Normatori nazionali e financo, in alcune occasioni, autorevoli esponenti della Commissione Europea continuano ad ammannire la versione della normazione volontaria; a seguito di ciò le Norme Armonizzate continuano ad essere vendute come un normale “prodotto” coperto da copyright.
Ora, visto che per logica non può esistere una sanzione comminata in base alla rispondenza o meno ad un documento volontario così come non è possibile che ciò che per un Ente comunitario è parte del Diritto dell’Unione sia nel contempo per un altro Ente volontario, per cortesia qualcuno chiunque egli sia ma con la necessaria autorità ponga fine a questo caos decidendo una volta per tutte delle due l’una, ossia:
· o le Norme Armonizzate sono volontarie e quindi la mancata rispondenza ad esse non rappresenta violazione alcuna e non può dare atto a sanzioni, e quindi esse possono liberamente venire fornite a pagamento essendo nella libertà del singolo soggetto se adeguarsi ad esse oppure no; logicamente a fronte di ciò si dovrebbe dire ad un mercato che si è dato da fare ed ha speso notevoli risorse economiche per allinearsi a ciò che è stato prospettato come un obbligo “Scusate, stavamo scherzando”, cosa a mio avviso tutt’altro che corretta ed auspicabile
· oppure le Norme Armonizzate sono obbligatorie tanto quanto una legge per cui il loro mancato rispetto essendo violazione porta a sanzioni, e quindi dato che è diritto dei cittadini essere informati sulle leggi che li governano esse debbono essere portate a loro conoscenza integralmente ed a titolo gratuito così da permettere loro di adeguarvisi
Certo, il costo delle Norme non è immenso ed il loro acquisto non prevede l’esborso di cifre tali da portare al fallimento una ditta, ma il dare una certa ed univoca interpretazione ai cittadini dell’Unione e, nel caso, il rendere disponibili gratuitamente i documenti ai quali ci si deve obbligatoriamente adeguare è nulla più (e non è poco) che un obbligo etico-morale di una società civile, necessario ed imprescindibile al di là del costo economico delle cose.
Spero solo che, per non pestare nessun piede e dare quindi un colpo alla botte del Regolamento ma nel contempo un altro colpo al cerchio degli Enti Normatori, non si decida di non decidere nulla, lasciando continuare la presente situazione nella quale, mentre da un lato si rischia di non sapere più se e cosa sia d’obbligo si ha però la triste certezza del fatto che in certi casi un libero cittadino della civilissima Unione Europea debba pagare i documenti che gli servono per evitare potenziali sanzioni.
Samuele Broglio
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