Installare scorrevoli panoramici senza controtelai è una vera impresa e il buon risultato è sicuramente un’eccezione che conferma la regola
Continua la rubrica dedicata ai cantieri, che lascia la parola a chi li vive ogni giorno da anni ed è riuscito a farsi un nome nel settore!
L’autore è William Bisacchi (serramentista con oltre 30 anni di esperienza) ed è il protagonista di una nuova rubrica sulla rivista Nuova Finestra in cui scrive di cantieri particolarmente difficili che ha avuto modo di seguire e di come siano stati ottenuti brillanti risultati grazie anche alla scelta dei giusti serramenti. E qui sul sito guidafinestra.it li racconta attraverso video dedicati, corredati di foto e dettagli interessanti che potrebbero essere particolarmente utili per i colleghi. Ogni mese un cantiere, ogni cantiere una storia, ogni storia una problematica da risolvere, ogni problematica risolta un risultato eccellente.
Attenzione alle vetrate
“Era il lontano 2015 quando mi apprestai per la prima volta alla fornitura e posa in opera di vetrate panoramiche, e per vetrate panoramiche non parlo delle oggi molto famose vetrate VEPA ma di infissi con tenuta aria-acqua-vento e soprattutto con un isolamento termico adeguato, quelle vetrate ad alte prestazioni che hanno il telaio occultato nel muro e che alla vista lasciano solo il montante centrale, solitamente da 2-3 centimetri di spessore.
Ricordo che a un corso CasaClima l’architetto Manuel Benedikter ci raccontò che aveva provato a installare in Italia degli infissi tradizionali senza controtelaio, come si faceva in nord Europa, ma che era stato un calvario. La cosa curiosa è che ora ci sono paesi europei come la Germania che stanno provando a utilizzare il controtelaio perché si sono resi conto che può essere di grande aiuto nei cantieri edili.
Detto questo, anch’io come Manuel mi sono chiesto ‘perché utilizzare il controtelaio nelle vetrate panoramiche?’, d’altra parte tali vetrate hanno il telaio stesso che funge da controtelaio proprio come una porta raso muro e con questa convinzione ho deciso di non installare controtelai” ci racconta William Bisacchi.
Installazione scorrevoli panoramici
Solitamente per gli scorrevoli panoramici si fa in modo di installare prima il telaio e successivamente si costruisce intorno la parete. Spesso viene costruita la parete interna per ultima a secco con del cartongesso in modo da non rischiare di danneggiare i telai con le malte cementizie e intonaci. C’è anche un altro modo di procedere testato negli ultimi 3 anni, ne parleremo all’interno di questo articolo ma adesso torniamo al 2015 e iniziamo la produzione e installazione dei telai panoramici senza controtelaio.
Scorrevoli panoramici senza controtelaio
William ha provveduto alla produzione dei telai fissi, due grandi vetrate, una a tre ante da 5×3 metri di altezza e l’altra da 3,5×3 a due ante. Nella produzione dei telai ha prestato particolare attenzione a installare dei distanziali e delle controventature per garantire il mantenimento di misure e squadro perfetti. Le vetrate scorrevoli panoramiche non permettono tante regolazioni ed è essenziale lavorare alla perfezione, già con un fuori piombo di soli 3 millimetri si rischia di perdere le tenute e di ottenere un disallineamento molto visibile.
Successivamente ha fatto preparare la muratura dall’impresa edile similmente a come si fa per la posa dei monoblocchi e hanno poi fissato i telai con delle turboviti alla muratura portante, poi successivamente schiumato sia dall’interno sia dall’esterno con una schiuma elastica e successivamente completato il lavoro con le barriere al vapore.
Per posare i telai in maniera perfetta William si è avvalso di una livella laser, uno strumento ormai indispensabile anche per la posa di semplici finestre che aiuta e velocizza la posa a regola d’arte.
Finita la posa in opera è iniziata un’altra fase cruciale: la protezione dei telai. I telai sarebbero rimasti in balia del cantiere edile, delle maestranze, delle gettate, dei calcinacci per tanti mesi a venire ed era necessario fare in modo che rimanessero integri.
Per la loro protezione è stato utilizzato dell’EPS all’interno, poi nastro carta e successivamente delle assi in legno. Era praticamente una fortezza inespugnabile. Tali accorgimenti hanno fatto sì che il risultato finale è stato impeccabile e senza nessun danno al telaio.
