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Raccontare i cantieri: ristrutturazione tra rinascita e innovazione

Un progetto che prevede l’intera ristrutturazione di un ex pub sul lungomare di Cenesatico. Una vera e propria rinascita dove i serramenti hanno giocato un ruolo fondamentale perché costituiscono la quasi totalità delle pareti

Continua la rubrica dedicata ai cantieri, che lascia la parola a chi li vive ogni giorno da anni ed è riuscito a farsi un nome nel settore!

L’autore è William Bisacchi (serramentista con oltre 30 anni di esperienza) ed è il protagonista di una nuova rubrica sulla rivista Nuova Finestra in cui scrive di cantieri particolarmente difficili che ha avuto modo di seguire e di come siano stati ottenuti brillanti risultati grazie anche alla scelta dei giusti serramenti. E qui sul sito guidafinestra.it li racconta attraverso video dedicati, corredati di foto e dettagli interessanti che potrebbero essere particolarmente utili per i colleghi. Ogni mese un cantiere, ogni cantiere una storia, ogni storia una problematica da risolvere, ogni problematica risolta un risultato eccellente.

 

“Questo mese desidero raccontarvi di un progetto che ho realizzato per un nuovo ristorante a Cesenatico. La sfida era creare tre pareti completamente vetrate, ciascuna con vari tipi di aperture, senza rinunciare a un design classico ed elegante. Quando mi hanno presentato il progetto, mi sono tornati in mente i ricordi di oltre trent’anni fa, quando, ancora apprendista, aiutavo mio zio nella realizzazione del “Re Leone”. Questo pub, negli anni ’90 e 2000, è stato un punto di riferimento lungo il lungomare di Cesenatico, raccontando storie e accogliendo generazioni di clienti. Oggi, dalle sue ceneri, è nato il “Veranda”, l’ultima creazione dello Chef Alberto Faccani, celebre per le sue due stelle Michelin ottenute con il ristorante Magnolia. Ripensare a quei tempi e vedere l’evoluzione di questo spazio, trasformato in un locale raffinato ed elegante, è stato per me un viaggio emozionante” inizia a raccontare William.

 

La ristrutturazione

Il “Re Leone” era chiuso da oltre dieci anni e aveva bisogno di una ristrutturazione completa, dal tetto al pavimento, comprese le pareti che dovevano essere interamente vetrate. Il committente desiderava trasformarlo in un ristorante dallo stile classico, pulito ed elegante. I serramenti rivestivano un ruolo cruciale, poiché costituivano quasi la totalità delle pareti ed essendo così vicino al mare, dovevano essere particolarmente resistenti alla salsedine. La sfida maggiore consisteva nel creare infissi che, pur essendo di diverse tipologie – come finestre anta-ribalta, ingressi e aperture a libro totali – mantenessero un aspetto estetico uniforme. Il design doveva richiamare quelli del passato, per integrarsi perfettamente con lo stile classico e leggermente British desiderato. Quale soluzione migliore di uno stile inglese per esaltare eleganza e raffinatezza? Oggi tendiamo a preferire vetri di grandi dimensioni, con ante uniche e senza montanti o traversi, ideali per progetti moderni. Tuttavia, in questo caso, un simile approccio non avrebbe valorizzato gli infissi né ricreato quell’atmosfera di eleganza e classicità richiesta dallo Chef Faccani.

 

L’artigianalità dell’acciaio

“Abbiamo scelto l’acciaio come materiale principale perché consente di esprimere al meglio l’artigianalità di chi lo lavora. Infatti, quando si utilizza l’acciaio, ci si sente meno serramentisti e più artisti. È una verità che va riconosciuta con orgoglio. Per gli infissi, abbiamo optato per i profili della serie OS2 di Secco Sistemi, ideali per questo progetto. Questa serie permette di creare diverse tipologie di aperture mantenendo un’estetica uniforme: 46 mm per i nodi laterali e 62 mm per quelli centrali. La vista frontale di soli 46 mm consente di realizzare infissi sottili come quelli di un tempo, ma con le prestazioni moderne, e ha permesso all’azienda di vincere il prestigioso premio Compasso d’Oro ADI. Questa scelta ci ha dato la libertà di disegnare lo stile inglese secondo le nostre esigenze. Abbiamo sviluppato diversi progetti prima di arrivare alla versione definitiva, che è stata approvata dalla committenza. La giusta proporzione tra base e altezza dei rettangoli è stata cruciale per ottenere l’eleganza desiderata” prosegue William.

