Troppe leggi, norme e regolamenti? Il dubbio più che legittimo viene alla mente ogni giorno quando ci confrontiamo con la nostra ipertrofica burocrazia, con leggi che invece di chiarire confondono le idee, con le norme – esempi ne abbiamo a bizzeffe – che sembrano fatte per i progettisti di un aereo passeggeri e non per chi deve costruire serramenti o portoni. Tra il serio e il faceto, tra l’ironico e il sarcastico l’ing. Govanni Tisi, qui ritratto al recente Forum Involucro Serramenti, punta il dito sulla insaziabile ingordigia di leggi, norme e regolamenti, ovvero la bulimia informativa, che colpisce tutti noi, a cominciare dalle nostre Istituzioni al punto di farci spesso esclamare: “Più semplice no?…”(eb)
In principio era la Legge. Sacra e immutabile, permeava la vita della gente comune per osmosi, per lenta digestione di casi e ricorsi.
Poi sono nate le leggi a tempo determinato, le finanziarie a rinnovo, i richiami di legge a norme tecniche mutevoli di edizione in edizione, sconosciute ai più (anche perché sono scandalosamente a pagamento a ogni edizione).
Poi i Decreti Legge urgenti, da approvarsi in Parlamento entro 60 giorni, ‘salvo intese’: che vuol dire che c’è urgentemente qualcosa da fare, ma non è detto che sia quello che c’è scritto. Cosi, oggi, se sui bonifici troviamo L296 e smi, non si sa bene se rileggersi la 296/06 o rincorrere il filo d’Arianna delle ‘successive modifiche e integrazioni’.
Poi sono arrivate le Guide, per i cultori della precisione; lodevoli summa, delle appunto innumerevoli Successive Modifiche e Integrazioni. Poi i Vademecum, i bigini per quelli che van di fretta: cosa fare, cosa tenere, cosa buttare.
E, infine, le FAQ, pronunciate all’italiana, con la U finale, sennò sembrano una parolaccia. Risposte date da oscuri funzionari a presunte domande delle folle incerte; in realtà chiarimenti ‘ufficiosi’ su qualche imprecisione scritta nelle norme. Arrivano a lenzuolate (come quelle del Mise sui Decreti Requisiti Minimi), o alla chetichella, una oggi, una domani. Ovviamente senza data di pubblicazione, di ritiro, di modifica; e senza alcun valore legale: chi non si ricorda la FAQ dell’ENEA sui portoncini blindati sconfessata a stretto giro di posta dall’Agenzia delle Entrate?
Ma a questa bulimia di norme, decreti, Faq e ‘interpretazioni autentiche’, si aggiunge il WEB.
A seguito della pur minima pubblicazione, inizia una fanfara di ‘Siti di Informazione Seri’ che rilanciano la stessa notizia più volte e più volte, nella maggior parte dei casi senza nemmeno variare una virgola; al che, verrebbe da chiedersi se sono siti di informazione o semplici cacciatori di click.
Vero, perché poi ci sono i ‘Veri_Cacciatori_Di_Click’, quei siti specializzati a spararla grossa nei titoli, salvo ridimensionarla nell’occhiello, a svilirla nel testo e a negarla negli allegati… che si scopre essere le stesse veline ministeriali già riportate dai Siti_di_Informazione_Seri.
E, campione di tutto questo, arriva il Cliente_Informato: davanti a un ‘Ho letto su Internet’, chi di noi, di voi, ha il coraggio di obiettare? E se obietti e quello torna con una stampata di una pagina di un sito ‘Fai_tu_come_mi_chiamo.Agenzia.it’, come la metti? Ti viene il dubbio di esserti perso l’ultima grida, l’ultimo aggiornamento, l’ultima FAQ.
Ma in uno Stato serio, non dovrebbero esserci solo poche leggi, chiare, conosciute e rispettate da tutti?
Giovanni Tisi
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