Può capitare di dover gestire un cantiere particolarmente complesso dove la richiesta della committenza ti porta a dover realizzare qualcosa mai fatto prima, come un grandissimo infisso, per esempio
Continua la rubrica dedicata ai cantieri, che lascia la parola a chi li vive ogni giorno da anni ed è riuscito a farsi un nome nel settore!
L’autore è William Bisacchi (serramentista con oltre 30 anni di esperienza) ed è il protagonista di una nuova rubrica sulla rivista Nuova Finestra in cui scrive di cantieri particolarmente difficili che ha avuto modo di seguire e di come siano stati ottenuti brillanti risultati grazie anche alla scelta dei giusti serramenti. E qui sul sito guidafinestra.it li racconta attraverso video dedicati, corredati di foto e dettagli interessanti che potrebbero essere particolarmente utili per i colleghi. Ogni mese un cantiere, ogni cantiere una storia, ogni storia una problematica da risolvere, ogni problematica risolta un risultato eccellente.
Come affrontare cantieri particolarmente complessi e realizzare qualcosa che non si è mai fatto prima? Prenderemo come esempio la realizzazione di una villa a Marina di Ravenna in cui gli spunti sono tanti e molto interessanti. Per cominciare, il cantiere prevedeva la ristrutturazione di una vecchia palazzina e la realizzazione di un nuovo padiglione adiacente che l’architetto aveva definito “una teca di vetro”. La teca aveva una larghezza di 18 metri e aveva un lato completamente vetrato che si affacciava sulla piscina e doveva quindi essere apribile. Nella parte vecchia occorreva realizzare delle persiane scorrevoli interno muro, uno scorrevole panoramico a due ante anch’esso scorrevole interno muro e una finestra di grandi dimensioni apribile verso l’esterno e senza montanti. Inoltre, il cliente voleva che tutti gli infissi fossero blindati in classe RC2, che i vetri fossero extrachiari e fossero tutti dotati di zanzariere motorizzate collegabili alla domotica.
Quale approccio perseguire?
Come vedete le richieste erano tante e complesse. “Consiglio sempre di iniziare con il risolvere una problematica alla volta e di farlo partendo da quelle più facili. Nel nostro caso siamo partiti con proporre infissi in alluminio che ci avrebbero permesso di soddisfare le differenti tipologie di apertura e le grandi dimensioni richieste. Abbiamo scelto un profilo che fosse certificato all’effrazione in classe RC2 e da lì siamo partiti per sviluppare tutto il resto” racconta Wiliam.
La grande vetrata scorrevole
18 metri di vetrata in un’abitazione privata non è cosa da tutti i giorni. “Ricordo che al primo appuntamento con il progettista, il render prevedeva una divisione in otto vetri e io, guardando come i montanti non si allineavano alla struttura in putrelle di acciaio HEA, ho avuto l’audacia (o l’incoscienza?) di proporre: “sarebbe bello poter fare solo sei vetri per avere i montanti nascosti dietro alla struttura di acciaio”. Detto, fatto! Mi ero guadagnato una sfida ancora più complessa: sei vetri da circa 3 metri per 3 metri di altezza che dovevano aprirsi completamente!
Per prima cosa ho verificato il peso delle lastre di vetro che superava i 400 kg l’una e di conseguenza ho scartato tutte le soluzioni manuali. I vetri necessari furono dei 66.4+20+55.2, una vetrocamera doppia da 40 mm e quasi 500 kg di peso. Seconda cosa, essendo una “teca di vetro” ispirata alla famosa “casa palafitta” di Mies Van Der Rohe occorreva che il vetro avesse il ruolo di protagonista e i profili dovevano essere quasi invisibili alla vista. Con queste premesse la scelta è ricaduta su uno scorrevole panoramico motorizzato con binari a tre vie e motori a scomparsa. Questa soluzione ci ha permesso di nascondere i profili alla vista, movimentare le ante da quasi 500 kg e di azzerare gli inciampi a pavimento inglobando le guide nello stesso. Nella “teca di vetro” era presente un’altra grande vetrata da 5 metri per 3 metri fissa e l’abbiamo trattata dividendo la lastra in due ma senza nessun montante e facendo ricadere la giunzione davanti alla colonna in acciaio. Questo ci ha permesso di poter montare le lastre dall’interno e ottimizzare i costi senza comprometterne l’estetica” prosegue Wiliam..
