Cinque esponenti dell’industria e due attori della distribuzione di accessori per serramenti fanno il punto sugli aumenti dei prezzi delle materie prime, dei semilavorati e di conseguenza degli accessori. E allargano lo sguardo sul mercato interno e quello internazionale. Per fortuna il mercato tira.
Continuano i rincari delle materie prime. Cresce ancora il prezzo dell’acciaio, ma ad un ritmo inferiore dei mesi passati, mentre il governo cinese tenta di raffreddare i prezzi dei futures dei coils e del tondo per cemento armato.
Ieri l’alluminio ha registrato al LME un altro picco toccando quota 2 368 dollari per tonnellata. Pure le materie plastiche si dibattono tra shortage e prezzi elevati come abbia dato conto qui. Insomma, il mercato delle materie prime e dei semilavorati non si accenna a raffreddare. Dopo aver trattato degli aumenti dei prezzi per l’alluminio, il legno e il pvc per serramenti, ora cerchiamo di individuare le ripercussioni sugli accessori degli infissi con l’aiuto di quattro esponenti di produttori di accessori, uno di componenti per vetrate isolanti di caratura internazionale e due distributori di accessori: Massimo Bellandi, Fapim – Michele Loperfido, Master – Massimiliano Palumbo, SchlegelGiesse – Wolfgang Reisigl, Maico, quindi Elmar Rastner, Swisspacer-Saint Gobain e i distributori di accessori Alessandro Lozar, Azzurro Group, e Mirco Zanato, Colfert.
Le riflessioni che essi ci offrono saranno certamente sui rincari ma anche sul mercato dell’edilizia e dei serramenti e sulle prevedibili tendenze future.
Un primo quadro internazionale sui rincari ce lo offre Elmar Rastner, altoatesino, responsabile commerciale Sud Europa e Nord America di Swisspacer/Saint-Gobain, società che produce i distanziatori termoisolanti per vetri. Un componente inserito nei vetri per edilizia, che funge da termometro straordinario della situazione internazionale del mondo delle costruzioni:
“Le tensioni sulle materie prime sono davvero globali. Ci sono difficoltà perfino nel reperire l’acciaio per i barili che trasportano i sali essicanti, il che non ci tocca ma fa soffrire i vetrai. Per fortuna noi abbiamo scorte adeguate. Il materiale c’è ma i prezzi non si discutono. Un altro ostacolo che incontriamo è la carenza di navi. Pare siano sparite. Prima della pandemia avevo a disposizione una nave nel giro di una settimana. Oggi mi occorre almeno un mese di tempo”.
Osserva Massimo Bellandi, presidente di Fapim e della sezione Meccanica di Confindustria Alto Toscana (Lucca, Pistoia, Prato): “Il quadro delle materie prime è quello oramai noto: carenze di materiale, forniture con il contagocce, aumenti di prezzi. Ad esempio, l’assorbimento di rottame dalla Cina e altri paesi importanti si ripercuote subito in Europa con immediati rincari.
A mio avviso la fiammata durerà a lungo: le grandi aziende hanno ridotto le scorte e il magazzino, il solito gioco per scaricare a monte i propri costi. A ciò si aggiungono la carenza di materie prime, i fermi degli impianti, la speculazione e così via.” E aggiunge “Però ci sono fenomeni contradittori, alcuni spiegabili altri no. È difficile capire come si è passati nel 2020 all’improvviso da un bassissimo carico di lavoro e tanta preoccupazione a fiammate di ordini in tanti settori come quelle che abbiamo notato da settembre in poi. La produzione industriale è in sensibile aumento e lo è anche nel nostro settore”.
Anche per Michele Loperfido di Master Italy la tendenza sui materiali è ancora rialzista: “C’è una forte domanda ma c’è anche una speculazione finanziaria, a volte ‘necessaria’ per rimettere i bilanci delle aziende in ordine”. E precisa: “L’acciaio soffre di carenza. Oggi si ordina il materiale al buio. I fornitori hanno gli ordini per l’ultimo trimestre ma non hanno confermato né quantità né tantomeno i prezzi. L’alluminio ha raggiunto quotazioni molto alte ma pare che si stia stabilizzando. La zama ha subito incrementi ma meno degli altri metalli. Fortissimi invece gli aumenti delle materie plastiche. Le resine acetaliche sono addirittura sparite dal mercato. A tutto ciò si sono aggiunti i problemi di alcuni fornitori che hanno avuto le linee di produzioni toccate dalla pandemia. Noi, come pure i nostri competitor, per di più abbiamo un costo occulto che non appare ancora da nessuna parte ed è la difficoltà organizzativa imposta dalla pandemia. La gestione delle risorse umane diventa critica. Un fattore che conoscono benissimo i serramentisti che sanno che oggi la posa in opera prende loro molto più tempo di una volta”. Previsioni sui rincari? “Nel medio periodo i prezzi si stabilizzeranno. E poi dovrebbero scendere. Così si spera”.
