Economia

Pandemia. Immobiliare, edilizia e serramenti tutti giù

Gli effetti della crisi pandemica: compravendite in regressione, diminuzione delle domande di detrazioni fiscali e intenzioni d’acquisto in forte rallentamento, regressione degli investimenti in edilizia e nei serramenti

La pandemia, atto secondo, lentamente comincia a manifestare i suoi duri effetti. Sarebbe sciocco non tenerne conto nascondendo la realtà. Una realtà che a novembre, tradizionale mese di consuntivi e preventivi, ha preso forma di numeri, tabelle e grafici.

Effetti della pandemia secondo l’Osservatorio Findomestic

Aveva iniziato a metà mese l’Osservatorio Findomestic di novembre che riporta i dati delle intenzioni di acquisto degli italiani di ottobre, rispetto a settembre. Il titolino del paragrafo casa è esemplare: “Casa, non è il momento di acquistare”.

Il testo è conseguente: “In ottobre nel settore casa però domina il segno negativo: l’intenzione di acquistare case e appartamenti è scesa del -16,3% rispetto a settembre, quella di ristrutturare del -4,4% e quella di comperare mobili del -2%”.

Se, poi, scendiamo sul terreno della Efficienza Energetica si assiste a una visione dicotomica, tipo Giano bifronte. Il titolo del paragrafo sembra ben promettere: “Effetto incentivi: tiene il comparto dell’efficienza energetica”. E il corpo del paragrafo appare conseguente e convincente:
“In controtendenza con il settore dell’efficienza energetica: gli incentivi sembrano continuare a funzionare e l’avvicinarsi della stagione fredda insieme alla volontà di migliorare gli impianti della propria casa stanno portando ad un aumento trasversale della propensione: +11,7% per gli impianti fotovoltaici, +2,3% per i solari termici, +9,2% per stufe e caldaie”.
Manca la notizia ferale che appare però nell’immagine in copertina e che mettiamo in rilievo con un tondo rosso: -8.6% per gli infissi e serramenti.

Pandemia e investimenti incentivati fiscalmente

Altre notizie non buone sono giunte anche dall’oramai tradizionale Rapporto Cresme – Camera dei Deputati “Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione” datato 26 novembre.

Leggiamo a pag. 9: “Nel 2020, a causa della crisi pandemica, la previsione costruita a partire dai dati dei primi nove mesi dell’anno porta a stimare questo valore in 25.105 milioni di euro, con una flessione del 12,7% rispetto al 2019. L’analisi dei dati mensili, che rendicontano i pagamenti per i lavori effettuati, evidenzia che la flessione causata dalla pandemia è durata cinque mesi, da aprile ad agosto”…

 

A pag. 41 osserviamo: “…

Per quanto riguarda gli interventi di riqualificazione energetica, il 2020 secondo le stime del Cresme dovrebbe registrare nel complesso dell’anno poco più di 355.000 domande, per 3 miliardi di euro di valore degli interventi; nel 2019 i dati a consuntivo hanno visto 395.022 domande e 3,5 miliardi di euro: in sostanza la dinamica negativa del 2020 comporterebbe una flessione del 17,6% del numero di domande e del 12,7% degli importi”.
E sappiamo ben quanto contano le detrazioi per  i serramenti, primo tra gli investimenti di efficienza energetica agevolati con il 42% di quota di mercato per il solo ecobonus.

Pandemia e Mercato Immobiliare

Il terzo rapporto Nomisma sul mercato immobiliare, presentato a fine novembre, potrebbe essere sintetizzato in: mercato in crisi, -20% di compravendite da qui al 2023. Il grafico qui a lato, proposto dall’Istituto di Ricerche, testimonia le intenzioni di acquisto di un’abitazione (valori %) sulla base di dati ISTAT.
Nomisma così mette sotto accusa gli effetti della pandemia:
“Il deterioramento dei bilanci familiari rappresenta l’ideale cinghia di trasmissione attraverso cui la recessione produrrà effetti negativi sul mercato immobiliare, aggiungendo agli impedimenti forzosi dei lockdown il progressivo impoverimento della domanda potenziale….
Ecco che il drastico calo delle compravendite, che si registrerà quest’anno, in parte attenuato dall’anomala vigoria estiva, non esaurisce il potenziale recessivo indotto dalla pandemia.
Il doppio fronte, costituito da lockdown prima e impoverimento poi, condanna verosimilmente il settore residenziale ad attestarsi su volumi di compravendita inferiori di circa il 20% rispetto ai livelli del 2019 per quasi un triennio”.