Scorrevole interno muro
Nella camera padronale della parte vecchia è stato installato un altro scorrevole panoramico a scomparsa, le due ante infatti scorrono all’interno del muro. Per realizzarlo l’azienda ha prima installato il serramento appositamente studiato per l’apertura a scomparsa e successivamente fatto realizzare una controparete in cartongesso per creare la nicchia in cui è racchiuso. Queste operazioni sono state possibili solo dopo aver realizzato un progetto di posa, lo studio delle soluzioni, dei nodi di posa e le indicazioni per impresa edile e cartongessisti. Stessa cosa per la delicata esecuzione delle persiane scorrevoli a scrigno.
Persiane scorrevoli interno muro
Questo tipo di soluzione, molto utilizzata in passato in alcune grandi città come Milano, per esempio, oggi è poco utilizzata e può essere molto problematica dal punto di vista termico. La stratigrafia della parte vecchia era muro da 30ccm con 12ccm di cappotto. Installare un controtelaio scrigno in acciaio contro alla parete da 30 cm significava sacrificare completamente l’isolamento. “Avevamo anche il timore che così facendo si andasse creare un enorme ponte termico che avrebbe creato non pochi problemi. Così abbiamo deciso di testare i nodi di posa con un software di simulazione e analisi a elementi finiti. Questa decisione ci ha permesso di capire e avere certezza di quello che avevamo immaginato e trovare una soluzione che attenuassi sufficientemente il ponte termico. Nel nostro lavoro, come in tutti, l’esperienza ci aiuta a capire i problemi e le possibili soluzioni ma dà molta soddisfazione poter approfondire, e avere delle prove oggettive che quello che si ha ipotizzato corrisponde alla realtà” racconta Wiliam..
Finestra apertura esterna tuttovetro
Un’altra finestra difficile è stata quella della seconda camera da letto in cui il committente aveva il desiderio che questa si aprisse verso l’esterno e che fosse un unico vetro. Tanto per capirci, stavamo parlando di un vetro da 2 metri per 1,5 di altezza. William ha gestito la richiesta con un’apertura a sporgere motorizzato al quale ha abbinato una tenda oscurante interna anch’essa motorizzata (il limite delle aperture esterne, infatti, è la gestione degli oscuranti). Il risultato finale è stato incredibile, questo vetro senza cerniere e maniglie che sembrava fisso e incastonato nella bellissima boiserie che caratterizzava la stanza (forse) ha fatto capire il perché di questa stravagante richiesta.
Zanzariere motorizzate
“Il mio lavoro mi porta spesso a realizzare infissi per case molto belle e spesso sconsiglio l’installazione delle zanzariere anche se il consiglio va contro gli interessi aziendali. Piccola parentesi, date sempre consigli sinceri e onesti, anche quando vanno contro i vostri interessi e vi fanno perdere business perché al contrario saranno proprio questi consigli a far crescere la fiducia dei vostri clienti e a far crescere la vostra azienda (e la vostra etica professionale). Nel caso specifico il cliente voleva le zanzariere a tutti i costi, anche se aveva installato un impianto antizanzare nel giardino per potersi godere la piscina in estate. La soluzione è stata di installare zanzariere verticali motorizzate e collegate alla domotica. Questa soluzione ci ha permesso di occultare le zanzariere e non vedere quel terribile cordino verticale nel momento che le zanzariere sono alzate. Per collegare qualsiasi motore alla domotica, essendo le tipologie così variegate, consiglio sempre preventivamente di inviare una scheda tecnica del motore scelto a chi si occupa di domotica e attendere il suo benestare prima di ordinare i motori. Questa procedura elimina il rischio (molto frequente) che l’elettricista vi dica “questi motori non vanno bene, devi cambiarli”” conclude William.
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