Per Massimiliano Palumbo di SchlegelGiesse, accessorista che opera su più mercati internazionali e su più materiali per serramenti: “Fortuna nostra è stata avere in Cina una sede che ci ha permesso di notare già a settembre l’impennata delle materie prime. Così, prevedendo la crescita delle quotazioni che in effetti si è verificata poco dopo, abbiamo potuto coprirci con l’alluminio bloccando un po’ di lotti.
Per le materie plastiche tutto ciò invece non è stato possibile. I contratti prevedono la clausola di force majeure e tutto può cambiare all’istante. Gli aumenti sono stati notevoli. Così settimana scorsa abbiamo dovuto aumentare i prezzi delle guarnizioni applicando un certo incremento e il surcharge, un extra prezzo. La sensazione è che la tormenta non sia cessata e continuerà ancora per un po’. Per fortuna il mercato tira’”. Ma sul mercato, italiano e internazionale, torneremo più avanti.
I rincari e la catena di fornitura
Per far comprendere meglio che cosa succede a monte nelle forniture Wolfgang Reisigl di Maico, spiega in che modo i prezzi si ripercuotono lungo la supply chain, la catena di fornitura: “Noi abbiamo notato che nella filiera ci vogliono almeno da sei a otto mesi prima che i cambiamenti giungano fino a noi. Ad esempio, le chiusure delle miniere di minerali di ferro fatte all’inizio della pandemia si sono ripercosse sui nostri acquisti solo a gennaio/febbraio. Naturalmente l’effervescenza è continua ed è diversa tra i materiali. Così i prezzi di EPS e poliammide vanno alle stelle. Pare che la carenza delle materie plastiche sia effettiva. Idem per i profili di rinforzo in ferro dei serramenti in pvc e le astine delle spagnolette delle persiane. Ma alla fine il risultato è lo stesso. C’è da considerare che più il semilavorato è raffinato dai processi di fabbricazione e minore è l’incidenza degli aumenti della materia prima. Comunque, la carenza dei rifornimenti e i rincari colpiscono tutte le industrie: dall’automotive alle bici elettriche. Noi abbiamo i materiali ma anche i forti aumenti di prezzo. Certo, il prezzo non si discute. O meglio lo puoi discutere ma il poi materiale non ti arriva. Noi abbiamo scelto l’arrivo dei materiali. Peraltro la ferramenta è il componente che meno incide sui costi del serramento”. E preannuncia: “Noi applicheremo aumenti tra l’1 e il 2% a partire dal 1° giugno. Faremo correzioni ogni tre mesi. Se i prezzi a monte scendono, scenderanno anche i nostri. Se aumentano, li aumenteremo pure noi”.
I rincari e i distributori
Fin qui i produttori. E i distributori? Che ne pensano? Qual è il loro sentiment? Che cosa prevedono? E’ schietto Mirco Zanato di Colfert, reduce da una recente acquisizione in Lombardia con l’obiettivo di crescere quest’anno sopra i 36 milioni di fatturato:
“Sto letteralmente ‘sclerando’. Tutti i nostri fornitori sono preoccupati perché non sanno più come gestire i listini, fanno fatica a rinvenire i semilavorati loro necessari o non riescono più a mantenere i prezzi concordati. Tra i produttori c’è preoccupazione. La situazione è particolarmente grave per i nostri clienti impegnati nei contratti sottoscritti da tempo. Mi pare di cogliere una minore preoccupazione tra i fornitori tedeschi. I produttori italiani invece sono preoccupati per la forte domanda del mercato interno che si registra da qualche mese, per i rincari delle materie prime e, qualcuno pure per lo stop alle linee di produzione causa Covid. Insomma, c’è di tutto.”
Considerazioni confermate da Alessandro Lozar di Azzurro Group, (21 distributori, 20% del fatturato del settore), che va subito al bersaglio. “E’ la tempesta perfetta quella che stiamo vivendo: aumenti dei prezzi, scarsa reperibilità dei semilavorati, speculazione, qualche linea di produzione bloccata dal Covid. Vi sono aziende che consegnano oramai a 15-18 settimane. I subfornitori dei nostri fornitori dichiarano dei lunghissimi tempi di attesa, ma ciò non dipende dalla forte domanda quanto piuttosto dalla scarsità della materia prima e del semilavorato. E’ evidente che c’è anche speculazione. Rendiamoci conto però che sul mercato mondiale c’è domanda: la Cina nel primo trimestre ha fatto segnato un +18% di aumento del PIL. Dietro questo numero impressionante c’è la domanda di ‘tutto’. Noi abbiamo già cominciato a riversare a valle gli aumenti”. E preannuncia: “ Non vedremo la calma prima del periodo estivo”.
E il mercato e i rincari?
L’occasione è perfetta per tastare il polso del mercato attraverso i nostri interlocutori. In effetti curiosamente nessuno, o quasi, parla di proteste dei clienti serramentisti di fronte ai rincari. Massimo Bellandi annota: “La ripresa in edilizia la si avverte in tutta Europa. C’è voglia di investire nella casa dopo il lockdown. Ma da noi l’effetto del superbonus 110% non si è ancora sentito”.
