Dopo anni di batoste il settore edilizio comincia ad avvertire concreti segnali di ripresa. Lo segnalano i dati dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero delle Finanze
Da gennaio a marzo 2016 la vendita di abitazioni in Italia ha segnato uno stupefacente +20,6% rispetto allo stesso periodo del 2015. Lo evidenzia l’OMI-Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate sulle transazioni immobiliari. Le compravendite di abitazioni nei primi tre mesi del 2016 sono state 115.135, in aumento del 20,6% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Il mercato registra una crescita più accentuata nei Comuni capoluogo (+22,9%) rispetto a quelli non capoluogo (+19,4%), mentre in riferimento alle aree territoriali la crescita risulta più sostenuta al nord (+24,1%),rispetto al centro (+18,5%) e al sud (+16%).
Forte aumento anche per le compravendite nel settore non residenziale. Nei primi tre mesi del 2016, cresce in particolare il volume delle transazioni del comparto commerciale (+14,5%) e di quello produttivo (+7%), mentre il terziario presenta sempre un dato positivo ma più lieve (+1,3%). Quest’ultimo settore risente dei cali registrati al centro (-1,1%) e al sud (-4,5%), mentre al nord le compravendite di uffici recuperano il 4,5%.
L’altro dato che induce ottimismo è quello proveniente dal volume delle ritenute d’acconto (8%) per i bonifici dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica per i quali vengono richiesti i bonus casa, energia e mobili. I dati del Ministero delle Finanze, rielaborati dal Cresme, e riportati dal Sole24Ore di oggi, parlano di investimenti nei lavori in casa pari a 9,546 miliardi di euro effettuati da gennaio ad aprile di quest’anno. L’incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è pari al 37,9%. Una bella cifra non c’è che dire ma che non deve farci dimenticare il -40% subito dal settore edilizio negli ultimi 7-8 anni.
Il quadro non sarebbe completo se non si accennasse anche alle difficoltà di numerose famiglie a far fronte ai pagamenti dei mutui casa. Oltre 48 mila nuclei familiari hanno chiesto di interrompere i pagamenti. Circa 35 mila di queste domande sono state accolte.
(eb)
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