E’ passata dal 4 all’% il 1° gennaio 2015, nascosta tra i 735 commi della Legge di Stabilità, la ritenuta d’acconto sui bonifici dei lavori di risparmio energetico e di ristrutturazione edilizia
Tra i 735 commi dell’unico articolo di cui si compone la Legge di Stabilità entrata in vigore il 1° gennaio ve n’è uno che non piacerà molto ai produttori e rivenditori di componenti per l’edilizia utilizzati nei lavori di risparmio energetico e di ristrutturazione per la casa. E’ il 657.esimo comma che recita così:
“657. All’articolo 25, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le parole: «4 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «8 per cento».”
Grazie a questo comma a partire da gennaio tutti i bonifici effettuati presso banche o posta e relativi agli interventi di risparmio energetico e di ristrutturazione degli immobili per i quali il contribuente richiederà le detrazioni fiscali del 65% e del 50% sono sottoposti a una nuova aliquota di ritenuta d’acconto: l’8% anziché del 4%. Si tratta di un drenaggio forzoso di liquidità che impoverisce le aziende, sottrae importanti risorse finanziarie soprattutto alle piccole e medie aziende e non arricchisce lo Stato. Se ne poteva fare a meno. Il 4% bastava.
L’idea della ritenuta d’acconto rimonta all’epoca Tremonti (2010) che impose l’aliquota del 10%. La protesta di associazioni, industrie, artigiani e commercianti costrinse dopo circa un anno il Governo a ridurre l’aliquota al 4%. Così è stato fino al 31 dicembre scorso. Ora ri-inizia il lavoro di pressione su Governo e Ministeri per riportare l’aliquota a una quota più ragionevole. Unicmi ha già promesso battaglia. (eb)
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