Si è tenuto il 13 aprile scorso a Milano, presso l’Auditorium Giorgio Squinzi in Assolombarda, il convegno ‘Obiettivo rinascita 2023. La messa a terra del PNRR’ organizzato dal Sole 24 Ore
Il convegno ‘Obiettivo rinascita 2023. La messa a terra del PNRR’ organizzato dal Sole 24 Ore ha fatto il punto sullo stato di attuazione degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in vista della scadenza del 2026. Per l’anno 2023, “l’anno orribile del PNRR”, così come ha spiegato il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini, sono in gioco un totale di 34 miliardi di euro e 96 obiettivi da portare a compimento. A che punto sono le sei missioni previste dal piano di recovery del governo? Ne hanno discusso irappresentanti delle Istituzioni e del mondo industriale con focus sul tema dell’accesso ai progetti e al credito delle piccole medie aziende di cui l’Italia può vantare un numero maggiore rispetto alle grandi.
Gli obiettivi del PNRR
A fare una panoramica sugli ‘obiettivi raggiunti e obiettivi da raggiungere’ del PNRR è stata Giorgia Aresu Partner di KPMG, che ha sottolineato le difficoltà che si riscontrano nel momento del passaggio alla fase attuativa dei target da raggiungere i quali “necessiterebbero – almeno per il 40% – di una revisione di tipo qualitativo, che tenga conto dello scenario modificato da una crisi diversa da quella che ha determinato la costruzione del PNRR ovvero la guerra, i problemi di approvvigionamento e i costi dell’energia”. E sottolinea l’importanza di un negoziato tra leamministrazioni responsabili e i soggetti attuatori riconoscendo, se esistono, le difficoltà e rafforzando lemisure più semplici. Quelle cioè che hanno la capacità di cogliere gli interessi degli enti e delle imprese purché coerenti con gli obiettivi di digitalizzazione e di trasformazione ecologica e di efficientamento energetico. Infine, conclude Aresu, “il sistema professionale può e deve supportare con capacità e responsabilità il settore privato, le banche e le imprese per portare a termine gli obiettivi nei tempi”.
I ritardi del PNRR
‘La situazione che si è creata nei cantieri tra il nuovo Codice degli Appalti e il rincaro delle materie prime’ vieneaffrontata dalla Presidente ANCE, Federica Brancaccio.“Uno dei motivi per cui c’è ritardo nell’attuazione del PNRRè che nel 2022 tutte le stazioni appaltanti hanno dovuto rivedere i progetti, adeguarne i prezzi e ciò ha comportato ritardi di non meno di 6 mesi che, in vista del 2026, sono un periodo molto lungo”, dichiara la presidente. “E se adesso stanno aggiornando i prezzari anche per il 2023, il meccanismo di ristoro per i lavori in corso per il caro materiali è ancora troppo complesso”. Serve quindi un miglioramento ulteriore del Codice degli Appalti snellendo i processi autorizzativi e semplificando l’esecuzione dei lavori.
Come possono ‘le PMI accedere ai fondi’? Ne hanno parlato Luisella Altare, responsabile Corporate Italia Unicredit e Klaus Pini, Co-founder e CEO di CP Technology che hanno sottolineato come la banca abbia organizzato un gruppo di lavoro dedicato per avere un dialogo rapido con le imprese (Altare) e quanto straordinaria sia l’opportunità del PNRRper creare innovazione tecnologica (Pini).
Le sei missioni
La prima missione è stata spiegata da Alessio Butti, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale che ha affrontato il tema della ‘banda ultralarga e il 5G’ sottolineando i ritardi della copertura delle aree bianche e l’intenzione di conferire al Paese un piano industriale per lo sviluppo delle telecomunicazione come “in tempi sfidantidi 60 giorni”. Sono pronti 550 milioni per un accordo con Ferrovie dello Stato per la posa della fibra ottica aerea sui17mila chilometri di rete ferroviaria – ci fa sapere Butti – e un ulteriore accordo con Anas per la copertura wireless delle gallerie stradali. Anche il presidente CNIT e Fondazione Restart, Nicola Blefari Melazzi e il direttore di Vodafone Business, Lorenzo Forina parlano della necessità di miglioramenti sul fronte della connettività: “Mancano terminali innovativi e applicazioni e servizi”, lamenta Blefari Melazzi, “anche per evitare agli operatori di subire la concorrenza degli Over the top come Google, Facebook, Amazon che stanno avanzando fino all’ultimo miglio”. “Per fare il salto di qualità”, interviene Lorenzo Forina “è necessario avere meccanismi di distribuzione delle risorse del PNRR estremamente rapidi, semplici e accessibili alle PMI”.
