La revisione della norma sulla sicurezza dei vetri in edilizia si sta rivelando un vero e proprio macigno contro i produttori di serramenti, afferma Roberto Dolcetti, produttore di serramenti di Bologna
Il 22 maggio è entrata in vigore la norma UNI 7697 “Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie”, revisione dell’edizione del 2007 (vedi news). La norma, che è cogente ai sensi di legge (Codice del Consumo, vedi news) impone alcuni obblighi ai produttori di serramenti tra cui quello più rilevante è l’adozione di vetrate isolanti dotate di lastre interne di sicurezza se poste ad altezza superiore di 100 cm dal piano di calpestìo in classe minima 1C3 se di vetro temprato o in classe minima 2B2 se di vetro stratificato (classificazione di resistenza all’urto secondo UNI EN 12600).
Ora, passata la prima reazione di stupore per la modalità repentina di pubblicazione di una norma cogente, i produttori hanno iniziato a fare i conti e a rendersi conto degli aumenti di prezzo che subiranno i serramenti. Un giro di telefonate tra alcuni produttori ci ha permesso di cogliere aumenti di prezzo al metro quadro attorno mediamente al 10%.
Ed è quello che denuncia Roberto Dolcetti, noto produttore bolognese di serramenti, che chiede la revisione della norma UNI 7697, come aveva già chiesto qualche giorno fa Samuele Broglio di Confartigianato Legno (vedi news). Qui di seguito la lettera di Dolcetti.
(eb)
Egregio Direttore
nei giorni scorsi ANFIT, la nostra Associazione di riferimento, mi ha rimbalzato la notizia relativa all’entrata in vigore della revisione della norma UNI 7697 sulla sicurezza vetraria.
Premetto che la sicurezza vetraria, con l’applicazione stretta della normativa 7697, è sempre stato un cavallo di battaglia della mia azienda, per cui la notizia della sua revisione ha sfondato una porta aperta foriera, come pensavo fosse, di ulteriore chiarezza per il mercato; tuttavia, approfondendo l’argomento in Associazione mi sono reso conto della portata del cambiamento che la revisione comporterà per la mia azienda e per l’intero settore.
E’ questo il motivo che mi ha spinto a scriverLe: con questa mia Le manifesto tutto il forte disagio che sto vivendo a causa dell’improvvisa ma soprattutto imprevista pubblicazione della revisione della 7697. Analizzando i futuri scenari che si stanno prospettando per la mia azienda e per i serramentisti nazionali, subito balzano agli occhi alcune evidenti difficoltà.
Nello smaltimento degli ordini in essere prima del 22 maggio, chi pagherà il conto della maggiorazione del costo dei vetri? Cosa potranno fare le vetrerie il cui fatturato per circa l’80% era rappresentato dai vetri 4/16/4? Erano già state avvisate? Hanno potuto smaltire le loro scorte? Ma se così fosse avrebbero dovuto avvisare anche noi, che avremmo potuto adeguare i nostri contratti con la committenza. In caso contrario, come faranno a smaltire le scorte?
Noi serramentisti siamo nell’impossibilità di contrattare un prezzo adeguato delle vetrazioni per l’attuale mancanza di concorrenza fra le vetrerie, impreparate a questo nuovo mercato.
Se decidessimo di continuare a montare i vetri previsti prima della revisione della norma dovremmo fare i conti con la responsabilità derivante dalla mancata attuazione della normativa in vigore, una responsabilità che durerà almeno per i prossimi 10 anni, come stabilito dal nuovo Regolamento Prodotti da Costruzione n. 305/11, ma che di fatto potrebbe durare fino alla prossima sostituzione dei vetri, a causa della nuova visione che la magistratura penale sta imponendo nel processo ai tre Amministratori di condominio di Torino imputati di omicidio colposo per la morte di una ragazza di 15 anni, in modo retroattivo rispetto alla introduzione della normativa. Senza contare le eventuali implicazioni di una causa civile con la committenza privata, che potrebbero far slittare i pagamenti a tempi infiniti oppure invalidare l’intera fornitura.
Pur trovandomi d’accordo con lo spirito della norma UNI, devo purtroppo constatare che aumenta sempre di più la distanza tra il normatore e le reali esigenze del mercato: una revisione opportuna ed utile come quella della UNI 7697 doveva essere introdotta con la necessaria gradualità, cogente per i nuovi contratti stipulati dopo il 22 maggio ma differita per i contratti già in essere.
Abbiamo inoltre calcolato che questa revisione impatterà per almeno l’80% della produzione e comporterà mediamente un aumento dei costi stimato tra 8 e 12%, a seconda degli specifici casi, per ogni mq di serramento.
Con un mercato già in così grave sofferenza a causa del persistente stato di crisi in cui versa l’intero settore, le aziende italiane dovranno sopportare questo ulteriore supplemento di costo aumentando ancora di più il gap della differenza di prezzo nei confronti del prodotto di importazione, che di questi problemi non ne ha mai avuti perché mai sono stati effettuati controlli sulla loro produzione, accettando che sul mercato italiano siano smerciati prodotti che spesso utilizzano vetri normali anche nelle porte finestre.
Forse c’è un complotto contro le aziende nazionali a vantaggio dei prodotti di importazione o si tratta solo di un caso e l’UNI non si è resa conto di quanto sarebbe successo nel mercato ed alle aziende come la mia?
Forse non ci si è resi conto che con questa normativa, invece di incentivare e agevolare un mercato già in forte sofferenza, invece di sostenere e valorizzare la produzione Made in Italy, si costringono le aziende italiane a esternalizzare non solo per rimanere competitive ma, in alcuni casi, anche per non dichiarare il fallimento.
La norma UNI 7697 aggrava ancora di più la situazione di forte crisi in cui versa questo settore in Italia. Invece di ricevere aiuto da parte delle istituzioni, riceviamo continue delusioni e segnali evidenti del disinteresse dello Stato e dei suoi organismi per il nostro lavoro.
In conclusione, a mio avviso, la norma UNI 7697 va revisionata nuovamente.
Roberto Dolcetti
Dolcetti S.r.l.
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