In arrivo, a cura del MEF, il taglio degli incentivi nell’evoluzione del Recovery Plan
Corrono un grande rischio gli incentivi del Superbonus, Patent box, Transizione 4.0 e navi commerciali. Dopo tante promesse, su questi incentivi così importanti per il mondo delle imprese si sta abbattendo la scure di Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia e delle Finanze. E non si tratta di tagli piccoli perché in gioco vi sono diversi miliardi di euro. Particolarmente toccate saranno le attività dell’edilizia, mettendo a repentaglio imprese, artigiani, le aziende della filiera e i professionisti e mettendo a rischio naturalmente i progetti dei committenti.
Gli incentivi a rischio
Rispetto alla prima formulazione del piano del Recovery Fund siamo di fronte a un taglio di 6 miliardi per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e di 3 miliardi di euro per il Superbonus 110%. Questo verrebbe prorogato fino al 2023 ma solo per gli interventi di antisismica e di edilizia popolare. Per gli efficientamenti energetici sotto il Superbonus 110%, che si vedrebbe allocati tra i 5 e i 6 miliardi, rimane la scadenza del 30 giugno 2022. Una proroga su cui grava la minaccia rappresentata dal comma 74 della legge di Bilancio 2021 che recita:
- L’efficacia delle proroghe di cui ai commi da 66 a 72 resta subordinata alla definitiva approvazione da parte del Consiglio dell’Unione europea. Restano fermi gli obblighi di monitoraggio e di rendicontazione previsti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza per tale progetto.
Dietro i tagli al Superbonus, oltre all’azione di equilibrismo finanziario del ministro Gualtieri, ci sarebbe pure l’azione del PD volta a ridimensionare la portata del provvedimento fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle e a tagliare ogni velleità di proroga ulteriore al 2023, 2024 o addirittura al 2025 come molte associazioni del mondo dell’edilizia e dei professionisti avevano chiesto viste le grandi difficoltà di portare a termine i progetti di efficientamento energetico e di messa in sicurezza sismica.
A rischio anche il Patent box, il regime opzionale di tassazione per i redditi d’impresa derivanti dall’utilizzo di software protetto da copyright, di brevetti industriali, di disegni e modelli, nonché di processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente. Qui i miliardi tagliati sarebbero 5,8.
La mannaia si è abbattuta anche sul programma Transizione 4.0, la nuova politica industriale del Paese, più inclusiva e attenta alla sostenibilità che prevede una maggiore attenzione all’innovazione, agli investimenti green e per le attività di design e ideazione estetica. Saltato anche il bonus per il rinnovo della flotta navale commerciale privata e il suo efficientamento energetico.
Queste sarebbero le decisioni di Gualtieri fatte filtrare attraverso la stampa, vedi la sua intervista al Corriere della Sera di ieri. Il tutto però deve ancora sottoposto al dibattito in Parlamento dove si spera poter raddrizzare il tiro di alcune proposte, come il taglio al Superbonus, di grande nocività per l’economia del paese e per il mondo dell’edilizia in particolare. Proprio mentre il provvedimento era sul punto di decollare…
a cura di Ennio Braicovich
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