"Permangono tuttavia ancora delle gravi criticità, che confidiamo possano essere superate in sede di Parere da parte delle Commissioni Parlamentari” - afferma la Presidente Carla Tomasi
FINCO, Federazione delle Industrie, dei Prodotti, degli Impianti, dei Servizi e delle Opere specialistiche per le Costruzioni, ha già espresso una prima valutazione complessivamente positiva della recente approvazione nell’ambito del Consiglio dei Ministri del 3 marzo u.s. dello schema di Decreto Legislativo di recepimento delle Direttive Appalti e di complessivo riordino della materia.
“Permangono tuttavia ancora delle gravi criticità, che confidiamo possano essere superate in sede di Parere da parte delle Commissioni Parlamentari” – afferma la Presidente Carla Tomasi. Il lavoro di approfondimento compiuto dalla Commissione Interministeriale, incaricata del recepimento, ha portato ad importanti e significativi inserimenti nel testo come la previsione del divieto di avvalimento e di subappalto indiscriminato per le lavorazioni cosiddette “Superspecialistiche”; il mantenimento del venti per cento quale ribasso massimo da praticarsi tra appaltatore e subappaltatore; il pagamento diretto di subappaltatori, prestatori di servizi e fornitori di beni e lavoro (anche se con una formulazione che andrebbe migliorata), il mantenimento dell’attuale soglia di 150 mila euro al di sopra della quale utilizzare la prequalifica Soa.
“Significativa e condivisibile anche l’impostazione degli articoli relativi ai Beni Culturali, continua la Presidente Tomasi”
Ma se è condivisibile l'affermazione del Ministro Delrio secondo cui “il modo in cui è stato vissuto il subappalto in questi anni è da dimenticare”, non è allora conseguenziale il fatto che il subappalto sia stato liberalizzato per tutte le lavorazioni comprese quelle specialistiche (è importante, ma parziale, il limite del 30% per le sole opere cosiddette “superspecialistiche”). Mentre esso dovrebbe essere consentito solo laddove l’aggiudicatario della gara possegga in proprio tutte le qualificazioni specialistiche richieste per la partecipazione alla gara ed esecuzione dell’opera.
Un altro aspetto da evidenziare è la mancata indicazione di precise soglie di importo entro le quali si deve usare esclusivamente il criterio del massimo ribasso (ovviamente temperato dall’esclusione delle offerte anomale) come opportunamente previsto dalla lettera ff) della Delega.
Vorremmo poi, anche ai fini di una maggiore certezza del mercato, che non ci fossero tentennamenti in merito al sistema unico di qualificazione che si dice essere “di regola” (art. 84, comma 1) quello Soa, ma che poi si pensa già di mettere in discussione tra un anno alla fine del medesimo articolo (comma 12): con ciò si introduce una provvisorietà nel meccanismo della prequalifica SOA, qualcosa di peggio di una dichiarata transitorietà, che fa presagire un futuro mutamento di sistema.
Manca inoltre una chiara indicazione che la qualificazione si acquisisce solo con lavori effettivamente e direttamente eseguiti e che al di sopra di una determinata soglia le lavorazioni cosiddette “scorporabili” devono essere indicate nell’appalto. Travisano infatti lo spirito e la lettera sia delle Direttive che della Legge Delega quanti continuano ad invocare una assoluta libertà d’impresa (di quale impresa? Una “scatola vuota” che non assume forza lavoro e che brilla soprattutto nel momento “relazionale”) senza, al tempo stesso, chiedere una rigorosa e reale qualificazione degli operatori che, per quanto riguarda le capacità tecniche e professionali “deve” (come dice la lettera r) art. 1, comma 1 della Legge Delega) non “può” (come recita oggi l’articolo 83, comma 6 del citato schema) essere dimostrata con il possesso di risorse umane e tecniche nonché con l’esperienza necessaria ad eseguire l’appalto.
“Genera, infine, molte aspettative la complessiva revisione del sistema di qualificazione che, ora che è affidato alla c.d. soft law di Anac, è opportuno – conclude la Presidente Tomasi – raccolga i contributi di tutti i principali attori del settore all’interno di un confronto chiaro e partecipato. In ogni caso cercheremo negli ultimi passaggi parlamentari prima del 18 aprile di richiamare l’attenzione del Legislatore sui necessari correttivi, peraltro in linea con i principi della delega dallo stesso Parlamento licenziata dopo approfondita analisi”.
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