La posa delle parti vetrate
Dopo svariati mesi il cantiere era quasi ultimato ed era pronto ad accogliere i vetri panoramici. “Abbiamo rimosso tutte le protezioni e completato la parte meccanica dei telai installando i meccanismi di movimentazione e chiusura all’interno. Abbiamo poi provveduto all’installazione delle ante con opportuni mezzi di sollevamento perché il vetro più grande era quasi una mezza tonnellata. Finita la posa delle ante abbiamo installato tutti i carter che vanno in parte a completare i telai fissi e una volta raggiunto il risultato finale abbiamo avuto la certezza di avere fatto un ottimo lavoro. Gli scorrevoli erano impeccabili, come impeccabili erano le finiture e non c’era nessun danneggiamento.
È vero che il risultato era stato perfetto ma a parte la nostra meticolosità, abbiamo avuto la fortuna di avere al nostro fianco un’impresa edile molto competente come poche volte mi è capitato di trovare nei cantieri. Quante volte può succedere di avere una tale fortuna?
Ho concluso questa eccellente esperienza ed esperimento con questo risultato: un’eccezione che conferma la regola in Italia meglio utilizzare i controtelai anche per gli infissi panoramici e ora vedremo come progettarli” racconta William.
I controtelai per gli scorrevoli panoramici
Per realizzare i controtelai è importante utilizzare del multistrato marino perché è più stabile e per gli scorrevoli che solitamente sono di grandi dimensioni è una scelta oculata. Consiglio di tenere uno sfioro del nodo secondario ovvero tra controtelaio e telaio di 2/2,5 centimetri in modo da avere più tolleranza in fase di posa e di poter utilizzare la schiuma elastica invece dei nastri termoespandenti. Gli scorrevoli panoramici spesso di dimensioni elevate sono scomodi da posare con i nastri termoespandenti, per questo è opportuno prevedere uno sfioro che permetta l’utilizzo di schiuma e barriere vapore. Solitamente si tende a realizzare un controtelaio a L come per gli infissi tradizionali. Tale soluzione rende quasi obbligatorio realizzare una controparete interna in cartongesso e può succedere che la direzione lavori non voglia realizzarla per svariati motivi come, per esempio, una finitura differente o perché non hanno nessun’altra opera di cartongesso. Per rispondere a queste obiezioni è stato testato un sistema che ribalta completamente il controtelaio e permette di realizzare la parte interna della parete in laterizio e intonaco come tutte le altre. Tale sistema prevede la posa del telaio prima della realizzazione del cappotto che avverrà subito dopo la posa del telaio.
Vetri da 500kg
Per questo cantiere l’architetto ha richiesto un isolamento termico molto elevato e di conseguenza i vetri dovevano essere tripli, extrachiari come spesso avviene in questo tipo di progetti e infine non essendo schermature esterne dovevano essere blindati.
Spesso davanti a tutte queste necessità occorre saper trovare un compromesso, perché sebbene gli scorrevoli panoramici possiedano limiti di peso molto elevati, parliamo mediamente di 400-500kg, in situazioni come queste con delle richieste particolarmente spinte, tali limiti si scavalcano con facilità. Non potendo superare i limiti di peso massimo William ha deciso di dare priorità alla sicurezza e optando per un compromesso, vetro doppio per queste due grandi vetrate e vetro triplo per tutti gli altri vetri presenti nella realizzazione.
Soluzioni speciali
Molti serramentisti, insieme alla produzione di infissi, abbinano una parte di carpenteria dove spesso la parte artigianale è ancor più pronunciata e libera da vincoli di sistema. “Anche per noi è così e nel nostro laboratorio realizziamo numerose soluzioni speciali a completamento dell’offerta; per questo cantiere ce ne hanno chieste parecchie” continua William.
La finestra sulla scala è stata realizzata a sporgere con apertura motorizzata, i motori erano tutti a scomparsa e collegati al sofisticato impianto di domotica, così facendo sembrava un vetro fisso come voleva l’architetto.
La scala invece era stata disegnata in modo da sembrare un foglio di carta leggero appeso alla parete, ma questo “foglio leggero” è stato prodotto con lamiera di acciaio da 10 millimetri perché il cliente non voleva sentire vibrazioni, voleva che la scala fosse solida. Inoltre, gli spigoli dovevano essere a 90° e di conseguenza non si poteva piegare la lamiera ma realizzare scalino per scalino saldando ogni pezzo e ricostruendo l’angolo a 90° come voluto. Il risultato ha ripagato gli sforzi fatti, sia cliente sia architetto hanno definito questa scala un’opera d’arte.
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