Economia

Ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione. L’Italia deferita alla Corte di Giustizia UE

A cinque anni dal recepimento della Direttiva 2011/7/UE, la PA brilla per i drammatici ritardi nei pagamenti. Il settore edile è tra i più colpiti

La Pubblica Amministrazione italiana rimane regina nei ritardi dei pagamenti a livello europeo al punto che, ed è notizia di oggi, la Commissione ha deferito il nostro Paese alla Corte di giustizia europea.

A qualcosa è servito, cinque anni fa, il recepimento della Direttiva 2011/7/UE con il Dlgs 192/2012 che impone il saldo delle fatture entro 30 giorni o, al più, entro 60. Tuttavia già tre anni fa era iniziata la procedura di infrazione che ha portato al deferimento odierno. Secondo la Commissione “le amministrazioni pubbliche italiane necessitano ancora in media di 100 giorni per saldare le loro fatture, con picchi che possono essere nettamente superiori”.

Immediato e pungente il commento del presidente di Ance Gabriele Buia: ““Nonostante gli sforzi fatti dal Governo in questi ultimi anni la situazione dei pagamenti è ancora drammatica, con medie di ritardo che per il settore delle costruzioni vanno ben al di là di quelle già segnalate dalla Ue”.

Il settore edile è tra i più colpiti, conferma Arnaldo Redaelli presidente di Anaepa che raggruppa le imprese edili di Confartigianato e commenta: ““La puntualità dei pagamenti è particolarmente importante per le micro e piccole imprese che confidano in un flusso di cassa per assicurare la propria gestione finanziaria, la propria competitività e, in molti casi, la propria sopravvivenza. È dal 2013, anno di entrata in vigore in Italia della norma di recepimento della direttiva europea, che Anaepa Confartigianato sottolinea la necessità di introdurre la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli imprenditori verso la PA”.

Sempre da Confartigianato arrivano dati drammatici: analizzando i pagamenti 2016 di 6.547 amministrazioni pubbliche per una somma di 115,4 miliardi riferiti a 23,7 milioni di fatture emesse dai fornitori, si scopre che il 62% degli Enti pubblici non rispetta i termini fissati dalla legge sui tempi di pagamento. Oltre i 30 giorni paga il 64,8% dei Comuni e il 54,5% degli altri Enti pubblici. Per quanto riguarda il servizio sanitario nazionale, il 46,9% degli enti non salda le fatture entro il termine dei 60 giorni stabiliti dalla legge.

Identico, secondo Confartigianato, il comportamento degli Enti pubblici che gestiscono imposte e contributi: Agenzia delle Entrate, Agenzia del Demanio, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Equitalia, Guardia di finanza, Inps e Inail, pagano in media i loro fornitori in 50 giorni, con picchi di 91 giorni per Agenzia del Demanio e 69 giorni per la Guardia di Finanza. A livello regionale i maggiori ritardi si registrano in Molise, dove la Pa paga i propri fornitori in 107 giorni. Seguono la Calabria con 98 giorni, la Campania con 83 giorni, la Toscana con 81 giorni e il Piemonte con 80 giorni.

Per quanto riguarda le province, gli imprenditori subiscono i peggiori ritardi a Catanzaro con 111 giorni di attesa. Non va meglio a Vibo Valentia dove bisogna aspettare in media 110 giorni, e a Campobasso dove gli enti pubblici pagano le fatture in 109 giorni. Seguono Benevento e Reggio Calabria con 105 giorni.