La seconda missione riguarda la ‘rivoluzione green contro la crisi energetica’ che, all’interno del PNRR ha un peso enorme a cominciare dalle risorse a disposizione che sono quasi 60 miliardi. A discuterne Paolo Gallo, Ad e Dg Italgas, che fa riferimento ai 1,7 miliardi messi a terra dal Piano per la trasformazione degli oltre 1000 impianti che producono biogas a biometano. “Il primo problema da affrontare è la transizione burocratica, ovvero servono iter organizzativi più rapidi, impianti intelligenti per accogliere e garantire la qualità del biometano e la gestione dei costi di connessione che ad oggi ancora gravano sul produttore”. Stefano Granella, Chief strategy & Growth A2A, insiste sugli iter burocratici che rallentano la lunga strada da fare (sono 250 milioni di euro di finanziamento per A2A e altri 10 per progetti di ricerca sull’idrogeno) connessi ai problemi di parcellizzazione dei fondi e allocazione di risorse non sempre mirata. Un aiuto concreto può arrivare dalle istituzioni finanziarie, come spiega Gelsomina Vigliotti, vice presidente BEI la banca che, come alleata del governo, è in grado di fornire assistenza tecnica e finanziamenti alle amministrazioni pubbliche e rafforzare la capacità delle amministrazioni locali e regionali. Inoltre, “la Bei ha previsto per i prossimi 5 anni risorse addizionali per raggiungere gli obiettivi e consentire al Paese di sfruttare i fondi del REpowerEU. Come pure è rimasta ferma nell’intento di finanziare energie rinnovabili ed efficienza energetica”.
Giorgio Graditi, DG di Enea, azienda che ha un ruolo riconosciuto all’interno del PNRR come supporto al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica in qualità di advisor tecnico-scientifico, ha sottolineato l’importanza degli interventi che riguardano le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile, le comunità energetiche, l’economia circolare, l’efficienza energetica per la riqualificazione degli edifici e in generale l’importanza della tutela del territorio del capitale naturale e della risorsa idrica. Con un’attenzione particolare all’idrogeno, “per il quale ilPNRR ha predisposto 6 miliardi di euro per la produzione di elettrolizzatori per creare idrogeno verde e emanato diversi bandi finalizzati alla penetrazione dell’idrogeno verde nei settori fortemente energivori”. Tanti fondi, dunque, da utilizzare ma per mettere a terra iniziative complesse, “ènecessario rafforzare la governance per la gestione di processi così articolati, che metta insieme i vari Ministeri e possa consentire una visione coordinata e strutturata”. Graditi conclude insistendo sull’importanza di concentrarsi su quelle opere che “possano dare un contributo effettivo al paese e determinare opportunità di crescita e di sviluppo per le nuove generazioni (Next Generation EU), ma servono transizione burocratica e una semplificazione dei processi autorizzativi che talvolta diventano dirimenti per la realizzazione delle infrastrutture”.
Per la terza missione a parlare delle ‘infrastrutture in cantiere che garantiscano una mobilità sostenibile e sicura’,si sono alternati Edoardo Rixi, viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, Thomas Baumgartner, presidente Anita e Vincenzo Macello, vicedirettore RFI, tutti concordi nel considerare il PNRRuno strumento per fare grandi opere, dove però i tempi di rilevazione superano di gran lunga i tempi della disponibilità di utilizzo dei fondi (Rixi), come ad esempio i valichi alpini, vie di transito fondamentali delle merci tra il Mediterraneo e l’Europa centrale, spesso terreno di controversie con i paesi nostri confinanti. Baumgartner lamenta lo scarso interessedel piano governativo per il settore autostrasporti, responsabile dell’88% del traffico merci trasportate in Italia, a favore delle grandi opere ferroviarie (Terzo Valico, TavNapoli-Bari, Tav Brescia-Verona e Palermo-Catania) che, stando alle considerazioni di Vincenzo Macello sono in linea con i tempi.
Per contro, la messa a terra degli obiettivi della missione quattro sul ‘rilancio della ricerca e dell’università’ sta rientrando nei piani con 7,6 miliardi (su 11,7) già assegnati. Ne ha parlato Patrizio Memè, dirigente dell’unità di missione del Miur che ci informa sui “22 mila dottorati di ricerca da attivare per i prossimi tre anni – al momento ce ne sono solo 4000 attivi – e sulle soluzioni per creare appetibilità da parte delle imprese chiamate a cofinanziare al 50% l’Università”. Altro tema caldo, l’housing universitario che “dispone al momento di 40mila posti letto con una previsione di arrivare a 100mila”. Interviene Guido Saracco, Rettore Politecnico di Torino che concentra l’attenzione sulla crisi di natalità del nostro paese che ci porterà in meno di 50 anni ad avere 13 milioni di persone in meno. “La strada è quella di portare più stranieri da noi e creare attrattive per cercare di trattenerli”, chiosa “come pure andare a fare università nelle zone più critiche del mondo, tipo in Africa per creare le menti di domani.
