Imprese aderenti alla CNA hanno presentato ricorso al TAR del Lazio contro l’Agenzia delle Entrate per ottenere l’annullamento del provvedimento emesso questa estate sullo sconto in fattura.
Lo sconto in fattura è aiuto di Stato selettivo che avvantaggia solo le grandi aziende e taglia fuori le piccole realtà distorcendo la concorrenza. È questo il ragionamento di fondo, con il quale concorderanno gran parte dei nostri lettori, alla base del ricorso depositato ieri presso il TAR del Lazio da parte di imprese aderenti alla CNA.
Spiega una nota della Confederazione Artigianale che l’articolo 10 del Decreto Crescita ha introdotto un meccanismo agevolativo del tutto inedito, che si affianca a quello ‘ordinario’ costituito dalla detrazione d’imposta. La sua attuazione è stata demandata ad un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate con cui sono state specificate le modalità applicative del meccanismo dello sconto.
Questa disciplina, unitamente a quella legislativa, non risulta conforme ai principi comunitari e nazionali in materia di concorrenza ed aiuti di Stato. Infatti, il meccanismo dello “sconto in fattura” rischia di tagliare fuori le piccole aziende dal mercato della riqualificazione energetica non essendo in grado economicamente di erogare direttamente l’incentivo e recuperarlo in cinque anni. Avvantaggia, dunque, solo i grandi operatori del settore, distorcendo la concorrenza. La misura costituisce, quindi, un aiuto di stato selettivo in quanto favorisce le grandi imprese e non tutte le imprese del settore.
Lo stesso argomento giuridico era stato sollevato dall’Antitrust. Infatti il 2 luglio, ad approvazione del Decreto Crescita già avvenuta, era stato pubblicato il pronunciamento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. In esso era scritto che “L’Autorità rileva che la norma in esame, nella sua attuale formulazione, appare suscettibile di creare restrizioni della concorrenza nell’offerta di servizi di riqualificazione energetica a danno delle piccole e medie imprese, favorendo i soli operatori economici di più grandi dimensioni”.
Qualche giorno dopo la sentenza dell’Antitrust, 64 imprese CNA avevano avviato un procedimento amministrativo davanti alla Commissione Europea ed all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato per accertare l’illegittimità dell’articolo 10 (e quindi dello sconto in fattura) della L. 58/2019, per violazione del diritto comunitario e nazionale della concorrenza.
Ora il ricorso al TAR mentre prosegue tra i soci CNA la campagna di invito di sensibilizzazione al problema dei parlamentari eletti nelle realtà territoriali “in modo da ottenere presto l’abrogazione della norma”.
Un invito più che doveroso come da mesi rivolgiamo. Anche Te puoi scrivere al tuo Parlamentare per sollecitare l’abrogazione dello sconto in fattura
a cura di Ennio Braicovich
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