 

La luminosità del vetro

Lo stile inglese, sebbene elegante, può ostacolare l’ingresso della luce naturale. E nessuno desidera cenare in un ambiente buio, neanche se in cucina c’è uno chef stellato Michelin che prepara piatti eccellenti. “Per garantire una luminosità ottimale, abbiamo proposto di utilizzare lastre di vetro flot low-iron, a basso contenuto di ferro. La composizione che abbiamo suggerito e successivamente adottato è stata 44.2+18+44.2 extrachiaro. Questi vetri sono dotati di un coating basso emissivo, riempiti con gas argon e dotati di canaline a bordo caldo. Per questa installazione, abbiamo scelto canaline nere, che si integrano perfettamente con il colore nero opaco dei profilati e delle guarnizioni. Questo accorgimento ha fatto sì che il vetro sembrasse scomparire, creando un effetto visivo elegante e pulito. In questo modo, siamo riusciti a combinare l’estetica classica e raffinata dello stile inglese con la funzionalità moderna e l’abbondanza di luce naturale, garantendo un’esperienza piacevole e luminosa per gli ospiti del ristorante” spiega William.

 

Progettazione

Realizzare delle vetrate così complesse ha richiesto una meticolosa progettazione di ogni singolo nodo, un processo che ha occupato mesi di lavoro prima di arrivare al risultato finale. “Il nostro punto di partenza è stato l’ancoraggio a muro. Una volta definiti questi punti cruciali, ci siamo concentrati sui diversi layout di apertura delle ante. Dopo aver stabilito e approvato le tipologie di apertura, abbiamo proceduto con la disposizione dei traversi e con l’integrazione dello stile inglese. Le vetrate comprendevano sia pannelli più alti che sezioni con una parte cieca inferiore, e tutti i traversi dovevano essere perfettamente allineati tra le diverse partiture. Infine, abbiamo progettato gli esecutivi per tutte le predisposizioni necessarie e curato ogni dettaglio estetico, assicurando un risultato armonioso e coerente con l’eleganza richiesta” racconta William.

 

Finiture e dettagli

La finitura degli infissi è stata realizzata in nero opaco RAL 9005, utilizzando una verniciatura a liquido. Questo metodo è stato scelto perché il taglio termico dei profilati in acciaio può creare problemi se esposto alle alte temperature, tipiche della verniciatura a polvere. Un dettaglio interessante sulla produzione: gli infissi in acciaio vengono costruiti prima di essere verniciati, a differenza dei sistemi in alluminio, dove le barre vengono lavorate già finite. Questo processo li avvicina agli infissi in legno, noti per la loro elevata artigianalità. I telai sono stati realizzati in acciaio zincato, saldati agli angoli e smerigliati. Solo dopo queste operazioni si è passati alla fase di verniciatura. Una volta verniciati, i telai sono stati completati con guarnizioni e ferramenta. Per quanto riguarda le finiture, le maniglie sono state scelte in ottone naturale per creare un contrasto elegante e raffinato. Il modello selezionato è il Vitruvio, una maniglia che esalta l’artigianalità dell’infisso attraverso il suo design. “Un tocco particolare: sotto la maniglia abbiamo installato un gancino in acciaio inox, che permette di mantenere le finestre aperte per la ventilazione senza disturbare i commensali seduti ai tavoli. Abbiamo anche realizzato una cassetta portalettere con numero civico, in perfetto stile British, una targa in ottone con il logo del ristorante e una vetrinetta per esporre il menù. Questa vetrinetta attira l’attenzione dei turisti durante le loro passeggiate sul lungomare di Cesenatico, aggiungendo un ulteriore elemento di fascino al ristorante” prosegue William.

 

Prima e dopo

Le foto dei lavori finiti, confrontate con quelle del “prima”, mostrano chiaramente quanto impegno sia stato messo per valorizzare ogni dettaglio del risultato finale. “Per me, queste immagini evocano numerosi ricordi del passato, dei primi lavori che facevo come aiutante di mio zio. Quei primi progetti mi hanno fatto innamorare di questo mestiere e sono diventati parte del bagaglio di esperienza che continuo a costruire da oltre 35 anni. È una grande soddisfazione poter lavorare sullo stesso immobile a distanza di più di trent’anni e affrontare sfide sempre più complesse e stimolanti. Questi progetti non solo testimoniano la mia crescita professionale, ma mi permettono anche di rendere omaggio alle mie radici e al percorso che mi ha portato fin qui” conclude William.