Eros Chemolli, durante il SerramenTalk organizzato al MadeExpo2021, ci ha parlato delle Porte tagliafuoco marcate CE. Casi studio sui nuovi strumenti per variare i prodotti testati: una panoramica utile ai produttori ma anche a chi prescrive, impiega e manutiene questi prodotti
Come è possibile modificare i serramenti resistenti al fuoco rispetto a quelli testati? Ce lo spiega Eros Chemolli, Ceo di Chemolli Fire nel suo intervento al Serramentalk esplorando il campo di applicazione diretta dei risultati (DIRAP), ma soprattutto l’innovativo strumento delle EXAP. Vediamo di cosa si tratta.
Innanzitutto è bene ricordare che le porte tagliafuoco vengono testate in laboratorio mediante la prova distruttiva secondo EN 1634-1, con determinate configurazioni di misure, finiture, serrature, vetri e altri componenti costruttivi. Così avviene anche per le altre caratteristiche delle porte come la tenuta ai fumi (EN1634-5) e la durabilità (EN 1191). Tutte le informazioni tecniche sono inserite in specifici documenti, estremamente approfonditi nei dettagli, che includono anche le tecniche di fissaggio e l’eventuale protezione.
Il Campo di applicazione diretta dei risultati, DIRAP – chiarisce Chemolli – è parte della norma di prova e può consentire la riduzione o l’aumento delle misure, l’aumento degli spessori e la possibilità di cambiare supporto (da muratura a cartongesso e viceversa). Il produttore può provvedere alle modifiche senza ulteriore benestare ma non può intervenire sui componenti costruttivi come le serrature o le cerniere.
Le prove EXAP e HPS sulle porte tagliafuoco
Per operare altre modifiche è necessaria una nuova prova: la EXAP, il campo di Applicazione Estesa dei risultati di prova per le porte resistenti al fuoco e a tenuta di fumo, diversificata per ambiti, materiali e tipologie, facente capo alla famiglia di norme EN 15269.
Il potenziale di EXAP è enorme – spiega Chemolli – e permette modifiche su: materiali, geometrie, cerniere, serrature, maniglie, maniglioni e chiudiporta. L’EXAP può essere richiesta solo dal produttore e va redatta da un laboratorio di prova riconosciuto, secondo le norme, che rilascerà un’evidenza di prova.
Inoltre, prosegue Chemolli, potrebbero venire anche evidenze di prove aggiuntive, ovvero ulteriori test (cambio di serratura, per es) che, se sono tante, possono costituire un problema. Per risolverlo, è stato elaborato un nuovo strumento normato, l’HPS (Hardware Performance Sheet) che permette l’intercambiabilità degli accessori. In pratica, osserva il Ceo della Chemolli Fire, il suo scopo è quello di creare una vera e propria carta di identità dell’accessorio per far sì che l’organismo notificato che ha rilasciato un rapporto di prova, possa approvare quell’accessorio per diverse tipologie di porta.
Riassumendo, con l’EXAP è possibile creare un piano di prove ottimizzato (anche a livello di spesa per il produttore) e richiedere variazioni successive alle prime prove, portando indubbi benefici ai produttori.
EXAP, come funzionano?
In Chemolli come vengono gestite le EXAP? Verificata la necessità delle variazioni e predisposta l’istanza, si potrebbero scartare alcune richieste di istanza o necessitare ulteriori evidenze a supporto, esistenti o da realizzare ex-novo.
EXAP consente benefici ai produttori, con piani di prove ridotti e variazioni senza ulteriori prove (e meno dispendiose). Gli asseveratori devono sapere che non necessariamente i produttori devono testare tutte le possibili varianti ma difficilmente un produttore potrà cavarsela con una sola prova senza EXAP.
Chemolli conclude con un consiglio ai manutentori ricordando loro che non c’è spazio per soluzioni improvvisate, data la complessità del mondo delle modifiche alle porte tagliafuoco. E’ necessario attenersi scupolosamente alle istruzioni dei produttori per la sostituzione di componenti costruttivi.
a cura di Letizia Di Peppo
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