Kiron Partner, parte del Gruppo Tecnocasa, ha recentemente pubblicato un'analisi approfondita riguardante i prestiti personali in Lombardia e Milano per l'anno 2023, con un focus specifico sulle dinamiche regionali e provinciali.
Kiron Partner, Gruppo Tecnocasa, sui prestiti personali 2023 ha comunicato ufficialmente di aver erogato in Lombardia il 15% della sua produzione nazionale con una crescita rispetto al 2022 del 66%, ed un ulteriore incremento (36%) già osservato nel primo semestre del 2024.
Da un’analisi sui dati provinciali emerge che il 62% dei prestiti personali 2023 sono stati intermediati nella provincia di Milano (dove risiede il 32% della popolazione lombarda), il 9% nella provincia di Monza Brianza, l’8% nella provincia di Lecco ed il 7% nella provincia di Varese.
Il ticket medio dei prestiti personali erogati in Lombardia è stato 12.646 € (12.587 € a Milano), in linea con il dato Kiron registrato a livello nazionale (12.494 €) e più alto rispetto al dato di mercato (8.936 €).
In linea con i dati Kiron nazionali si osserva un incremento nella durata media del piano di ammortamento che si allunga passando da 68,2 mesi nel 2022 a 74,9 mesi nel 2023.
Uno sguardo alla provenienza geografica dei clienti di quest’area evidenzia che il 56,4% di loro è di nazionalità italiana (contro il 71,5% del dato nazionale), il 13,4% di nazionalità europea ed il 30,3% extra-europea. A Milano la percentuale complessiva dei clienti stranieri resta di poco superiore al 45% (considerando clienti extra-europei ed europei), un dato che riflette il numero di cittadini stranieri residenti nel capoluogo lombardo (da ultima rilevazione anagrafica a fine 2023 oltre il 20%).
Da un’analisi sulle variabili sociodemografiche a livello regionale si osserva che l’età media è di 42,1 anni alla richiesta, con una segmentazione che denota un maggior ricorso al credito da parte delle fasce più giovani e under 45 anni, che rappresentano quasi il 70% del totale.
Il 71% dei richiedenti è di genere maschile, il 67,2% della provincia di Milano.
Per quanto concerne la professione svolta l’85% dei clienti sono dipendenti del settore pubblico o privato, il 10% svolge un lavoro autonomo o libero professionale, il 3% è in pensione mentre il 2% svolge un lavoro atipico (a tempo determinato o precario).
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