Quattro gravi errori di posa che vanificano l’operatività di un elemento che è destinato alla protezione di persone e beni. L’ing. Delfino: “Purtroppo non è un caso isolato”
Suscita abbastanza raccapriccio la posa della porta tagliafuoco che si vede in questo video, soprattutto pensando al fatto che questo elemento è destinato alla protezione di persone e beni contro gli incendi.
La cosa che fa specie è che si tratta di una porta tagliafuoco nuova. Anzichè essere installata seguendo le istruzioni del produttore, qui si è arrivati a saldare sui tre lati il telaio al controtelaio anziché fissarlo semplicemente con le apposite viti, come da istruzioni del produttore. Addirittura sulla parte superiore, tra controtelaio e muro, è stato lasciato ampio spazio da lasciar passare le dita di una mano. Anche la serratura lascia a desiderare e non funziona pienamente. La chiave rimane incastrata e lo scrocco si blocca dopo un po’. Se poi si va ad esaminare il coordinatore di chiusura delle due ante, sono guai: l’anta primaria si chiude prima dell’anta secondaria lasciando un ampio varco. E addio allora alla sicurezza contro gli incendi.
Un commento sulla posa di questa porta tagliafuoco
Abbiamo chiesto un commento all’ ing. Gianrico Delfino, esperto di chiusure tagliafuoco nonché coordinatore del Gruppo Tagliafuoco di Acmi e coordinatore del gruppo UNI per la revisione della norma UNI 11473 “Posa e manutenzione di porte resistenti al fuoco e su via d’esodo”, membro Gruppo UNI/CT 011/GL 08 “Serramenti apribili resistenti al fuoco e a tenuta di fumo” nonché delegato italiano al CEN/TC 127 “Fire safety in buildings/ WG3 Fire Doors”. Così si esprime l’ing. Delfino:
“La situazione evidenziata da questo video è veramente di estrema gravità. Purtroppo però non sono casi così isolati come si potrebbe immaginare.
Nel caso specifico sono evidenziati quattro errori di posa:
1-Il telaio saldato ad un controtelaio metallico in totale inosservanza delle prescrizioni del costruttore della porta, e addirittura
2- E’ stata lasciata un’ampia zona vuota tra la testata del controtelaio e la parete;
3-Lo scrocco che resta all’interno dell’anta, rendendo inefficace la chiusura della porta;
4-Il selettore di chiusura che non svolge la sua funzione e l’anta primaria si può chiudere prima della secondaria, lasciando quindi, in caso di incendio, un ampio spazio di passaggio alle fiamme.
È difficile fare una graduatoria su quale di questi difetti possa avere conseguenze più gravi in caso d’incendio.
Vorrei però sottolineare come gli ultimi due difetti siano attribuibili ad una, purtroppo frequente, sciatteria nel gestire queste manutenzioni, ma comunque rimediabili con una corretta manutenzione.
Il primo difetto, la saldatura del telaio al controtelaio, denota invece una completa ignoranza da parte del posatore su quali siano i criteri di montaggio di questo tipo di prodotti e lascia senza risposta la domanda di come una persona che è capace a saldare e che riesce comunque a fare stare in piedi una porta, possa pensare di montare una porta antincendio in questo modo.
La saldatura del telaio al controtelaio non è prevista dalle istruzioni del produttore. Anzitutto, per stare dentro le norme, il controtelaio deve essere quello indicato del produttore della porta tagliafuoco e non un controtelaio qualunque, trovato lì in cantiere. In secondo luogo il fissaggio del telaio al controtelaio avviene tramite viti seguendo le istruzioni del produttore. Cosa che qui non è stata fatta”.
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