Economia

Segnali di assestamento dall’idrotermosanitario: +1,23% per il 2015

Dal Meeting invernale 2014 di Angaisa giungono dati previsionali di assestamento, se non di effettiva ripresa, del comparto ITS, come avvalorato anche dai dati del nuovo Rapporto Congiunturale Cresme

Segnali di assestamento se non addirittura positivi giungono dal tradizionale Meeting invernale di Angaisa, l’associazione di riferimento del settore ITS-idrotermosanitario, tenutosi a Milano giovedì 27 e a cui hanno preso parte cinquecento operatori della filiera.
I dati previsionali relativi al 2014 (-0,72%) e al 2015 (+1,23%), rafforzano lo scenario di assestamento, se non di effettiva ripresa, del comparto idrotermosanitario, come del resto avvalorato anche dai dati del nuovo Rapporto Congiunturale Cresme.

Oramai, l’annuncio è di Lorenzo Bellicini, si parla di fine del sesto e negativo ciclo dell’edilizia e di inizio del settimo ciclo di cui si avvertono segnali tangibili. Siamo di fronte a un mercato edilizio in cui il residenziale nuovo conterà sempre meno mentre prevarranno al 70% la ristrutturazione del patrimonio esistente e la manutenzione ordinaria. Non a caso l’istituto di ricerca prevede per il segmento del recupero +1,7% per il 2014 e +3,5% per il 2015.
Nota positiva anche dalle opere pubbliche che sono date in leggera ripresa, +2%, per il 2015.  Buone aspettative anche dall’edilizia non residenziale privata, giunta ora al livello più basso dal dopoguerra, non appena la ripresa economica si solidificherà.

Mentre dal residenziale nuovo continuano a pervenire segnali negativi (anche se leggermente attenuati), dati di ottimismo cominciano a giungere finalmente dal mercato delle compravendite immobiliari. Un mercato che nel giro degli ultimi sette anni si è ridotto del 61% in termini di valore. Da qualche mese si registra l’inversione di tendenza soprattutto nei grandi capoluoghi.

Tornando al settore ITS, fra i dati più confortanti per il settore, evidenzia Angaisa, vi è la conferma di una buona difesa del margine di intermediazione commerciale, che si attesta oltre la soglia del 28%. Preoccupa invece il dato relativo all’incidenza del costo del personale sul margine di intermediazione, in ulteriore ascesa e ormai ben oltre il 43%.
(eb)