La quinta missione sviscera il tema delle ‘nuove opportunità professionali nel quadro della parità di genere’, con l’intervento di Francesca Romana Recchia Luciani, docente di Ricerca e Innovazione Umanistica, all’Università di Bari e di Alessia Ruzzeddu, Diversity, equity and inclusion manager di Autostrade per l’Italia. Tante risorse a disposizione, quasi 30 miliardi e un raggio vasto di azione che va dalle politiche attive, all’occupabilità, dall’equilibrio territoriale all’empowrment femminile. “Investimenti necessari per aiutare il processo virtuoso nel tessuto produttivo nelle aziende, per colmare un divario non solo quantitativo ma anche sotto il profilo qualitativo, promuovendo la qualifica delle donne ai ruoli apicali e di alta specializzazione”. Sono queste le parole della professoressa Recchia Luciani che, tra le altre cose, dirige un dottorato di ricerca in Gender studies, promosso dall’Università di Bari, dalla scuola S. Anna di Pisa e dall’Università di Macerata che sta formando proprio le figure professionali che dovranno certificare la parità di genere nelle aziende. In Autostrade – interviene Alessia Ruzzeddu – abbiamo attivato la certificazione di parità lo scorso dicembre che ci ha consentito un percorso di riequilibrio interno e ha valorizzato l’impegno anche in altri ambiti (organizzativi, di governance e sul pay gap).
La ‘sanità da salvaguardare e modernizzare’ è il tema della sesta missione, a cui sono stati destinati 15,63 miliardi, ma stando ai dati della Corte dei Conti la spesa al 24 marzo era pari allo 0,5%. Risponde Andrea Costa, esperto di strategie di attuazione del PNRR del Ministero della salute: “Tra i fondi del PNRR dobbiamo distinguere tra i target europei, i cui obiettivi sono stati raggiunti da quelli nazionali intermedi a cui sono dedicate la maggioranza delle risorse”. E cita le case e gli ospedali di comunità ancora da mettere a cantiere e l’assistenza domiciliare “che dovrebbe garantire un miglior approccio, equità e sostenibilità al paziente oltre a un risparmio per il SSN”. Per Valentino Confalone, AD e president Novartis Italia: “L’investimento dovrebbe rafforzare la medicina territoriale e avrà il beneficio di liberare risorse all’interno degli ospedali per il trattamento delle patologie complesse che non possono essere gestite dai territori”. Dal canto suo l’azienda – continua- collaborerà con il Ministero e metterà ai disposizione le competenze, per facilitare l’intero processo di presa in carico del paziente”.
Finanza agevolata
La fitta mattinata di interventi del Convegno Obiettivo Rinascita 2023 si conclude con l’intervento del presidente Gruppo Finservice, Guido Rovesta su ‘Finanza agevolata e Pnrr’. Finservice è in grado di mettere le aziende in condizione di accedere alla finanza agevolata, un insieme di incentivi messi a disposizione dagli interventi delle legislazioni a livello comunitario, nazionale e regionali e da enti locali con lo scopo di contribuire ad incentivare progetti di sviluppo a favore delle imprese. Come rendere accessibile l’informazione per le aziende? Abbiamo creato, col supporto del Sole 24 Ore, una piattaforma digitale di facile accesso in grado di individuare le migliori opportunità per le aziende in base alle proprie caratteristiche e obiettivi.
Il PNRR ce la farà
Nota finale di ottimismo la regala Stefano Micossi, consulente per le strategie e le policy Assonime, che ci spiega su quali strumenti potrà contare l’Italia fra ‘Mes, Pnrr, eventuali eurobond, riforma del patto di stabilità e di crescita UE’: “C’è una buona base per pensare che il PNRR possa riuscire: il governo ha adottato una riorganizzazione che dovrebbe consentire di accelerare la semplificazione e sta prendendo un passo nuovo con la riforma degli appalti”. Inoltre, Micossi è sicuro che la Commissione Europea sia determinata a far funzionare il programma italiano “perché se fallisce questo fallisce il NextgenerationEu”.
“C’è solo una strana controversia sul MES”, concludel’economista, “ovvero che avremmo potuto usarlo per il piano sanitario, e ora fatichiamo a ratificare lo strumento: si tratta di un errore perché il MES sta diventando un fattore di frizione con le istituzioni comunitarie di cui non abbiamo bisogno”.
a cura di Letizia Di Peppo
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