E sull’associazione unica dei serramentisti proposta dall’esponente di SPI riflette: “Non credo nella “Grande Associazione di Tutti i Serramentisti” più di quanto non creda in un Partito Unico e quindi vi sarò sempre contrario”
Il rinvio in Lombardia (vedi news) dei valori più severi delle trasmittanza termica dei serramenti al 2017 continua a suscitare prese di posizione. Come noto, la Giunta regionale ha posposto l'applicazione dei valori di trasmittanza al 1° gennaio 2017 mantenendo per il 2016 come valori di riferimento quelli per le detrazioni fiscali (1,8 W/m2K per la zona E e 1,6 per la zona F) nel caso di riqualificazione energetica ivi compreso il caso di sostituzione dei serramenti.
Ieri abbiamo pubblicato l’intervento (vedi news) di Francesco Mangione di SPI Finestre. Samuele Broglio, presidente di Confartigianato Legno e responsabile normativa per tutta l’area serramenti della Confederazione, rivendica il ruolo avuto nel rinvio ma allarga l’orizzonte riflettendo sul ruolo di Confartigianato e sull’associazione unitaria dei serramentisti proposta da Mangione. Qui di seguito l’intervento di Broglio.
Prendo atto di quanto dichiarato a Guidafinestra dal dott.Mangione; da Presidente nazionale di una delle Associazioni che rappresentano i serramentisti, da lui aspramente criticate e paragonate ad un branco di capponi, mi sento in obbligo di puntualizzare qualcosa.
Anzitutto prego sentitamente il dott. Mangione di leggere meglio le notizie apparse proprio su Guidafinestra. Infatti nella notizia iniziale relativa allo spostamento dei termini fissati da Regione Lombardia per l’entrata in vigore dei nuovi limiti di trasmittanza termica si segnalava come lo spostamento suddetto fosse da attribuire, oltre che naturalmente alla disponibilità dimostrata dall’Assessore Terzi, al lavoro delle associazioni di settore con particolare riferimento sia ad UNICMI sia a Confartigianato. In considerazione del fatto che è buona regola dare a Cesare ciò che è di Cesare sarà il caso di dare anche alle varie Associazioni ciò che è delle Associazioni e nello specifico a Confartigianato ciò che è di Confartigianato.
Non mi si fraintenda. Ciò non è dovuto ad una vanità da parte mia di vedermi riconosciuto un lavoro, in quanto voglio sia chiaro che tutto il merito va alla Federazione Regionale della Lombardia che ha saputo svolgere un’ottima azione ed ha dimostrato di saper intrattenere ottimi rapporti con le istituzioni locali. Ciò che assolutamente non tollero, da presidente nazionale di una Federazione di mestiere di Confartigianato, è che alla mia Associazione, nella quale credo ed alla quale dedico tutte le energie che mi è possibile dedicare, non venga riconosciuto un merito che le spetta di diritto.
Per quanto riguarda l’accusa mossa alle Associazioni di essere divise, di azzuffarsi e di agire “ad minchiam” (per inciso più che un francesismo mi pare un maccheron-latinismo) faccio presente che la rappresentanza dei vari “corpi intermedi” è basata proprio su di una dialettica, a volte aspra, che necessariamente vede questi soggetti schierati su fonti opposti proprio per la differenza di natura dei loro rappresentati.
È evidente che un’Associazione rappresentativa dell’artigianato come quella nella quale io opero, su molti argomenti è obbligata ad avere punti di vista e posizioni ben differenti rispetto quelli difesi da un’altra che rappresenta l’industria, così come in alcuni casi chi rappresenta coloro che producono, che so, solo serramenti metallici può avere necessità diverse da chi rappresenta i produttori del settore legno.
Questa è democrazia, e per quanto possa essere considerata sbagliata da chi magari sognerebbe un “Grande Fratello” omnicomprensivo, in grado di varare piani organici (magari quinquennali??) buoni per tutti, di rappresentare tutti e di generare quindi un “Grande Balzo in Avanti”, io continuo a ritenere che la democrazia per quanto imperfetta è, come disse Winston Churchill “il miglior sbaglio che siamo riusciti ad inventare”. Ciò non toglie comunque che su argomenti di interesse trasversale ci si possa anche parlare, si possa trovare un terreno comune e si possa quindi agire in concerto, come in effetti spesso (molto più spesso di quanto il dott. Mangione pensa) accade sia nei rapporti con le istituzioni nazionali sia sui tavoli normativi europei.
A fronte di ciò quindi io continuerò a militare nella mia Associazione, la quale oltretutto ha una storia risalente all’immediato dopoguerra e da allora rappresenta al meglio delle sue possibilità il mondo delle piccole imprese. Noi non ci dividiamo, anzi molto spesso compenetriamo nello stesso corpo le necessità di aziende di diversa estrazione (nel mondo Confartigianato confluiscono, per esempio produttori di serramenti in alluminio ed in legno, aziende con 2 addetti ed imprese con 10 senza che ciò crei nulla più di una vivace dialettica) cercando però sempre di rappresentare i giusti interessi delle piccole e piccolissime imprese, così come altri soggetti associativi rappresentano il mondo delle ditte più strutturate.
A mio avviso la vera divisione è creata da coloro che, magari in disaccordo personale con una decisione presa democraticamente dalla maggioranza degli iscritti e senza anteporre il bene comune al proprio punto di vista, escono dai sistemi associazionistici consolidati e con livore contestano personalisticamente ciò è più grande di loro ed è nato ed opera da anni per il bene comune.
Come ho qui sopra scritto, quindi, io rimarrò in Confartigianato, anche quando il mio contributo come presidente nazionale non sarà più richiesto e, sempre democraticamente, altri prenderanno il mio posto. Non credo nella “Grande Associazione di Tutti i Serramentisti” più di quanto non creda in un Partito Unico di honeckeriana memoria (Honecker era il presidente della DDR-Repubblica Democratica Tedesca, ndr) , e quindi vi sarò sempre contrario; tra Associazioni che rappresentano diverse taglie di imprenditori rimarremo quindi divisi in quanto rappresentiamo diversi soggetti, ma continueremo a confrontarci per far sì che i temi comuni siano, se possibile, condivisi.
Samuele Broglio, Presidente Confartigianato Legno
P.S.: personalmente anch’io inorridisco di fronte a certi prodotti che si possono trovare sul mercato e che considero buoni al limite per un pollaio (forse nemmeno visto che non ho nulla contro i polli) ma non di certo per un’abitazione. L’ingresso di certi prodotti, i quali magari sono low cost non solo per la loro infima qualità o per i minori costi di sistema degli Stati nei quali sono fabbricati ma spesso pure per politiche di dumping favorite proprio dagli Stati stessi. Il fenomeno non può però essere arginato con la creazione di una Associazione unica ma si dovrebbe stoppare con un’opera di acculturamento del mercato, la quale però potrebbe benissimo venire svolta dai produttori qualora gli stessi smettessero di farsi la guerra sul prezzo.
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