Pandemia, edilizia e serramenti

Gli effetti della pandemia sono ben presenti nel recentissimo intervento del prof. Carmine Garzia per il Dossier Forum Serramenti (clicca qui) laddove si punta il dito:
“L’edilizia conosce una flessione importante
Il 2019 è un anno positivo sostanzialmente positivo per il settore dell’edilizia che continua a crescere con tassi superiori al 3% e che conferma l’uscita del settore dalla crisi. Lo scenario si presenta critico per il 2020 con una previsione in diminuzione degli investimenti nelle costruzioni pari al -6,4%.
I segmenti del nuovo e del rinnovo, entrambi caratterizzati da tassi di crescita positivi nel 2019, risentiranno dell’incertezza e dell’instabilità dell’anno 2020 e registreranno performance di crescita negative con valori più bassi per il segmento del rinnovo che toccherà valori intorno al -7,9%.
Il settore dei serramenti continua a crescere anche nel 2019 con un tasso del 3,5%. Le previsioni mostrano un drastico calo della crescita nel 2020 a causa della crisi innescata dalla pandemia da Covid19 con una diminuzione della domanda di circa il -7,6%. Il 2021 rappresenterà l’anno della ripresa con valori di crescita positivi intorno al 3,8%”.

Quanto agli effetti della pandemia sulle vendite di serramenti incentivati (ecobonus e bonus casa)  Garzia non ha peli sulla lingua:

“Per il 2020 si prevede una diminuzione dell’importo generato dagli incentivi fiscali: tale diminuzione è dovuta principalmente alla diminuzione generale della domanda di serramenti provocata dalla crisi economica causata dalla pandemia da Covid19.”

Il grafico è chiaro più delle parole. Dai 1750 milioni di euro di serramenti incentivati nel corso del 2019 si passerà quest’anno a 1352: -22,7%

Oltre la pandemia

Tutto negativo? Per fortuna, no. Sappiamo che attraverseremo un periodo non bello. Di questo abbiamo certezza. Parimenti abbiamo certezza che questa pandemia finirà e che i fondamentali lasciano ben sperare. Pensiamo sempre alla bella e poco nota indagine commissionata da Enea all’Istituto di Ricerche Demopolis, e che abbiamo scoperto sepolta all’interno delle 410 pagine dell’ultimo RAEE – Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica. L’indagine, effettuata a febbraio poco prima dell’esplosione della pandemia, era mirata a valutare la consapevolezza dei cittadini in tema di efficienza energetica. Di essa riprenderemo solo tre dati:

-Il 71% dei cittadini intervistati ammette di vivere in abitazioni non consone sul piano energetico, da migliorare e che richiederebbero interventi per ridurne i consumi;

-Per gli italiani servirebbe innanzi tutto migliorare la coibentazione della casa (57% di citazioni) e sostituire ed efficientare serramenti, infissi e schermature (44%). Seconda citazione per numerosità, nota bene.

-A fronte di questa consapevolezza, rilevano gli autori dell’indagine, si contrae al 34% il segmento di quanti effettivamente ipotizzano, nei prossimi anni, interventi per il risparmio energetico in casa. Sulla contrazione indicata incidono specialmente ragioni economiche.

Italiani ed efficienza energetica

Tutti dati e cifre che danno speranza perché significano che grosso modo metà degli italiani ha degli infissi da rottamare e che sono ben coscienti della inefficienza energetica delle proprie abitazioni. Ecco perché l’Ecobonus, il Bonus Casa e gli altri incentivi fiscali devono continuare a sussistere possibilmente rinforzati e semplificati come pure il Superbonus che di fatto non ha ancora iniziato a dispiegare la sua potenza. L’attuale propensione al risparmio che sta facendo accumulare un’enorme massa di denaro nei conti correnti (130 miliardi ) che andrebbe canalizzata senza remore verso interventi di efficienza energetica che producono risparmio economico, creano lavoro, proteggono l’ambiente e fanno vivere meglio.

a cura di Ennio Braicovich