Michele Loperfido allarga lo sguardo sul mercato italiano oltre l’orizzonte temporale attuale. “Certo, oggi il mercato interno è molto vivace. C’è una buona domanda. In parte è recupero dell’anno precedente ma le agevolazioni fiscali stanno dando un bel boost. Si sta preparando un periodo intenso per l’economia italiana se tutto andrà bene: qui stanno arrivando i nuovi investimenti in infrastrutture. C’è il Recovery Fund, e poi la riqualificazione dell’edilizia scolastica e sanitaria, le nuove opere pubbliche. Noi vedremo i frutti fra uno, due, tre anni in termini di finestre”.
Massimiliano Palumbo ampia la visione a livello mondo: “Su tutti i mercati c’è un gran fermento: a parte la Cina, che è un caso a sé, l’edilizia è ripartita molto bene in Russia, Usa, India, Brasile, Argentina. Tutti numeri che non ci attendevamo. In tutta Europa la serramentistica sta tirando. Noi abbiamo chiuso un trimestre record, sia in termini di ricavi che di profitti, mai successo nella nostra storia. Il 2021 potrebbe essere un anno di svolta, una svolta molto forte sulla base della quale possiamo costruire delle strategie da mettere a terra”.
Queste osservazioni collimano perfettamente con la visione internazionale che ci offre Elmar Rastner: “L’edilizia sta marciando molto bene in tutta Europa e in mezzo mondo. Ce ne rendiamo conto osservando il settore vetro: se il vetro va bene, serramenti e facciate vanno altrettanto bene. Ci sono mercati molto forti come Polonia, Germania e Gran Bretagna. Non parliamo poi della Cina. E poi c’è il grande cambio di scenario negli Stati Uniti. Con la presidenza di Joe Biden tutto è cambiato. Tutti parlano di efficienza energetica e di emissioni a zero CO2. Le riviste professionali sono illuminanti a questo proposito: si sprecano le pagine sul risparmio di energia e sul miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici. Questa è una tendenza molto favorevole per chi offre tecnologie avanzate di vetri, serramenti e facciate”.
Lo sguardo sul mercato interno ritorna con le riflessioni di Wolfgang Reisigl: “Questo è davvero un anno strano. Mai visto nulla di simile. Dopo un anno di lockdown, assistiamo a una crescita folle di richieste dai nostri serramentisti, tutti pieni d’ordini. Il che è positivo, ma non riusciamo ad accontentare tutti. Notiamo un aumento forte dei lavori di ecobonus. Lo sconto in fattura ha generato un volano molto forte. Poi, fra qualche mese avremo gli effetti del Superbonus 110% sui condomini. Per ora tocca solo le villette e i piccoli condomini. C’è solo da sperare che il governo proroghi il provvedimento perché il tempo davanti non è molto”.
Alessandro Lozar: “Vedo che i serramentisti stanno lavorando molto. Lo sconto in fattura ha dato una forte spinta alle vendite. E non solo di finestre, come si potrebbe pensare perché la detrazione fiscale sta spingendo le vendite anche di tanti altri prodotti della casa: persiane, porte blindate, zanzariere, tende, porte interne…L’ecobonus è solo la punta di lancia.
Di sicuro dobbiamo renderci conto, ma lo sapevamo, che il mercato è drogato dai bonus, un fenomeno che si è accentuato con la cartolarizzazione dei crediti. Di fatto oggi si sta preparando la battaglia per il riassetto e l’armonizzazione dei veri bonus: superbonus, bonus casa, ecobonus, bonus facciate…E poi su tutto il settore pende la direttiva europea che condiziona la concessione dell’ecobonus alla qualificazione degli operatori. Certo, oggi abbiamo 6 mila operatori certificati sotto Accredia. Ma il numero è ancora piccolo perché rappresenta solo il 12% dei 50 mila operatori coinvolto nell’installazione dei serramenti. Quest’anno dobbiamo mettere tanto fieno in cascina. E quindi dobbiamo lavorare per spingere sulla qualificazione delle competenze. L’Europa lo vuole”.
Nota: le interviste sono state realizzate tra il 13 e il 20 aprile.
Precedenti puntate del viaggio tra i prezzi di materie prime, semilavorati e componenti
–Prezzi di metallo, plastiche e legno alle stelle
–Alluminio in piena crescita. Nelle applicazioni e… nei prezzi
–Serramenti in alluminio con il vento in poppa e …minaccia prezzi
–Acciaio. Quanto sarà inarrestabile la corsa verso l’alto?
–Prezzi dell’acciaio in edilizia e nella serramentistica. Che succede?
–Legno per edilizia in turbolenza. I prezzi salgono
–Serramenti in pvc in ascesa. Anche nei prezzi
Foto: Coils d’acciaio, doc. isteel
a cura di Ennio Braicovich
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