Sempre di più i consumatori tendono a dare molta importanza alla personalizzazione della vendita
Vladimiro Barocco, esperto di marketing, ci aggiorna sulle ultime ricerche sugli effetti della pandemia su e-commerce e punto vendita. Lo studio più recente in merito è stato realizzato dalla società di consulenza McKinsey
e-commerce e punto vendita
Negli U.S.A. la pandemia di COVID-19 ha favorito la crescita dell’e-commerce. La crescita delle vendite online ha contribuito a modificare il comportamento dei consumatori che, nella scelta dei fornitori, danno molta importanza alla personalizzazione della vendita.
Oggigiorno gli acquirenti non si limitano a desiderare la personalizzazione, ma la richiedono. Questo fenomeno che sembra irreversibile desta interesse da farne argomento di dibattito per la rivista di economia Forbes e tema principale di un rapporto di McKinsey, società di consulenza.
Conclusioni del rapporto McKinsey
La personalizzazione ha assunto un ruolo molto importante nella scelta di dove e cosa acquistare. I consumatori (75% di loro) sono passati a un nuovo punto vendita, prodotto o metodo di acquisto durante la pandemia.
Il 71% dei consumatori si aspetta che le aziende forniscano contatti e relazioni personalizzate. Se questo non avviene il 76% dei consumatori si sente frustato e questa sensazione indebolisce la fedeltà dei clienti. Gli showroom che vendono prodotti durevoli, come gli infissi, vedono compromesso il passaparola che in Italia pesa per il 50% sulle vendite.
La personalizzazione migliora i risultati di vendita sino al +40% rispetto ai concorrenti a crescita più lenta.
Conseguenze pratiche
Le conseguenze pratiche per le aziende sono:
- una fedeltà più sfuggente nei confronti dei punti vendita e dei singoli prodotti;
- mailing inefficaci se giudicati “circolari” indirizzate a un pubblico indefinito;
- il cliente non è un numero, ma colui che determina il successo della tua attività.
La personalizzazione vista dagli acquirenti
Il 72% degli intervistati ha affermato di aspettarsi che le aziende, dalle quali acquistano, li riconoscano come individui e capiscano i loro desideri e interessi. La personalizzazione è associata a esperienze positive di sentirsi speciali. Rispondono in modo positivo quando i marchi (brand) dimostrano il loro investimento nella relazione, non solo nella singola vendita.
Punti di contatto come il check-in dopo l’acquisto (cioè rilevazione del grado di soddisfazione o della CX (Customer Experience), l’invio di un video di istruzioni o la richiesta di scrivere una recensione generano percezioni positive del marchio.
Più un’azienda è abile nell’adottare i dati raccolti per accrescere la conoscenza e la relazione con i clienti, maggiori saranno i ritorni in volumi di vendita.
La ricerca suggerisce che anche piccoli cambiamenti nel migliorare la relazione con i clienti creano un vantaggio competitivo.
Scelte compiute dalle aziende campioni di personalizzazione
- Si affidano ai dati per individuare le opportunità. Sfruttano i segmenti (grandi e piccoli) dei clienti, tengono conto delle tendenze di comportamento.
- Stabiliscono solidi processi di misurazione che tengono traccia dell’impatto degli interventi.
- Si impegnano in un modello operativo agile e creano team di lavoro per integrare capacità di marketing, analisi e tecnologia.
- Investono in talento e formazione per affinare le capacità dei collaboratori.
- Utilizzano i risultati di vendita per indirizzare la selezione dei nuovi assunti, la loro formazione e il miglioramento delle loro competenze.
Vladimiro Barocco, StudioCentro Marketing
a cura di EB
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