Torino. La morte di Giorgia Gallo trafitta da una scheggia del vetro di una porta di ingresso non è stata una fatalità
Negligenza e imperizia. Inosservanza di due norme che regolano la sicurezza dei condomini per la presenza di un vetro “non conforme” che rompendosi causò la morte di una giovane 15enne. In altri termini: omicidio colposo.
E’ questa la pesante accusa di cui dovranno rispondere due amministratori di condominio torinesi per la scomparsa di Giorgia Gallo, trafitta da una lama di vetro del portone di un caseggiato di corso Cincinnato 256 alla periferia di Torino.
E’ stato citato a giudizio anche il condominio quale responsabile civile. Il dibattimento si aprirà il 9 luglio 2014 avanti la 1.a Sezione Penale del Tribunale del capoluogo piemontese.
L’episodio avvenne nel giugno 2011 (vedi la news di Guidafinestra di allora) quando la porta a vetri del condominio di corso Cincinnato si ruppe per un forte colpo di vento andando in frantumi. Una lama di vetro purtroppo colpì alla vena succlavia destra Giorgia che morì dissanguata poco dopo.
Spiega l’avvocato Lorenzo Vitali che difende la famiglia Gallo: “Il giudice dell’udienza preliminare ha accolto pienamente la tesi della Procura della Repubblica, del pubblico ministero Raffaele Guariniello e delle parti civili”.
Dopo due anni di indagini e di perizie la Procura della Repubblica è convinta che la morte di Giorgia Gallo è dovuta solamente alla presenza di un vetro che la norma UNI 7697 non ammette per gli “ambienti comuni di edifici residenziali”.
Più precisamente la consulenza tecnica affidata a una esperta del Politecnico di Torino indica che “il cristallo era di tipo ricotto o indurito termicamente, mentre tra il 2002 e il 2007 la normativa imponeva per i luoghi pubblici (Uni 7697:2002) e in particolare per le parti comuni degli edifici residenziali (Uni 7697:2007) l’uso di vetri temprati e stratificati, che vanno in mille pezzi quando si rompono”.
Così a giudizio per omicidio colposo sono finiti l’amministratore che ha gestito il condominio fino al 2010 per non aver applicato la norma e quindi l’amministratore che ha preso in mano l’immobile dopo il 2010 per non averla applicata non facendo sostituire i vecchi vetri con vetri di sicurezza.
Considerando lo stato di vetustà del nostro patrimonio immobiliare e la scarsa propensione alla cura e alla manutenzione vien da pensare che buona parte dei nostri condominii la norma Uni 7697 proprio non la rispettano affatto.
Ma c’è un altro aspetto in questa storia che va al di là del rispetto delle norme come mette in luce l’avv. Vitali: “In questa vicenda occorre sottolineare che la Procura
della Repubblica non si è limitata a contestare ai due amministratori di
condominio la violazione delle norme UNI citate ma anche le ben più
gravi violazioni alla normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro
(D.Lgs n.626/94 prima e D.Lgs n.81/2008 poi ) in materia di valutazione
dei rischi”.
Quanto alla norma UNI 7697, essa è attualmente in fase di aggiornamento. Presto avremo una nuova versione (vedi news). Anche chi produce porte a vetri e componenti vetrati (ovviamente, nei casi previsti dalla norma) è tenuto ad osservarla in quanto la norma è obbligatoria secondo il Codice del Consumo (Decreto Legislativo n. 206/2005) che vieta l’immissione sul mercato di prodotti non sicuri. L’obbligo di osservarla si estende naturalmente anche ai progettisti, direttori lavori, imprese di costruzione, stazioni appaltanti, gestori di patrimoni immobiliari nonché ai committenti in genere.
(eb)
Nell’immagine a lato il condominio dove si è verificato l’incidente. Da Google Maps
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